LaLiga propone un progetto calcistico lungimirante, riuscirà a plasmare il calcio cinese?

Il 27 Novembre 2018 si è tenuto a Madrid la prima edizione del Consiglio Consultivo per le imprese sino-spagnole, organizzata dal Ministero dell’Industria, del Commercio e del Turismo. È importante sottolineare che l’evento ha avuto luogo in concomitanza con la visita di stato del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping. Un prestigio assoluto, che promuove l’immagine internazionale della Spagna e spinge verso nuovi accordi Sino-Spagnoli.

Durante l’evento, è stato confermato che LaLiga sarà parte integrante del Consiglio, insieme ad altre compagnie cinesi e spagnole. Parliamo infatti di più di 30 compagnie fra cui spiccano Huawei e la banca Santander.

 Sergi Torrents, il Country Manager per la Cina, ha ben espresso gli obiettivi de LaLiga, parlando di “conoscenza del calcio” e “valori dello sport” da promuovere con decisione nell’industria calcistica e soprattutto fra i suoi supporters. Ci auguriamo quindi che tutti questi accordi non siano solo una mera questione di经贸 (JingMao, Economia e Commercio), termini tanto cari ai cinesi del nuovo millennio.

Sembra però che le relazioni Sino-Spagnole stiano andando verso una soluzione più ampia e concreta in termini di sviluppo. Al fine di avvalorare questa tesi, prendiamo ad esempio i Campus Estivi svoltisi negli ultimi due anni presso le città di Shenyang, Qinghuandao, Shanghai e Qingdao. Si tratta di un ambizioso progetto in grado di portare nuovi valori occidentali fra i giovani atleti cinesi. LaLiga ha anche sottoscritto un accordo con la CEIAE(China Education Association for International Exchange) che promuove il coaching in Cina; 120 allenatori pronti ad allenare giovani calciatori cinesi.

Da citare anche i nuovissimi Centri di Formazione Permanente presso Santo Domingo, Madrid, inaugurati il 30 Novembre 2018. Questi ultimi hanno ricevuto gli investimenti diretti da parte della CFA (Chinese Football Association) e della RFEF(Real Federación Española de Fútbol). Sono dei veri e propri centri culturali e sportivi indirizzati a giovanissimi calciatori cinesi, in particolare l’Under-15 Femminile e l’Under-17 Maschile. Secondo le dichiarazioni di Oscar Mayo, Direttore dello sviluppo internazionale de LaLiga, il Centro propone “valori da condividere” e “una educazione a tutto tondo”, fondamentali per le nuove generazioni di atleti cinesi.

Fra tutti questi articoli e dichiarazioni riguardo grandi accordi e obiettivi futuri mi sono chiesto cosa ne pensasse un amico cinese che vive a Shanghai. Gli ho semplicemente chiesto se conoscesse LaLiga e cosa pensa riguardo la sua apertura verso la Cina.

Guo, 30 anni, Grafico, ha subito messo in chiaro di non essere un grande fan ma di guardare con piacere alcune partite internazionali, conoscendo alcuni volti noti. Il paragone con la Cina è scattato in automatico: “la Spagna ha molte star del Calcio, mentre il nostro sistema calcistico è arretrato. I giovani non hanno tempo per partecipare a sport differenti”. Una situazione stagnante dunque: basterebbe solo una certa elasticità fin dalla tenera età, in particolare nel provare diversi tipi di sport e non solo il classico Ping Pong.

Riguardo le infrastrutture, con sicurezza afferma che “non ci sono abbastanza strutture calcistiche per le persone comuni”. Ecco che le relazioni sportive con l’Occidente potrebbero essere un ottimo investimento per le future generazioni. Potrebbero, queste ultime, assicurare una grande crescita sportiva e culturale insieme, partendo dal mondo del calcio.

Guo conclude la piccola intervista affermando che “La Cina ha i supporters più pazzi del mondo e allo stesso tempo ha una delle squadre peggiori al mondo” (Riferendosi alla Nazionale). L’investimento sui giovani mi sembra a questo punto il miglior rilancio per il calcio cinese, già avviato con presupposti molto convincenti.