Il Vietnam rischia di sprecare la propria generazione d’oro

Negli ultimi anni il Vietnam è emerso come una delle realtà più interessanti e la nazionale, con tanti giovani talenti, sogna il Mondiale in Qatar, ma la permanenza dei principali campioni nella lega vietnamita potrebbe essere un problema.

Nelle qualificazioni a Russia 2018 il Vietnam era stato eliminato al secondo turno arrivando terzo nel proprio girone, arrivando alle spalle di Iraq e Thailandia, vincendo solamente le due partite fra andata e ritorno contro il modesto Taiwan. Quattro anni dopo, sotto la guida del tecnico coreano Park Hang-seo, i ‘Golden Dragon’ comandano il proprio girone dopo cinque giornate, non avendo perso alcun match ed aver battuto una compagine storicamente più quotata come gli Emirati Arabi Uniti.

Park Hang-seo è stato il catalizzatore di una rivoluzione a livello giovanile per il calcio vietnamita e sotto la guida del coreano (ex assistente di Guss Hiddink ai Mondiali del 2002) il Vietnam sta ottenendo i migliori risultati nella propria storia calcistica.

Vietnam vice campione d’Asia

La favola del Vietnam inizia in Cina, dove nel gennaio del 2018 si è disputata la Coppa d’Asia U23 nella quale i ragazzi di Park hanno perso la finale contro l’Uzbekistan. In quella manifestazione, il simbolo della squadra fu l’esterno offensivo Nguyen Quang Hai, classe 1997 dotato di grande rapidità e tecnica, fu decisivo contro l’Australia nella fase a gironi e siglò una doppietta contro il Qatar di Almoez Ali e Akram Afif (futuri campioni d’Asia con la nazionale maggiore nel 2019), per poi segnare anche la rete del momentaneo pareggio con una punizione memorabile, in un’epica finale sotto la neve persa per 2-1 contro l’Uzbekistan.

Il calcio non è solo uno sport nel sudest asiatico, è molto di più. In quell’anno in Vietnam si percepiva un nitido cambiamento e la manifestazione catalizzò tutte le attenzioni e le emozioni della popolazione che festeggiò per le strade fino alla finale, come se si trattasse dell’atto conclusivo della Coppa del Mondo. Finalmente, dopo anni passati nel limbo della mediocrità, il Vietnam iniziava a sognare e a guardare al futuro con speranza.

Sul trono del sudest asiatico

Park Hang-seo ha preso anche le redini della Nazionale maggiore conducendo il Vietnam alla vittoria della AFF Suzuki Cup, ovvero la Coppa delle Nazionali del sudest asiatico che i ‘Golden Dragons’ avevano vinto una sola volta nel 2008. Nguyen Quang Hai e compagni hanno superato agevolmente la fase a gironi con 3 vittorie ed 1 pareggio, per poi, in sfide di andata e ritorno, battere le Filippine in semifinale e la Malesia nell’atto conclusivo del torneo. Nguyen Quang Hai si distinse come l’MVP del torneo, ma oltre alla giovane ala offensiva, in quella manifestazione si distinsero particolarmente anche il veterano attaccante Nguyen Anh Duc con 4 reti, ed il trequartista classe 1995 Nguyen Cong Phung.

La Coppa d’Asia del 2019

Vice Campioni d’Asia nella categoria U23 e sopratutto la nuova miglior squadra dell’area ASEAN: per il Vietnam, nel gennaio del 2019 era tempo di un’altra grande prova, quella della Coppa d’Asia negli Emirati Arabi Uniti. La compagine di Park passò il girone come migliore terza alle spalle di Iraq e Iran (con cui perse) grazie alla vittoria per 2-0 sullo Yemen con Nguyen Quang Hai che deliziò il pubblico con uno dei suoi fantastici calci di punizione.

Dopo un inizio di competizione complicato, le aspettative per il Vietnam erano alte ed i Golden Dragons, agi ottavi di finale eliminarono ai rigori quella che era stata la sorpresa della manifestazione, la Giordania che aveva battuto ai gironi sia Australia che Siria. Nguyen Cong Phung, colui che si era distinto pochi mesi prima nella AFF Cup, segnò il gol del pareggio che proiettò la sfida alla lotteria dagli undici metri. Il cammino del Vietnam si interruppe il turno successivo, nella sconfitta per 1-0 contro il Giappone.

2019 – l’anno in cui il Vietnam sogna i Mondiali

Lo scorso anno sono cominciate le qualificazioni per Qatar 2022 ed il Vietnam, continuando nella scia positiva di risultati, si ritrova a comandare il proprio girone che gli permetterebbe di accedere alla terza ed ultima fase di qualificazione. Dopo 5 giornate il Vietnam ha collezionato 11 punti, frutto di un doppio pareggio con la Thailandia e vittorie contro Malesia, Indonesia, e sopratutto gli Emirati Arabi Uniti.

Le partite più memorabili sono state quelle disputate in casa: il 10 ottobre il Vietnam ha battuto per 1-0 la Malesia con la rete del solito Nguyen Quang Hai, mentre il 14 novembre, di fronte a 38.000 spettatori, i Golden Dragons ottengono una storica vittoria contro gli Emirati Arabi Uniti grazie al gol del classe 1997, Nguyen Tien Linh. 

Con quattro partite ancora da disputarsi, tutto può ancora succedere, ma il Vietnam ha le carte in regola per poter accedere al terzo turno di qualificazione e continuare a sognare il Mondiale.

Il 2019 si è chiuso con la vittoria, dopo 60 anni, dei SEA Games, una sorta di Olimpiadi del sudest asiatico, il cui torneo calcistico è riservato alla selezione Olimpica. Il Vietnam ha vinto per 3-0 la finale contro l’Indonesia grazie alla doppietta di Doan Van Hau, difensore che dalla scorsa estate si è trasferito in Olanda all’Hereenveen.

L’unico neo di questi due magici anni, è stata la Coppa d’Asia U23 che si è disputata lo scorso gennaio in Thailandia, nella quale, il nuovo ciclo di giovani vietnamiti guidato sempre da Park Hang-seo, non è andato oltre alla fase a gironi mancando così l’accesso alle Olimpiadi.

La generazione vietnamita non lascia il nido

Dopo un biennio memorabile per il calcio vietnamita, si pensava che fosse giunto il momento per i migliori talenti di lasciare la poca qualitativa V-League per affrontare nuove sfide in campionati asiatici di maggior blasone, come quello thailandese, coreano e giapponese, che avevano già adottato politiche per facilitare il tesseramento di calciatori provenienti dal sudest asiatico, conteggiandoli come locali e non come stranieri.

A lasciare la V-League però furono solamente il già citato Nguyen Cong Phung ed il centrale difensivo classe 1999, Doan Van Hau. Il primo, dopoi sei mesi positivi all’Incheon United in Corea del Sud fu acquistato dai belgi del Sint-Truiden, mentre Doan Van Hau volò direttamente in Europa alla corte dell’Heerevneen.

Entrambe le esperienze europee non sono andate come sperato: Nguyen Cong Phung dopo aver deluso le aspettative dell’allenatore, è stato rispedito addirittura in Vietnam all’Ho Chi Minh City, mentre in Olanda, Doan Van Hau ha solamente debuttato con la squadra riserve. Discorso diverso invece per Dang Van Lam, il portiere della nazionale vietnamita che già nel 2013 si era trasferito in Russia e dopo una parentesi di ritorno in Vietnam, ora difende i pali del Muanghtong United in Thailandia.

Non si è invece mosso dal Vietnam la stella più brillante della nuova generazione dei ‘Golden Dragons’, ovvero Nguyen Quang Hai, rimasto con la maglia dell’Hanoi FC nonostante l’insistente corte di diversi club giapponesi. Vi sono varie teorie al riguardo, la principale è che i club vietnamiti siglano con i propri calciatori contratti più lunghi dei cinque anni, limite massimo stabilito dalla Fifa, e che siano reticenti a lasciar partire i propri gioielli.

E’ sbalorditivo che nella sessione invernale di mercato del 2020 nessun calciatore vietnamita abbia lasciato il proprio club, un fatto che rischia di avere serie ripercussioni sull’intero movimento per un mancato salto di qualità. In Giappone ad esempio, vi sono ben cinque giocatori thailandesi, i quali sicuramente hanno beneficiato dell’opportunità di militare nella lega più competitiva d’Asia.

Il caso decisamente più di successo è quello di Chanatip Songkrasin, fantasista di grande talento militante al Consadole Sapporo: le sue grandi prestazioni nella J-League e la popolarità in Thailandia, hanno creato un movimento di ‘turismo per sport’, con vari supporters thailandesi che volano in Giappone per vedere le partite del Consadole Sapporo e del loro idolo. Nella sessione invernale del 2020 inoltre, Chanatip Songkrasin sembrava essere vicino ad un passaggio in Spagna, ma alla fine è è rimasto in J-League.

Il Vietnam d’altro canto, essendo estremamente conservativo rischia di veder sprecata la propria generazione d’oro se questi talenti che stanno facendo sognare un paese intero non lasceranno la V-League. Per Nguyen Quang Hai e compagni, potrebbe essere già troppo tardi.

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