Una squadra di soli cinesi che non sono cinesi

Nel febbraio del 2017, in un periodo nel quale il calcio cinese era colpito da pesanti restrizioni sugli stranieri, il presidente del Guangzhou Evergrande, durante una riunione con i vertici del club, fece una dichiarazione particolare. Il desiderio espresso da Xu Jiayin era quello di avere una squadra di soli cinesi entro il 2020 (leggi qui)

“In my view, the ideal all-Chinese squad for Evergrande is composed of a world top manager and all native players. Our purpose… is to contribute to the development of Chinese football and all our work needs to be focused on this.”

Il significato e l’interpretazione delle parole cambia radicalmente con il trascorrere degli anni, ponendo il linguaggio come un contesto molto relativo il cui significato cambia con i tempi. Nel 2017 la dichiarazione di Xu Jiayin fra i più pessimisti faceva presagire uno scenario nel quale la Chinese Football Association ed il governo avrebbero imposto restrizioni ancora più pesanti sull’ingaggio di calciatori stranieri, mentre altri supponevano che, con i grandi investimenti nel settore giovanile e la famosa scuola calcio in partnership con il Real Madrid, l’Evergrande avrebbe creato una squadra di soli cinesi molto competitiva.

Lo scenario di una squadra di soli cinesi entro il 2020 può realizzarsi, ma, la maggior parte di questi cinesi non sono cinesi, bensì stranieri che potranno ottenere il passaporto della Repubblica Popolare. Elkeson, Ricardo Goulart, Fernando Henrique, Roberto Siuchuo, Tyas Browning ed Aloisio sono tutti quanti calciatori stranieri di proprietà del Guangzhou Evergrande, in lizza per il processo di naturalizzazione entro il prossimo anno.

Ecco dunque che il grande progetto patriottico di Xu Jiayin si potrà avverare in maniera alquanto distorta.

Ricordiamo che, secondo le regole della FIFA, per cambiare nazionalità, è necessario avere almeno uno dei nonni cittadino del paese target, dunque rispettare il requisito di parentela. Altro requisito è quello di residenza: se si vive e gioca per cinque anni consecutivi nel paese target dopo i 18 anni, la FIFA permette di poter cambiare nazionalità

Il peruviano Roberto Siuchuo (attualmente in prestito allo Shanghai Shenxin nella seconda divisione cinese) ed il difensore inglese Tyas Browning vantano entrambi rapporti famigliari, seppur molto lontani, con la Cina, dovuti da uno dei nonni, come nei casi di Nico Yennaris e John Hou Saeter, i due primi stranieri ad essere naturalizzati a cinesi per il requisito di parentela, entrambi militanti nel Beijing Guoan.

Sia Roberto Siuchuo che Tyas Browning sono in attesa del completamento del processo burocratico e dalla prossima stagione potranno contare come calciatori cinesi senza occupare  slot per gli stranieri, ed essere eleggibili per la Nazionale di Marcello Lippi. Per il difensore inglese sussistono però delle complicazioni, non tanto per la cittadinanza, ma perla possibilità di rappresentare la Nazionale Cinese avendo in passato militato con l’Inghilterra U21 in un match di livello A. Questo fatto, dovesse sussistere, non dovrebbe intaccare le possibilità di poter contare come calciatore cinese in Chinese Super League, dato che sia Pedro Delgado (Shandong Luneng) e N’Doumbia (Shanghai Shenhua), hanno ottenuto il passaporto senza la possibilità di poter essere chiamati in nazionale.

 

I brasiliani sopra citati invece potranno ottenere il passaporto cinese per il principio di residenza, dato che si trovano al quarto, oppure quinto anno di militanza in Cina. Elkeson ad esempio sta disputando la sua settima stagione in Chinese Super League, e si è appena trasferito dallo Shanghai Sipg al Guangzhou Evergrande, dove militò dal 2013 al 2015 segnando gol decisivi in entrambe le finali di Champions League Asiatica vinte. Se non vi saranno intoppi nel processo burocratico, Elkeson già a settembre potrebbe vestire la maglia della Nazionale cinese.

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Ricardo Goulart è da poco tornato dal prestito dal Palmeiras in Brasile, per risiedere in Cina i 184 giorni necessari per validare l’anno per il principio di residenza della FIFA. Goulart è al suo quinto anno in Chinese Super League e probabilmente nel 2020 potrà ottenere il passaporto cinese. Stessa sorte per Fernandinho Henrique: l’esterno offensivo si è trasferito dal Chongqing Dangdai (103 presenze e 25 gol in tre anni e mezzo) al Guangzhou Evergrande, il quale lo girerà in prestito all’Hebei Fortune fino al termine della stagione contando ancora come calciatore straniero.

 

Il Guangzhou Evergrande vanta anche la proprietà di Alan Carvalho, il quale sta disputando la sua quinta stagione in Cina in prestito al Tianjin Tianhai. L’ex Red bull Salisburgo è anche lui uno dei potenziali candidati alla naturalizzazione non essendo mai stato convocato dal Brasile. Fra i nuovi volti del Guangzhou Evergrande vi è anche l’attaccante Aloisio, trasferitosi dal Guangdong Southern Tigers in seconda divisione, ha già completato i cinque anni consecutivi in Cina avendo militato in massima serie con le maglie di Shandong Luneng ed Hebei Fortune.

Se tutti questi processi andranno a buon fine, il Guangzhou Evergrande nel 2021 potrebbe ritrovarsi a giocare con questo tipo di formazione (presumendo che sussista ancora questo limite di quattro stranieri in rosa)

Gli entusiasmi del Guangzhou Evergrande però potrebbero essere presto smorzati dalla Chinese Football Association: è chiaro che con questa mole di stranieri con passaporto cinese raggruppati tutti in un’unica squadra si creerebbe una situazione di squilibrio disarmante che potrebbe vedere gli uomini di Cannavaro dominare senza affanni negli anni a venire, andando a compromettere l’integrità della competizione, che prima ha visto forti restrizioni nell’ingaggio degli stranieri, per poi dare il via libera a questa forma di naturalizzazione che favorisce una sola squadra.

Secondo quanto emerso nella giornata di ieri, la Federazione Cinese in una prossima riunione discuterà la situazione, con la concreta possibilità di istituire un limite e permettere la naturalizzazione per giocatori con un limite di età massimo di 26 anni. 

Dovesse essere approvata, la nuova direttiva andrebbe a rovinare i piani del Guangzhou Evergrande, in quanto i neoacquisti, Elkeson, Aloisio e probabilmente anche Fernandinho (26 anni quest’anno, ma con la possibilità di essere naturalizzato solo al termine della prossima stagione) andrebbero in malora. Verrebbe compromesso così anche il nuovo piano della Nazionale di Marcello Lippi, con il tecnico italiano che sarebbe uno dei massimi promotori del processo di naturalizzazione.

Questo episodio mette ulteriormente in imbarazzo la Chinese Football Association, che si trova costretta a correre ai ripari (dopo aver cambiato a stagione in corso le regole su U23 e limite agli stranieri impiegabili) in quanto incapace di regolamentare una situazione che le stava pericolosamente sfuggendo di mano. Ma quale sarà a questo punto la reazione del Guangzhou Evergrande, che ha già investito importanti risorse per ingaggiare i brasiliani in ottica naturalizzazione.

Visto che di mezzo c’è soprattutto la questione della Nazionale di Marcello Lippi, si potrebbe giungere ad una soluzione intermedia, nella quale, per regolamento interno alla Chinese Super League, gli stranieri naturalizzati con il principio di residenza contano sempre nel limite degli stranieri, ma possono ottenere il passaporto cinese per giocare in Nazionale. Perchè, diciamocelo chiaro e tondo: la squadra di Marcello lippi non ha alcuna speranza di qualificarsi a Qatar2022 senza l’apporto dei vari Elkeson, Goulart ecc…

Staremo a vedere come andrà a finire questa controversa storia che va avanti da mesi. Ci sarà sicuramente da ridere per il livello manageriale del tutto amatoriale delle autorità sportive cinesi. Come al solito.