Il City Football Group guarda a Shanghai

I rapporti fra Cina e Inghilterra si fanno sempre più intensi: il dragone fa spesa nel paese europeo, con l’oramai imminente acquisizione dell’Hull City e l’offerta (per ora rifiutata al Liverpool), ma al contempo vi è anche un processo inverso, con lo sceicco Mansour del Manchester City, che ha individuato nella Cina la nuova frontiera per espandere la propria franchigia.

Il fondo City Football Group, il quale comprende vari club fra cui il Manchester City, è in parte cinese. Nel novembre dello scorso anno la China Media Capital, della quale fanno parte colossi presenti nel calcio quali la Fosun International Limited (Wolverhampton e Gestifute) e la Dalian Wanda (Atl. Madrid e Infront), ha rilevato il 13% delle quote per 400 milioni di euro.

Solo qualche mese prima si mormorava di una possibile espansione del fondo in Cina, con l’acquisizione del Beijing Guoan, affare che poi non si è concretizzato. A quasi un anno di distanza, quando la stagione di Chinese Super League sta volgendo al termine, la ESPN ha riportato un nuovo interesse del fondo di Mansour, questa volta a Shanghai.

L’intenzione è quella di creare un club denominato Shanghai City, in modo da espandere il proprio brand e rafforzare la propria presenza in Asia, dato che sono già due i club AFC di proprietà del fondo: a Melbourne e a Yokhoama.

L’investimento dovrà essere avvallato dalla federazione e dal governo, ma ancora non è chiaro il modo di agire dei citizens: la prima eventualità riguarda l’acquisizione di un club pre esistente, ma molto difficilmente potranno essere i due della Chinese Super League, lo Shanghai Sipg o lo Shanghai Shenhua, i quali hanno una forte identità sul territorio e delle forti proprietà che stanno investendo ingenti capitali nel calcio.

Per tale forma di investimento bisognerebbe scendere in China League One, con l’acquisizione dello Shanghai Shenxin, retrocesso lo scorso anno. L’alternativa è quella di creare un club ex-novo e partire dalle leghe dilettantistiche o subito dalla China League Two.

Dovesse andare in porto l’operazione, l’ipotetico Shanghai City sarebbe il secondo club nella storia del calcio cinese, di proprietà inglese. Nel 2005 infatti, Kevin McCabe, presidente dello Sheffield Wensday, acquistò il Chengdu Blades, che militò per diversi anni nella massima serie, prima di essere retrocesso d’ufficio nel 2010 per lo scandalo combine che colpì l’intero sistema del calcio cinese.