Asian Cup 2019: guida al gruppo A

Difficile prevedere quali e quante saranno le compagini del gruppo A che accederanno agli ottavi di finale dell’Asian Cup 2019. Se ci sono pochi dubbi sul passaggio del turno da parte della formazione di casa, gli Emirati Arabi Uniti, tutt’altro che scontati sono i restanti piazzamenti all’interno del girone. La Thailandia sembra essere la squadra più quotata per il secondo posto, ma attenzione all’India e al Bahrein, nazionali minori sulla carta ma che potrebbero riservare delle sorprese, soprattutto per quanto riguarda le Blue Tigers.

EMIRATI ARABI UNITI

Prima Apparizione: 1980

Numero di Edizioni giocate: 9

Miglior risultato: Secondo posto (1996)

Gli EAU si presentano alla nuova edizione del torneo come un grande punto interrogativo. Se da un lato la gestione Zaccheroni sembra stia portando dei risultati (8 gol subiti nelle undici partite disputate nel 2018, e secondo posto all’ultima Arabian Gulf Cup), d’altra parte gli emiratini non convincono, trovando solo due vittorie nell’ultimo anno, contro Laos e Yemen, nonostante sfide alla portata con Trinidad e Tobago, Honduras e, soprattutto, Andorra. Ad aggravare il quadro c’è la pesante assenza del fuoriclasse Omar Abdulrahman (miglior calciatore asiatico del 2016), a causa della rottura del crociato al ginocchio destro.

I profili più importanti della nazionale li troviamo sicuramente nella coppia d’attacco. Da un lato c’è il ventisettenne Ahmed Khalil, ora in forza allo Shabab Al-Ahli (EAU), e con quasi cinquanta gol all’attivo con la nazionale; mentre dall’altro c’è l’altrettanto navigato Ali Mabkhout, centravanti di forza fisica, e da dieci anni in forza all’Al-Jazira (EAU), dove quest’anno ha per ora realizzato ben 15 gol in 12 partite. A centrocampo spiccano le presenze del giovane ventitreenne Khalfan Mubarak (AL-Jazira), numero 10, uno dei pochi in grado di apportare tecnica al centrocampo emiratino, e di Rayan Yaslam (1994), mediano recentemente laureatosi vicecampione del mondo con l’Al-Ain (EAU). A reggere le redini della difesa ci pensa Khalid Eisa, portiere dell’Al-Ain, che è stato determinante per il proseguo dei The Boss nella recente FIFA Club World Cup. Infine, menzione speciale per l’over 35 Ismail Matar, trequartista dell’Al-Wahda (EAU), che con 125 presenze all’attivo proverà a trascinare con la fascia di capitano i The Whites.

Sebbene il girone non dovrebbe costituire un problema per l’accesso alla fase successiva, è difficile prevedere quanto i padroni di casa potranno arrivare in fondo nella competizione. Il terzo posto del 2015, comunque, sembra alquanto difficile da eguagliare.

THAILANDIA

Prima Apparizione: 1972

Numero di Edizioni giocate: 6

Miglior risultato: Terzo posto (1972)

Nonostante la scottante eliminazione in semifinale alla recente AFF Suzuki Cup, la squadra di Milovan Rajevac (il mister che portò il Ghana ad un passo dalla semifinale mondiale nel 2010) sta attraversando un periodo più che positivo, che li vede imbattuti da ben sei mesi, dalla sconfitta dello scorso 2 giugno contro la Cina (0-2). Forti di un sorteggio che li ha visti posizionati in seconda fascia, in virtù di un’ottima fase di qualificazione (dove sono riusciti ad entrare nella top 12 continentale), i Changsuek hanno così buone possibilità di giocarsi il passaggio del turno.

Nel reparto offensivo Teerasil Dangda (1988) è il giocatore più pericoloso e di qualità della nazionale. L’attaccante arriva da una stagione al Sanfrecce Hiroshima (Giappone), ma nel suo curriculum è presente anche un breve passato in Europa (Almerìa, Grasshopper II e Manchester City, dove ha disputato in totale poco più di 10 partite). In attacco troviamo anche il giovane talento Supachai Jaided, ventenne di proprietà dei campioni locali del Buriram United, che si è messo bene in mostra nell’ultima AFF Suzuki Cup. Più dietro spicca Chanathip Songkrasin (1993), centrocampista avanzato, elemento chiave della squadra nipponica del Consadole Sapporo, con cui ha trovato 8 centri stagionali ed un quarto posto in J1 da record. Non ci sarà, invece, l’estremo difensore e capitano della nazionale, Kawin Thamsatchanan (classe 1990, e da quasi un anno in Europa all’OH Leuven, seconda divisione belga), a causa di un infortunio al piede.

Questa Asian Cup potrebbe essere finalmente l’occasione, per la squadra regina del sud-est asiatico, di far parlare di sé anche in campo continentale, in cui l’unico risultato degno di nota rimane il terzo posto alla Coppa d’Asia del 1972, disputatasi proprio tra le mura amiche.

INDIA

Prima Apparizione: 1964

Numero di Edizioni giocate: 3

Miglior risultato: Secondo posto (1964)

La selezione indiana ritorna a competere nell’Asian Cup dopo ben 8 anni, dall’edizione qatariota del 2011. Sebbene ci sia ancora molta strada da fare per restringere il divario con le maggiori potenze calcistiche asiatiche, l’India sta attraversando un importante momento di ascesa. Il lavoro del selezionatore inglese Stephen Constantine, sulla panchina delle Blue Tigers dal 2015, infatti, sembra andare nella giusta direzione. Oltre alla qualificazione al torneo continentale, va segnalato il raggiungimento del 94esimo posto nel recente Ranking FIFA (del 20 dicembre scorso), dopo un disastroso 173esimo posto del marzo 2015.

Passando ai giocatori, dei ventitré a disposizione del tecnico inglese ben ventidue provengono dalla Indian Super League (la lega professionistica fondata nel 2013, che condivide il massimo livello calcistico indiano insieme alla meno recente I-League), mentre solo tre hanno un’età superiore ai 30 anni. Degno di nota è l’attaccante e capitano della squadra, il trentaquattrenne Sunil Chhetri, che è il calciatore con più marcature e presenze nella storia della nazionale indiana (65 gol in 103 partite).

I Blue Tigers si presentano come terza forza del girone, e potranno ben sperare di accedere agli ottavi di finale grazie al passaggio del turno delle quattro migliori terze classificate. Occhio però al Bahrain.

BAHRAIN

Prima Apparizione: 1988

Numero di Edizioni giocate: 5

Miglior risultato: Quarto posto (2004)

Chiudiamo con la rappresentativa del regno bahreinita. Dopo essere andata per ben due volte vicino alla qualificazione al mondiale (eliminati allo spareggio continentale sia nel 2006 che nel 2010), oggi la selezione allenata dal cieco Miroslav Soukup non sembra avere le qualità adeguate per andar oltre il superamento della fase a gironi. La situazione, però, pare poter avere una svolta: grazie ad un accordo con la federazione calcistica saudita, infatti, nella stagione 2019-20 due squadre bahreinite disputeranno la Saudi Professional League. Sicuramente un’importante occasione di crescita per i calciatori e il movimento calcistico del piccolo regno.

Tra i principali convocati alla competizione continentale troviamo l’attaccante Abdulla Yusuf Helal (1993), 5 gol in 15 presenze nella nuova esperienza al Bohemians 1905 (squadra militante nella prima divisione cieca), e Sayed Dhiya Saeed, centrocampista ventiseienne in forza, nella massima serie kuwaitiana, all’Al-Nasr.