La Redenzione di Graziano Pellè

REDENZIONE: Liberazione dalla dominazione straniera, dalla tirannide, dallo sfruttamento o da una condizione di degradazione morale.

 

Dopo il tristemente famoso calcio di rigore sbagliato nella sfida ai quarti di finale di Euro2016 contro la Germania, Graziano Pellè, com’è noto, ha deciso di abbandonare il Southampton e la Premier League per approdare in Cina, allo Shandong Luneng.

La scelta non brillò per tempismo e l’attaccante leccese rimase coinvolto in un’autentica orgia mediatica, che ha finito per reinventare le cifre del suo “nuovo” salario, raddoppiate o addirittura triplicate dai giornali. Per quei pochi che si sono presi la briga di approfondire in realtà si tratta di un contratto da due anni e mezzo da circa 7 milioni annui: un contratto certamente redditizio ma molto lontano dai 15 milioni l’anno paventati dalla stampa italiana, che lo aveva messo al quarto posto dei calciatori più pagati al mondo, scatenando editoriali moralmente banali come quello di Gramellini.

Ma la scelta di Pellè, su cui ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ha radici più profonde di un semplice contratto redditizio, e non hanno a che fare solamente con i soldi garantiti dalle sue prestazioni in campo.

Oltre le cifre

L’ex attaccante della Nazionale è infatti il principale finanziatore di un ambizioso progetto pilota dedicato al lusso, che ha come fine ultimo quello di rilanciare la sua terra d’origine, il Salento, al quale è ancora strettamente legato, per investire parte dei suoi guadagni. Il progetto, già in fase di realizzazione, è iniziato qualche mese fa con l’acquisto della ricchissima residenza privata dell’ex re del fotovoltaico Paride De Masi, in un palazzo d’epoca di Lecce a ridosso della centralissima Piazza Mazzini. All’interno dell’esclusiva struttura, dotata tra l’altro di 6 suite riservate solamente ai soci selezionatissimi del “Member Club“, scelti personalmente da Graziano Pellé, verranno creati due ristoranti: una ‘Business lounge’ per facoltosi professionisti e uomini d’affari, mentre l’altro dedicato esclusivamente alle specialità della cucina orientale. La progettazione degli interni e degli arredi è stata affidata a Eric Kuster, attualmente uno dei 5 più importanti interior designer al mondo.

Acquisto importante in un settore elitario quanto redditizio; questa iniziativa imprenditoriale si affiancherà al raffinatissimo ristorante aperto, in collaborazione con l’amico fraterno ed imprenditore  Pierpaolo Panarese, nello splendido comune di Porto Cesareo. Il ristorante sul mare “Isola Beach” è un paradiso galleggiante, dotato di strutture di ristorazione all’interno curate nei minimi dettagli con uno stile ricercato ed affascinante, dal design elegante e raffinato, grazie al lavoro dell’architetto Giovanni Gavioli. Viki Varga in questo video presentazione chiarisce qualsiasi altro dubbio sull’esclusività della struttura:

È sintomatico il fatto che l’attaccante originario di San Cesario replicherà, in un futuro prossimo, investimenti importanti, assai simili nella concezione, nel fiorente settore del lusso nelle più grandi capitali europee e non. Da non sottovalutare, nel buon esito della trattativa che ha portato il classe ’85 in Cina, il ruolo svolto dalla fidanzata Viktoria Varga: nata in Ungheria, modella di professione che non può far altro che beneficiare professionalmente dell’ingresso nell’effervescente “mercato asiatico”.

Il Luneng FC è la principale società calcistica della provincia orientale dello Shandong (dove nacque il calcio nel 2500 a.c.). Gli Orange Fighters sono uno dei club più iconici del calcio cinese, di proprietà della statale Shandong Electric Power Group Corporation (la principale società di energia elettrica della Cina attiva anche nel settore del Real Estate) vantano nel proprio palmares ben cinque campionati e sei Coppe Nazionali. Fra gli alti e bassi delle successive stagioni, Graziano Pellè è giunto nel momento più basso della storia della squadra di Jinan, quando questa era coinvolta in un’inaspettata lotta per non retrocedere.

Gli inizi

Dal brutto finale dell’Europeo alla Cina alla ricerca di un riscatto dopo il rigore sbagliato contro la Germania. Graziano Pellè arrivò a Jinan assieme ad un altro grande acquisto, il senegalese Papiss Cissè (prelevato dal Newcastle), ma non capitò nel giusto ambiente per poter rilanciare la propria carriera, dato che, nell’estate del 2016, lo Shandong Luneng, prima con Mano Menezes e successivamente con Felix Magath, era finito a lottare per non retrocedere. Un cambio di prospettive drastico per la società di Jinan, che l’anno prima aveva conteso il titolo all’Evergrande in una entusiasmante corsa a quattro. Giunto in un ambiente depresso, al limite della disperazione e del totale disastro tattico, gli inizi sono stati tutt’altro che facili.

La prima stagione di Graziano Pellé allo Shandong Luneng inizia ufficialmente il 16 luglio 2016 nella sfida al Jinan Olympic Center Stadium contro il Liaoning: 90′ minuti giocati, nessun gol ed un pareggio che non accontenta nessuna delle due compagini. Prestazione coralmente opaca che sarà la perfetta fotografia della seconda parte di stagione, di una squadra che con il “sergente di ferro” Felix Magath alla guida non ha mai convinto al 100%. Per la prima rete cinese dell’attaccante Leccese bisogna aspettare solamente 4 giorni dall’esordio e la sfida, “impari”, contro lo Zhejiang Greentown, non a caso retrocesso in League One a fine stagione. Rompere il ghiaccio con la Chinese Super League non è semplice il bilancio dei primi 3 mesi dell’attaccante italiano recita: 13 partite giocate, 5 gol ed un paio di Assist, comunque decisivi per la salvezza.

Nonostante un 2016 da dimenticare, in Cina Graziano fa vedere alcuni sprazzi del suo grande talento, segnando gol stratosferici come ci aveva abituato nelle sue precedenti esperienze al Feyenoord e al Southampton. Alla 23ma giornata lo Shandong Luneng espugna il campo di un disastrato Tianjin Teda per 1-4 e Pellè si trascina la squadra sulle spalle con una prestazione completa, sia in fase di costruzione (sua la sponda aerea che porta alla rete di Hao Junming con tiro al volo) e realizzativa, con la sua prima doppietta in terra cinese. In particolar modo il gol dello 0-2 di Pellè è un piccolo lavoro: l’attaccante per ricevere un cross alla destra si pone a lato del difensore e lo anticipa con un tiro al volo che si infila sotto l’incrocio dei pali.

Nonostante le difficoltà in campionato da parte dello Shandong e di Pellè, si presenta la possibilità di un grande riscatto in AFC Champions League. Contradittoria la stagione degli Orange Fighters, che nonostante la lotta per non retrocedere sono stati in grado di raggiungere la qualificazione ai quarti di finale della competizione continentale. Il Seul però si rivela essere troppo forte e con le reti di Damjanovic (l’Ibrahimovic d’Asia) e del brasiliano Adriano (capocannoniere di quell’edizione con 13 reti), archivia la qualificazione già al turno d’andata con una vittoria per 3-1. Graziano Pellè viene stretto dalla morsa dei più esperti difensori coreani e il suo apporto nella doppia sfida è quasi nullo.

Nella stagione successiva, lo Shandong Luneng decide di riconfermare tutti gli stranieri, anche a fronte dell’investimento di pochi mesi prima, ma opta per la smobilitazione della maggior parte dell’ossatura cinese senza intervenire in maniera decisa sul mercato. Dopo aver rischiato di retrocedere, la dirigenza cinese ha deciso di privarsi di quei giocatori accusati di scarso rendimento per poter ripartire dai giovani. Questo gli è possibile grazie al miglior settore giovanile della Cina, con succursali persino in Brasile (lo Shandong Luneng è proprietario del club Desportivo Brasil, dove manda a formarsi i migliori prospetti delle proprie academy) e in Portogallo.

Dopo tre mesi di ambientamento e la storia della Nazionale lasciata alle spalle (pesa la mancata stretta di mano a Giampiero Ventura), Graziano Pellè diviene un punto quasi fisso nello scacchiere tattico di Felix Magath come Attaccante Boa nel 4-4-2 andando a privilegiare le sue caratteristiche fisiche e tecniche per un gioco di sponda. Lo Shandong è una delle squadre più ordinate del torneo (nella stagione 2017 sarà la miglior difesa con 33 gol subiti), grazie ai reparti che sanno mantenere le giuste distanze fra di loro e una difesa, guidata dall’ex Corinthians Gil, che sa ben mantenere la posizione in campo senza scomporsi.

Lo Shandong Luneng è l’unica squadra nella quale tutti i giocatori ripiegano dietro la linea della palla in fase difensiva. 

La direzione del gioco se affidata alla difesa parte con un lancio lungo, solitamente affidato a Gil a scavalcare il centrocampo alla ricerca delle due punte. Se si tenta di costruire in maniera più ragionata, diventa fondamentale la visione di gioco dell’ex Schalke 04 Hao Junming che ha varie soluzioni di gioco: cercare la boa, ovvero Pellè, oppure leggere i tagli in profondità di Diego Tardelli (attaccante molto mobile che svaria su tutto il fronte), o sviluppare il gioco sulle fasce, dove gli esterni dello Shandong sono spesso in grado di saltare gli avversari per poi andare al cross (raramente rientrano per tentare il tiro, nonostante Wu Xinhghan abbia queste capacità). Principi di gioco molto semplici quelli impartiti da Magath, ma comunque efficaci in un contesto cinese, elementare dal punto di vista tattico.

Il lavoro sporco di Graziano è essenziale per lo sviluppo del gioco, con 2.4 Passaggi Chiave ogni ’90, il leccese diventa di fatto il rifinitore avanzato della squadra a seguito della partenza del trequartista argentino Walter Montillo. Nonostante l’ottima stagione conclusa al sesto posto e la qualificazione in Champions svanita solo nelle ultime giornate, il bottino di Pellè è molto povero: solo sei gol in tutto il 2017, ovvero la peggiore stagione realizzativa da quando lasciò l’Italia. A gravare sul suo rendimento vi è una sconcertante imprecisione sotto porta che lo porta a sciupare nette occasioni da gol.

Per questo, quando sono disponibili, Magath gli preferisce di solito la coppia d’attacco formata da Cissè e Diego Tardelli. Pellè concluderà con il terzo minutaggio nella squadra il 2017 (1800 minuti in 24 partite) alle spalle del portiere Wang Dalei e del centrale difensivo Gil, ma la sua media realizzativa (0.25 gol ogni 90’) è nettamente inferiore a quella di Cissè (0.63) e Tardelli (0.84) nonostante abbia provato lo stesso numero di tiri medi a partita. Numeri e statistiche non esaltanti che fanno presagire un lento declino della punta, oramai solo un lontano ricordo nelle memorie dei tifosi italiani che lo hanno perso nei meandri della Cina.

L’evoluzione

Nelle ultime stagioni la squadra ha sofferto fin troppo nei Big Match e, nonostante la guida severa del Sergente di Ferro Felix Magath, non è mai sembrata in grado di lottare per il titolo o per un posto nelle zone alte della classifica. Un sesto ed un quattordicesimo posto come bilancio del primo anno e mezzo di Graziano Pellé in Cina, ad evidenziare particolari lacune tattiche ed evidenti limiti caratteriali. La svolta è arrivata con l’arrivo di Li Xiaopeng, autentico predestinato del calcio cinese, ex calciatore e bandiera proprio dello Shandong Luneng, che ha proseguito sulla via di un 4-4-2 semplice ed efficace.

L’attaccante italiano, dopo aver rifiutato il ritorno in Inghilterra al West Ham, in quest’ultima stagione, sembra essersi trasformato in un calciatore completamente nuovo, abile ad evolvere ulteriormente il suo ruolo in mezzo al campo: non più un semplice finalizzatore, 16 gol in questa stagione, ma una sorta di Pivot offensivo, fondamentale nella costruzione del gioco. Tanto lavoro lontano dalla porta, testimoniato dai dati di WhoScored che parlano di un incremento di falli subiti (da 1.5 a 1.7 durante l’arco dei 90 minuti) ed una diminuzione di palle perse, ma soprattutto tanto movimento per favorire gli inserimenti di Hao Junmin, migliore stagione della sua onorevole carriera, ed il giovane Junsheng Yao, 5 assist in stagione, che rendono imprevedibile la manovra degli Orange Fighters.

Una possibile fotografia dell’Anno 0 di Graziano si può trovare nella perfetta prestazione “sfoderata”,  18° turno di Chinese Super League, contro l’ostico Hebei Fortune allenato dal gallese Chris Coleman. L’italiano classe ’85 trascina i suoi compagni alla vittoria con 2 gol ed una partita di grande sacrificio e lotta. Dopo l’immediato vantaggio firmato di testa proprio da Graziano Pellé, servito alla perfezione da Wu Xinghan, uno dei tanti assi della manica della gestione Li Xiaopeng, arriva poco prima della fine della prima frazione il fortunoso pareggio dell’Hebei. Invece di innervosirsi, come spesso gli capitava soprattutto a livello giovanile, il leccese carica la squadra sulle spalle e prima realizza la rete del momentaneo 2-1, poi lascia a Tardelli l’onore di chiudere definitivamente la contesa su calcio di rigore. Solo un minuto più tardi sfiora l’Hattrick dopo aver messo a sedere due avversari come solo il miglior Ronaldo, brasiliano, riusciva a fare.

In un campionato dove i “Big Man” sono destinati a soffrire, Ighalo è solo uno dei tantissimi stranieri a lodare la fisicità delle difese cinesi, l’italiano è riuscito a trovare una sua dimensione che lo rende, senza ombra di dubbio, uno dei migliori attaccanti del composito panorama asiatico. La “nuova primavera”del brasiliano Diego Tardelli, 17 gol in Chinese Super League sfiorando addirittura la convocazione con la Seleção per Russia 2018, rende ovviamente più facile il compito al Leccese. L’arrivo del giovanissimo Roger Guedes, cercato insistentemente nelle ultime sessioni di mercato da Barcellona e Lazio, capocannoniere del Brasilerao, può essere la spinta decisiva per tornare ad “alzare” un trofeo prestigioso dopo anni di magre.

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Negli ultimi anni Graziano Pellé è riuscito, in maniera del tutto particolare, ad attirarsi le antipatie di buona parte della stampa, non solo italiana. Per quanto possa sembrare assurdo e surreale, già dai tempi dell’esperienza in Premier League, nonostante i suoi numeri davvero invidiabili, non ha mai avuto una grande considerazione da parte dei media. Nel periodo allo Shandong Luneng, dopo l’autentica gogna mediatica subita dopo l’errore dal dischetto contro Neuer ai quarti di finale di Euro 2016, non si è mai tirato indietro in nessun senso, anche a livello mediatico, rilasciando interviste e dichiarazioni sempre interessanti e sincere (qualità rarissime nel calcio moderno). “Se non mi avessero offerto tanti soldi non sarei venuto a giocare in Cina“: concetto inoppugnabile quanto inconfutabile, ma soprattutto dichiarazione pervasa da grandissima onestà intellettuale che pochi altri calciatori hanno avuto il coraggio di fare nel corso della carriera, come se il Calcio non fosse, alla fine dei conti, un mestiere come tutti gli altri. I problemi di ambientamento iniziale ci sono stati e non poteva essere diversamente:  “E’ stato un enorme cambiamento, dal tipo di calcio, alla lingua, ho avuto bisogno di tempo per ambientarmi.

L’impatto con il calcio cinese, infatti, per quello che se ne voglia scrivere non è così semplice: Tevez, Fonte, Jackson Martinez, acclamati dall’entusiasmo della stampa locale, hanno deluso abbondantemente le attese sottovalutando un campionato che può e deve essere visto come l’occasione economica della vita, ma anche quella per rilanciare una carriera in parabola discendente. Basti pensare a Paulinho che, tra gli altri, proprio in Cina al Guanzghou Evergrande è riuscito a conquistarsi prima la Seleção e poi addirittura il Barcellona. Il leccese viene insultato e “martoriato” metodicamente sui Social: negli ultimi mesi ha fatto scalpore una risposta inviata ad un fan sul suo Profilo Instagram dove si descrive ancora “entusiasta” della coraggiosa scelta di vita fatta, ma soprattutto consapevole che un’esperienza del genere lo arricchirà culturalmente, oltre che a livello economico, garantendogli un ruolo di promoter anche del suo amatissimo  territorio e permettere un futuro sereno a lui e la sua famiglia . Come dargli torto?

Epilogo

Il contratto di Graziano Pellé recita: scadenza 31 dicembre 2018, giusto in tempo per la fine della stagione della Chinese Super League: la cavalcata trionfale  in Chinese FA Cup ha garantito l’accesso alla finale contro i temutissimi rivali del Beijing Guoan. Per il 33enne di San Cesario tornare in Italia con un titolo significherebbe non solo una “scontata” chiamata in Nazionale, ma soprattutto una grandissima rivincita nei confronti dei suoi numerosissimi detrattori.  Un antico detto cinese recita :yījǐn húanxīang  “dopo aver lasciato il proprio villaggio per emigrare, ci ritorni solo con l’abito di seta”. Diciamo che il salentino ha i mezzi per indossare proprio quello più prezioso e delicato.