Seondo quanto riportato dal Financial Times, le autorità del calcio spagnolo starebbero pensando ad un progetto che porterebbe alcune partite della Liga ad essere giocate all’estero, con Stati Uniti e Cina le mete più gettonate.
Torna dunque in voga quella che era l’idea di Galliani due anni fa, che proponeva di giocare le partite del primo turno della Serie A nei paesi asiatici. A realizzare concretamente un progetto simile nel 2008 ci aveva pensato la Premier League, per poi trovarsi ostacolata dalla netta opposizione dei media e del pubblico.
Il presidente della Liga Javier Tebas ha dichiarato: “La Liga è un brand globale e vogliamo aumentarne l’appeal, per questo stiamo discutendo sul fatto di poter giocare alcune partite all’estero, il progetto è ancora in fase embrionale ma al momento posso dichiarare che supporto l’idea”
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Nel 2012 la Vansen Sports International, società pechinese che ha organizzato le finali di Supercoppa italiane a Pechino e Shanghai, aveva provato a portare in Cina Barcellona e Real Madrid per la finale di Supercoppa di Spagna, per poi dover rinunciare a causa della netta opposizione da parte del pubblico spagnolo che non voleva rinunciare a una partita ufficiale del Clasico.
Se il progetto si dovesse realizzare, si aprirebbe una nuova dimensione nel mercato calcistico europeo, che si avvicinerebbe a quello dell’industria sportiva americana, che vede ad esempio la NFL disputare match ufficiali a Londra da oramai sette anni, oppure l’NBA che negli anni 90 era presente almeno una volta all’anno in Giappone per per spostarsi verso Messico e Inghilterra.
Fino a questo momento storico, le squadre europee hanno fatto le loro apparizioni nei mercati americani e dell’est asiatico attraverso la serie di amichevoli International Championship Cup organizzate dalla Relevant Sport. l tour estivo degli scorsi mesi ha visto affrontarsi in amichevole a Miami Barcellona e Real Madrid di fronte a 66mila persone. All’evento internazionale Soccerex che si è tenuto lo scorso giugno a Manchester, Charlie Sillitiano, presidente della Relevant Group ha dichiarato che l’obiettivo è quello di organizzare anche partite ufficiali dei club al di fuori dei confini nazionali.
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La Liga è sicuramente uno dei campionati con più appeal al mondo, ma nonostante i continui successi in campo internazionale e la presenza di superstar come Messi e Ronaldo, la Premier League è nettamente la realtà più ricca con un fatturato da 5 miliardi di euro all’anno, mentre il campionato spagnolo si ferma a 2.4. Vi è una netta differenza anche nel mercato cinese, nel quale la Premier League viene trasmessa in diretta per oltre 3mila ore a stagione, mentre la Liga, così come la Bundesliga, si aggira sulle 1500 ore, inoltre, secondo i report della Mailman Sport, le due big spagnole per notorietà fra il pubblico cinese si piazzano alle spalle di Manchester United, Bayern Monaco, Arsenal e Liverpool.
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Il calcio sta diventando sempre più una questione di bunisess, staccandosi gradualmente dalle radici culturali e dal territorio. Ne abbiamo avuto la testimonianza recentemente con i sorteggi della Carabao Cup, la seconda coppa inglese, con lo sponsor thailandese di energy drink che ha indetto i sorteggi della competizione in Thailandia e in Cina, lontano dalle telecamere delle emittenti inglesi, con eventi paralleli per promuovere il brand del calcio inglese e di Carabao.
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Il presentimento è che iniziative di questo genere saranno sempre più in voga fra le maggiori leghe europee e questo potrebbe portare a una netta frattura con il vecchio sistema e la creazione di una Superlega. Uno dei quesiti che ci dobbiamo porre, nell’eventualità che partite della Liga o della Carabao cup dovessero svolgersi all’estero è: “Come reagirebbe il pubblico che accoglie queste manifestazioni?” Nel tour estivo della ICC, abbiamo constatato che il pubblico americano ha accolto con grande entusiasmo e affluenze da tutto esaurito (o quasi) i match delle squadre europee, mentre in Cina ci siamo ritrovati di fronte a stadi mezzi vuoti e al contempo a tifoserie organizzate di Milan, inter Bayern e Borussia, un fenomeno anomalo quanto contraddittorio. Il malumore che si genererebbe fra il pubblico europeo, si potrebbe riscontrare anche in Cina, dove la cultura del calcio locale si sta sviluppando rapidamente e ci si sta gradualmente staccando dal senso di identificazione nei confronti dei club dall’altra parte del mondo.
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Nei prossimi mesi tali scenari si delineeranno con maggiore chiarezza, ma resta il fatto concreto che questo è il segno di come il calcio, si stia accingendo a compiere un’importante trasformazione e non sarà più il prodotto che abbiamo sempre conosciuto. Vi saranno nuove forme di entertainment e l’aspetto culturale si reinventerà e conserverà in maniera molto più debole e malleabile alle condizioni dettate dal business.