Cina-Siria 0-1: patetici

A Xi’An, nella terza giornata di qualificazioni asiatiche a Russia 2018, la Siria batte la Cina per 1-0. Il tutto si potrebbe riassumere con un “che schifo”, ma scendiamo nel dettaglio.

CHI SONO GLI SCARSI?

Alla vigilia della partita Gao Hongbo ha dichiarato: “Giunti a questo punto non vi sono squadre deboli da affrontare, dovremo sudare e lavorare duro per ottenere una vittoria”. Vi è un errore in queste sue parole, la squadra scarsa, anzi scarsissima c’è, ed è la Cina. La Siria doveva essere la squadra materasso del raggruppamento, quella dei tre punti comodi, ma evidentemente non è così, dato che la squadra mediorientale ha pareggiato contro la Corea e vinto in Cina, ottenendo quattro punti in tre partite, mentre la Repubblica Popolare è ferma a uno, oramai condannata alle ultime posizioni.

LO SCHIERAMENTO

Nelle partite contro Corea e Iran Gao Hongbo ha optato per moduli estremamente conservativi nei quali non si è visto alcuno sprazzo di gioco, in occasione della partita contro la Siria l’allenatore ha cambiato totalmente le carte in tavola, passando a quello che poteva sembrare un propositivo 4-4-2, con una coppia d’attacco estremamente fisica composta da Gao Lin e Yuning Zhang, supportati sugli esterni da Yu Hai e Zhang Xizhe, con la superstar Wu Lei che inaspettatamente siede in panchina.
I terzini finalmente riescono a superare la metà campo, in particolar modo Zhao Mingjiang è propositivo sulla destra e in mediana Huang Bowen si inserisce costantemente in area alla ricerca di una comoda posizione per andare al tiro.
Questa volta gli uomini di Gao Hongbo pressano alto, alla ricerca del pallone sulla trequarti avversaria. Tutti quanti elementi positivi, ma l’illusione dura appena cinque minuti, dato che, una volta che la Siria prende le distanze, la Cina è chiamata a dirigere la manovra offensiva, ma stiamo parlando una squadra incapace di giocare a calcio e di realizzare di tre passaggi senza perdere il pallone.
Nel corso del primo tempo piovono cross in area per gli attaccanti, ma sia Al Ajani che Al Midani si fanno trovare pronti sul gioco aereo sovrastando Gao Lin e Yuning Zhang.

UN GOL PATETICO

Al 54’ una doccia gelata su Xi’An. L’azione parte dai piedi di Omar Kharabin, che effettua un lancio lungo per il taglio in profondità di Al Mawas. Il funambolo siriano sfugge alla marcatura di Feng Xiaoting, Hang Ren è in ritardo sul movimento in diagonale a chiudere, e Gu Chao, uno dei peggiori portieri del panorama cinese, come ha confermato pure oggi, si avventura in un’uscita a vuoto, lasciando la porta sguarnita per il tocco di Al Malawi che condanna la Cina.

REAZIONE? MA CHE…

Perdere significa abbandonare le speranze di qualificazione, Gao Hongbo tenta il tutto per tutto inserendo al 57’ Wu Lei e qualche minuto più tardi Yang Xu, al posto degli impalpabili Yu Hai e Yuning Zhang. I cambi non hanno sortito alcun effetto, se non un’occasione malamente sprecata in area di rigore da Zhao Mingjiang scaturita dall’intuizione di Wu Lei.
Per il resto la Cina è stata incapace di impensierire gli avversari, ma quel che stupisce è la mancanza di fegato e di personalità da parte dell’intera nazionale, incapace di cambiare ritmo alla partita con una maggior intensità di gioco, concetto che Gao Hongbo dovrebbe ripassare, dato che la sua squadra oggi è sembrata una banda di giocatori alle prime armi con il calcio.

Non giriamoci troppo in tondo, vero che mancano 7 partite, ma la Cina potrebbe già abdicare, dato che la qualificazione è irraggiungibile dato l’infimo livello della nazionale. I giocatori si sono rivelati inadeguati fuori dal contesto della Chinese Super League, dove militano con gli stranieri che innalzano notevolmente il livello della rosa. Qua non vi sono giocatori di spicco, nemmeno Wu Lei, che in nazionale conferma il suo rendimento di basso livello. La maggior parte delle colpe per questo scempio ricadono su Gao Hongbo, totalmente inadeguato, perché se una squadra non ha nessuna idea su come impostare un’azione offensiva, la colpa non può che essere di chi dirige dalla panchina. Un consiglio spassionato alla CFA: dopo la partita con l’Uzbekistan, comunque vada, esoneratelo in favore di un allenatore straniero che ha allenato o allena in Cina.