Una nuova era per il Newcastle United FC

Il Newcastle United FC ha vissuto, nell’ultimo decennio, una delle fasi più convulse e drammatiche della propria storia; e non solo per questioni di tipo agonistico-sportivo.
La quanto mai criticata gestione del businessman Mike Ashley ha profondamente disaffezionato una delle fan base più calde di tutto il panorama calcistico inglese; il trattamento riservato a bandiere del club del calibro di Alan Shearer, Kevin Keegan, Jonás Gutiérrez ha scatenato, in più di un’occasione, veementi critiche e proteste da parte del popolo dei tifosi.
Facile immaginare la reazione dei supporters white and black della contea di Tyne and Wear, quando, lo scorso 7 ottobre, è arrivata l’attesissima ufficialità dell’acquisizione del club da parte del consorzio composto da PIF (Public Investment Found), PCP Capital Partners e RB Sports & Media.
Yasir Al-Rumayyan, governatore del fondo saudita, è stato nominato presidente del Newcastle United FC, succedendo al vituperato Ashley, dopo 14 anni di tortuosa gestione. Nel Consiglio di amministrazione anche Amanda Staveley (amministratore delegato di PCP Capital Partners), mentre Jamie Reuben (RB Sports & Media) sarà direttore dei magpies (letteralmente gazze ladre, dal bianconero delle maglie). “Puntiamo a competere per i trofei più importanti. Vogliamo essere motivo d’orgoglio in tutto il mondo. Il nostro è un impegno a lungo termine” sono i tre imperativi categorici che campeggiano nella dichiarazione di Staveley al momento dell’insediamento.

L’inizio di una nuova era per i magpies?

“La gestione Mike Ashley ha trascinato il Newcastle United nella mediocrità. Negli anni dell’esplosione del brand Premier League, il club, invece di progredire, è costantemente peggiorato nei risultati come nelle prestazioni. Il take over del consorzio rappresenta una sorta di anno 0, nella gloriosa storia della società.”
Racconta così, con lucida franchezza, il giornalista Liam Kennedy, editor del celebre Newcastle Word, piattaforma da sempre in prima linea riguardo le complesse vicende che riguardano il club. Grazie al suo ruolo di insider all’interno del variegato universo dei magpies, Liam traccia un quadro assai attendibile su ciò che sta accadendo in casa Newcastle.
“Già nel primo incontro con i membri dello staff, Amanda Staveley ha presentato gli ambiziosi progetti del consorzio: tornare a trionfare non solo in campo nazionale, ma anche in campo continentale. La vittoria della Champions League viene vista come un obbiettivo realistico; quella della Premier, addirittura, realizzabile nel giro di un decennio. La vera sfida, nel breve termine, però, sarà ricostruire il brand del Newcastle a livello locale ed internazionale.”
Nonostante, all’interno delle 4 poderose mura dell’iconico, glorioso St James’ Park (il più antico stadio dell’Inghilterra del nord est, attivo dal 1880) l’immancabile supporto della Toon Army non sia mai mancato, anche semplicemente per esprimere con rabbiosa veemenza il proprio dissenso contro l’ormai ex primo tifoso Mike Ashley, è indiscutibile che i magpies abbiano assolutamente smarrito buona parte dell’aurea mitica che accompagnava la squadra ad inizio degli anni 2000’. A questo proposito, affidare con raziocinio e calcolata oculatezza ad ex calciatori, cariche istituzionali ed ambasciatoriali all’interno del club, può avere un peso specifico non indifferente, per recuperare parte di quel fascino perduto.

 

“I tifosi non vogliono che venga creata una nuova identità al Newcastle United FC, non ne sentono il bisogno e non ne comprenderebbero il senso. Anzi, chiedono alla nuova proprietà che vengano restaurati determinati valori e determinate prese di posizione che hanno reso la società un’eccellenza nel panorama continentale. Negli anni della guida di Keevin Kegan (tecnico della squadra dal 1992-1998), il Newcastle, in Gran Bretagna, era la rosa che ti spingeva ad accendere la tv o la radio per seguire la gara; non esclusivamente per una ragione di tifo.”
Questa volta è il giornalista Toby Briant, collaboratore del Mirror e di MetroUK, a farsi portavoce della Toon Army, dopo aver avuto l’onere e l’onore di raccogliere le opinioni dei tifosi dei magpies, radunati sotto la sede della società, nelle caotiche ore dell’ufficializzazione del cambio di proprietà.
Nelle ultime settimane, è circolato, con una certa insistenza, il nome di Alan Shearer per un potenziale futuro ruolo dirigenziale. La stessa Amanda Staveley ha sottolineato, a più riprese, come fosse in contatto con “Smokey” ed altre vecchie glorie del club.
“Per quale motivo la statua di Shearer si trova, solamente, fuori dallo stadio? Perché, negli ultimi anni, Keevin Kegan ha ricevuto così pochi onori a livello ufficiale? Ci sono diverse cose che devono essere sistemate sotto questo punto di vista” ha dichiarato, al The Athletic, rincarando la dose ed alimentando ottimismo e fiducia, l’amministratore delegato di PCP Capital Partners.
A questo proposito, siamo riusciti a raggiungere telefonicamente l’ex centrocampista del Newcastle Lee Robert Clark, altro potenziale papabile per l’ambito ruolo di rappresentanza a livello dirigenziale. Le circa 200 presenze con la maglia dei magpies tra 1990 e 2006, marchiando indissolubilmente il suo nome negli annali della storia del club, danno alle sue dichiarazioni un’aura di particolare rilievo.
“Ho apprezzato la presa di posizione della nuova dirigenza. È fondamentale, per la nuova era della società, affidarsi a uomini di sport a 360°, che conoscono cosa vuol dire indossare questa prestigiosa maglia. Personalmente, sono sempre pronto ad aiutare chi cerca un mio consiglio, o una mia dritta. Soprattutto quando si tratta del Mio club per antonomasia, quello che mi ha accompagnato per tutta una vita.”
In un lungo articolo pubblicato da Antonello Guerrera sul quotidiano Repubblica -in data 16/10/2021-, viene riportata un’antica leggenda del Tyneside, ripresa e manipolata, con facilità ed una certa noncuranza, dalla Toon Army. Il parco bottino di trofei del Newcastle United, in circa 140 anni di storia, sembra, infatti, sia stato fortemente condizionato e negativamente influenzato dagli spiriti dei fantasmi dei morti impiccati, secoli fa, proprio dove oggi sorge il glorioso St James’ Park.
L’interrogativo è se le ambizioni ed i fondi a disposizioni del consorzio saudita riusciranno a sconfiggere anche queste antiche, superstiziose maledizioni.
Amanda Steveley, donna che oggi in Inghilterra, gode di una fama mediatica pari alla Regina Elisabetta, sembra pronta a tutto per realizzare le ambizioni della contea metropolitana del Tyne and Wear.