Verso Cina-Uzbekistan: comunque vada Gao Hongbo deve essere esonerato

Non ci sono mezze misure per questa nazionale cinese, c’è bisogno di un intervento drastico dopo la disastrosa campagna sportiva del 2016 (leggi qui), a partire dalla nazionale dai suoi uomini: comunque vada la partita contro l’Uzbekistan, anche se la Cina dovesse vincere, Gao Hongbo deve essere esonerato quanto prima, e alcuni giocatori “impresentabili” devono essere riconosciuti come tali e mai più chiamati a rappresentare la Cina.

LA PROTESTA DEL PUBBLICO

Al termine della partita persa contro la Siria a Xi’an, il pubblico si è riversato nelle strade per chiedere a gran voce l’esonero di Gao Hongbo e le dimissioni del presidente della Chinese Football Association, Cai Zhenua, oltre a protestare contro l’ignobile prestazione dei giocatori scesi in campo. I media hanno definito l’intera operazione come un grosso spreco di denaro pubblico e c’è bisogno di voltare rapidamente pagina.

Dopo la vittoria contro il Qatar (sempre a Xi’an) e il passaggio al terzo turno delle qualificazioni al per Russia 2018, il ritorno sulla panchina di Gao Hongbo aveva già fatto dimenticare la pessima gestione di Alain Perrin, reo di aver pareggiato per ben due volte 0-0 contro Hong Kong, ma non appena ci si è confrontati con un livello più alto, il giovane tecnico ha mostrato di essere totalmente inadeguato e la partita contro l’Uzbekistan (terza con sei punti, reduce da una sconfitta interna contro l’Iran), può rappresentare la condanna definitiva.

ASSENZA DI TATTICA

L’articolo su Cina in Italia di settembre, a cura di Xiao Liagzhi, racconta il personaggio Gao Hongbo, e di come questi sia ossessionato dalla tattica, di come la studi minuziosamente al computer, tramite la raccolta di dati e statistiche sugli avversari e sui suoi giocatori, per poi impiegarli negli allenamenti e in partita. Metodologie che nel corso della sua prima esperienza cinese gli sono valsi buoni risultati: 60,53% di vittorie e 89,47% di imbattibilità. Sei anni dopo Gao non sembra nemmeno in grado di accendere un computer.

Nessuna tattica offensiva: nelle tre partite disputate fino ad ora, la Cina, a parte gli ultimi venti minuti contro la Corea è stata amorfa, incapace di avvicinarsi alla porta avversaria, lenta nella manovra, imprecisa, con lanci lunghi per gli attaccanti e nessun dialogo fra i reparti, nessun inserimento da parte dei terzini e dei centrocampisti (fatta eccezione in rarissimi casi contro la Siria) e un atteggiamento estremamente conservativo con la difesa a tre, hanno fatto si che la Cina raccogliesse un solo punto in tre partite.

FAVORITISMI

Le stesse convocazioni di Gao Hongbo hanno fatto discutere e ci hanno lasciati con molti interrogativi. Nel calcio cinese vige il favoritismo, a tutti i livelli in modo alquanto palese, per cui l’allenatore preferisce convocare il proprio amico, piuttosto che il giocatore che ha dimostrato di meritarsi la maglia con le prestazioni sul campo. Solo in questo modo si possono spiegare le convocazioni di Hang Ren e Li Xuepeng. I due erano fuori rosa da mesi nello Jiangsu Suning e nel Guangzhou Evergrande, eppure Gao li ha schierati titolari, con l’ovvio risultato che Hang Ren ha causato in modo imbarazzante due gol della Corea con sviste difensive macroscopiche.

Il capitano Zheng Zhi è stato colpito da questa politica, il 35enne centrocampista del Guangzhou, è tecnicamente il più forte in mediana, ma non gode di un buon rapporto con Gao Hongbo, tanto che, dopo le partite contro Corea e Iran, non è stato convocato per le due successive. Inspiegabile invece la convocazioni di Du Wei, difensore di 34 anni dell’Hebei Fortune, che ha collezionato 18 presenze in stagione. Il centrale è stato un punto fisso della gestione Gao Hongbo dal 2009 al 2011, ma è possibile che non c’erano centrali difensivi migliore di questo in campionato, soprattutto fra i giovani? Mi vengono in mente i vari Wang Shenchao, Ke Shi (entrambi dello Shanghai Sipg), Ang Li (Suning) e Tienlong (Beijing Guoan). Che senso ha convocare Du Wei? Glielo avrà detto il computer?

RIPARTIRE DA UN TECNICO STRANIERO-CINESE

A partire dal 2010, i tecnici stranieri, Camacho e Alain Perrin si sono resi autori di disastri sportivi, mentre Gao Hongbo è la palese dimostrazione che i tecnici cinesi non sono ancora adeguati per panchine di alto livello. C’è bisogno di una nuova opzione, ovvero un tecnico straniero che ha allenato recentemente, o allena tutt’ora in Chinese Super League.

Marcello Lippi sarebbe stato il profilo ideale, ma l’italiano tornerà alla guida del Guangzhou Evergrande. Si libererà Scolari e l’ex ct del Brasile è sicuramente un ottimo profilo, il quale attingerebbe senza remore dal bacino dei giocatori cinesi dell’Evergrande, portando in nazionale quel gruppo di giocatori capaci di vincere cinque (oramai sono sei) campionati consecutivi.

Per quanto fatto vedere, e per il gioco spettacolare e efficace espresso dalle sue squadre, Gregorio Manzano si pone come il miglior allenatore del panorama della Chinese Super League, un vero leader, ha importato in Cina una metodologia spagnola, fatta di possesso fluido e un gioco dinamico che ha sempre dato i suoi frutti, tanto che, lo Shanghai Shenhua, dopo anni di buio, è riemerso e sta lottando per il terzo gioco esprimendo il miglior gioco del campionato. Manzano come allenatore sia sello Shenhua, che della nazionale, attualmente è il miglior profilo dal quale ripartire.