CONIFA World Cup 2020: 5 selezioni asiatico-oceaniane al prossimo mondiale Non-FIFA

Il prossimo giugno nella Macedonia del Nord avrà luogo la quarta edizione della CONIFA World Football Cup, la competizione che mette di fronte il meglio delle selezioni calcistiche rappresentanti stati, minorità, popoli apolidi, regioni e micronazioni non affiliate alla FIFA.

Una manifestazione che dà alle minoranze sicuramente la possibilità di rappresentarsi, e quella di avere una visibilità garantita da un evento pur sempre globale, anche se naturalmente la copertura mediatica sarà pressoché infinitesimale se paragonata alla FIFA World Cup.

Come ben immaginerete, se siamo qui a parlare di questa competizione è anche perché vedrà la partecipazione di ben quattro squadre asiatiche e di una selezione oceaniana. Facciamo ora una piccola panoramica sull’organo organizzatore, la CONIFA, e sul mondiale, per poi concentrarci sulle selezioni asiatico-oceaniane che sono riuscite a qualificarsi.

La CONIFA e la Non-FIFA World Cup

Logo della CONIFA. Image credit: conifa.org

Mentre fino al gennaio 2013 la federazione internazionale che racchiudeva le varie associazioni calcistiche non membri della FIFA prendeva il nome di NF-Board (New Football Federations-Board) – che organizzava la defunta Viva World Cup, vinta per ben tre volte dalla Selezione di calcio della Padania – dall’agosto dello stesso anno, invece, ha preso il suo posto la CONIFA (The Confederation of Indipendent Football Associations). L’attuale organo governativo sembra avere non poche ambizioni, e tra gli obiettivi primari che si stanno perseguendo troviamo sia l’accrescere il numero delle associazioni calcistiche aderenti alla confederazione, sia l’organizzare quanti più tornei possibili.

E i risultati si possono già vedere. Per quanto riguarda i membri aderenti, se nella vecchia NF-Board facevano parte poco meno di trenta associazioni, oggi la CONIFA ne comprende ben sessanta (incluse le italiane Padania, Sardegna e Isola d’Elba, entrata giusto qualche giorno fa). Spostandoci alle competizioni, la CONIFA è riuscita a organizzare in sei anni e mezzo di attività già quattro mondiali e tre campionati europei. Oltre al prossimo mondiale di giugno sembrano essere già in programma nei prossimi anni sia il primo mondiale femminile, sia una competizione riservata a ogni continente.

Ritornando al mondiale, il torneo verrà disputato nella Macedonia del Nord tra il 30 maggio e il 7 giugno prossimi e vedrà la partecipazione di sedici selezioni, che si suddivideranno in quattro gironi da quattro squadre ciascuno, da cui usciranno le migliori otto formazioni, con successivi quarti di finale, semifinali e finalissima. Purtroppo nessuna delle tre associazioni calcistiche italiane iscritte alla CONIFA è riuscita a qualificarsi.

La composizione dei gironi della prossima CONIFA World Cup, sorteggiati lo scorso 26 gennaio nell’Isola di Jersey, Regno Unito. Image credit: Brad Merrett

Andiamo ora a vedere quali sono le selezioni orientali che prenderanno parte al mondiale. Delle undici federazioni asiatiche membri della CONIFA ne vedremo ben quattro, a cui si va ad aggiungere una delle cinque selezioni oceaniane.

Panjab Football Team

Stemma del Panjab football team. Image credit: wikipedia.org

Il Panjab Football Team è la selezione della Panjab Football Association, creata sei anni fa nel Regno Unito con l’obiettivo di dare rappresentanza attraverso il calcio ai numerosi membri del gruppo etnico dei Punjabis che hanno deciso di emigrare dal Punjab, la loro regione di origine, compresa tra gli stati di India e Pakistan, verso il resto del mondo. Il fatto che l’associazione sia stata creata nel Regno Unito non è di certo casuale, visto che l’isola è tuttora il luogo che accoglie la maggior parte dei Punjabis, circa settecento mila dei dieci milioni totali, che hanno preso parte a quella che viene definita come una vera e propria diaspora.

I giocatori selezionati provengono per la maggior parte da squadre semi professionistiche inglesi, ma le personalità più importanti di questo progetto sono sicuramente Harpeet Singh, il fondatore dell’associazione calcistica, e il manager Manraj Singh Sucha, che ha guidato la squadra verso la qualificazione al prossimo mondiale, il terzo di fila disputato dal Panjab Football Team.

Il Panjab disputerà il girone A insieme al Kurdistan Region, tra le squadre più titolate dell’era VIVA, al Parishes of Jersey, debuttanti, e alle Chagos Islands, selezione africana.

Tamil Eelam national football team

Stemma del Tamil Eelam national football team. Image credit: wikipedia.org

Ci spostiamo di poco, siamo sempre nell’Asia del Sud e non più in India, ma in Sri Lanka. Nel 2009, dopo venticinque anni di guerra civile il governo singalese ha la meglio sul Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE), l’organizzazione militare che stava controllando la zona nord-orientale dello Sri Lanka, portando così alla creazione di uno stato indipendente, in quanto rivendicava l’appartenenza del territorio alla principale popolazione minoritaria dell’isola, i Tamil.

Con la fine della guerra gli emigrati Tamil dall’Asia del Sud, e i successivi discendenti, hanno portato alla formazione di una popolazione di oltre quattro milioni di persone, sparse principalmente tra Sud Africa, Malesia, USA, Canada, Francia e Regno Unito. Quale strumento migliore per collegare queste comunità se non il calcio? Così, dopo la creazione della Global Tamil Youth League, nel 2012 è stata fondata la Tamileelam FA e la conseguente selezione calcistica.

In ambito internazionale il Tamil Eelam è tra le squadre non-FIFA più attive, e ha già partecipato ad un’edizione della VIVA World Cup, nel 2012, e alle CONIFA WC del 2014 e del 2016, non andando mai oltre il settimo posto.

Al prossimo mondiale il Tamil Eelam giocherà in un girone di ferro, il gruppo B, in cui affronterà il Kárpátalja, campioni del mondo in carica, il Western Armenia, vicecampioni d’Europa e il Kabylia, selezione africana arrivata decima all’ultimo mondiale.

United Koreans in Japan official football team

Stemma dello United Koreans in Japan football team. Image credit: conifa.org

Lo United Koreans in Japan è invece il club che rappresenta la popolazione coreana che si trova in Giappone, consistente in tutti gli immigrati coreani, provenienti dal nord o dal sud della penisola, e i relativi discendenti che risiedono in Giappone o che sono divenuti cittadini giapponesi. Il loro numero dovrebbe avvicinarsi al milione e sono il secondo più grande gruppo etnico minoritario del Giappone, dopo quello cinese.

La giovane selezione è nata nel 2015 come ramo dal ben più antico FC Korea, club amatoriale costituito nel 1961 e attualmente iscritto alla sesta divisione della piramide calcistica nipponica. L’FC Korea è stato fondato con l’obiettivo di accogliere quei calciatori nordcoreani o di discendenza nordcoreana emigrati in Giappone. Dal 2002 però il club ha aperto le porte anche a sportivi sudcoreani, tagliando così quel legame che la avvicinava alla Repubblica Popolare. Viene da sé che buona parte dell’ossatura della selezione dell’UKJ è composta da giocatori provenienti dall’FC Korea.

Quello della Macedonia del Nord sarà il terzo mondiale, consecutivo, per la selezione estremo orientale. Nelle due precedenti edizioni si sono piazzati rispettivamente settimi e undicesimi. Il prossimo giugno se la vedranno con l’Ossezia del Sud, campioni d’Europa in carica, il Cascadia, selezione nordamericana con diversi professionisti in rosa, e il Darfur.

Kurdistan Region national football team

Stemma del Kurdistan Region football team. Image credit: cleanpng.com

Concludiamo le selezioni asiatiche con una delle squadre più interessanti, il Kurdistan Region. Nato nel 2006, il Kurdistan Region national footballl team si propone come la nazionale calcistica del Kurdistan iracheno, regione autonoma di circa cinque milioni di abitanti posizionata nella parte nord dell’Iraq, corrispondente a una delle quattro aree rivendicate dai kurdi nel Medio Oriente.

La nazionale fa capo alla Kurdistan Football Association, che organizza anche la Kurdistan Premier League, la Kurdistan Cup e la Kurdistan Super Cup. Mentre siamo sicuri che almeno la Premier League kurda ha avuto luogo nella passata stagione, non possiamo dire lo stesso per la stagione corrente. Quasi la totalità dei calciatori della nazionale disputa il campionato iracheno, molti dei quali indossano la maglia dell’Erbil SC, la principale squadra della Regione del Kurdistan, vincitrice di quattro Iraqi Premier League.

Il Kurdistan si presenta in Macedonia del Nord con una vittoria e due secondi posti ottenuti nelle VIVA World Cup 2012, 2010 e 2009. Il girone del prossimo mondiale è lo stesso del Panjab, il gruppo A, e non dovrebbe presentare grosse difficoltà per i medio orientali.

Australian First Nations Mariya

Stemma dell’Australian First Nations Mariya. Image credit: conifa.org

Eccoci qua all’unica nazionale oceaniana presente al prossimo mondiale. Il Mariya è stato fondato per creare una nazionale calcistica composta dalla popolazione indigena australiana. È una squadra giovane, divenuta membro del CONIFA da soli quattordici mesi, e sarà quindi anch’essa una delle squadre debuttanti del prossimo mondiale. Sappiamo che il Maryia ha fino a oggi disputato almeno tre gare, tutte all’interno del Clash of Culture (COTC) 2018, 2019 e 2020, evento che vede affrontarsi le rappresentanti maschili e femminili di tutte le età del Maori Football NZ, la selezione neozelandese maori, e del Maryia. Nell’ultima edizione disputatasi pochi gironi fa la gara senior maschile è finita in parità, mentre quella femminile ha visto la vittoria delle Aotearoa, le maori, per 3 a 2.

Al prossimo mondiale, il Mariya se la vedrà con il Mapuche, selezione sudamericana debuttante, il Matabeleland, posizionatasi quart’ultima nel 2018, e il Kernow, selezione europea debuttante anch’essa. Il misterioso gruppo C potrebbe dunque riservarci non poche sorprese.

Oltre il calcio

Ecco dunque le cinque selezioni asiatico-oceaniane che prenderanno parte alla CONIFA World Football Cup, un mondiale in cui il livello calcistico sarà in bilico tra dilettantismo e semi-professionismo, ma poco importa quando un evento come questo riesce a dare visibilità e rappresentanza a decine di minoranze provenienti da tutto il mondo, e che nella sola zona geografica di cui ci siamo occupati prende in considerazione più di venti milioni di persone. Non vediamo l’ora di seguire il mondiale di Skopje. Appuntamento al 30 maggio per l’inizio delle amichevoli ostilità!