Emiliano Estevez Tsai – la promessa del calcio taiwanese sbarca in Olanda

Chi è Emiliano Estevez Tsai, il giovane calciatore della Nazionale di Taiwan che ha firmato per l’Ado Den Haag

In settimana Emilio Estevez Tsai è arrivato a Den Haag (residenza della casa reale dei Paesi Bassi) ed ha svolto il primo allenamento al servizio della rosa allenata dal serbo Aleksandar Rankovic. Il centrocampista offensivo rappresenta attualmente uno dei calciatori più promettenti del folle ed imprevedibile macrocosmo calcistico asiatico: diamante grezzo da lavorare con cura e pazienza dal potenziale non indifferente. Potrebbe davvero valerne la pena…

Soprannominato “Taiwan’s Eden Hazard” (per uno stile di gioco che rimanda a quello del belga) nato a Toronto, da madre taiwanese e padre spagnolo, è il primo calciatore originario dell’isola di Formosa ad arrivare in Eredivise. Notato dagli osservatori di diverse squadre Europee, in occasione della sfida di Qualificazioni Asiatiche giocata contro la nazionale maggiore Australiana (persa per 7-1 tra l’altro), ha scelto l’ADO Den Haag per completare senza eccessive pressioni e ansia di risultati il suo percorso di crescita (scelta matura che potrebbe pagare in un prossimo futuro). Il 21enne cresciuto con i canadesi del York9 FC in più di un occasione ha ringraziato i compagni di nazionale per l’accoglienza a lui riservata nonostante “un pessimo mandarino” che sembra non avergli creato problemi o eccessivi grattacapi nell’ambientamento. Il suo piede destro ha di certo semplificato il tutto.

Louis Lancaster, manager della Nazionale taiwanese dal gennaio al dicembre del 2019, ha fatto il possibile per avermi a disposizione nelle sfide di Qualificazione: per qualche settimana credo di aver sentito più lui che i miei genitori”. 

L’esordio contro l’Australia è stato memorabile. Una partita che di certo non dimenticherò mai”. 

Catalizzatore assoluto del gioco della Nazionale di Formosa, partendo dalla fascia sinistra, in grado, spesso praticamente da solo, di impensierire la difesa dei Socceroos; predicando nel deserto per lunghe frazioni di gioco. Il suo danzare con la palla trai piedi ed il suo oscillare, con naturalezza e noncuranza, tra le due estremità del rettangolo di gioco ha fatto sembrare, a posteriori, l’insistenza di Louis Lancaster più che mai appropriata e giustificabile. L’esperienza a Valencia, nelle giovanili del Levante, a soli 18 anni, lo ha reso decisamente più maturo e consapevole da un punto di vista tattico, quella in Inghilterra con la maglia dei Queens Park Rangers invece lo ha fatto confrontare con la fisicità e l’intensità che ha reso la Premier League il campionato più competitivo del macrocosmo calcistico europeo.“Aver avuto esperienze di questo genere nel mio percorso di crescita mi ha reso senza dubbio un calciatore migliore”.

Nato in una famiglia di sportivi, chiamato Emilio in onore della leggenda del Real Madrid Emilio Butragueno, in più di un’occasione ha sottolineato il sostegno della famiglia nelle sue scelte di vita: “Mi hanno sempre spinto ed incoraggiato ad inseguire i miei sogni anche quando non sembravano nemmeno lontanamente realizzabili”. Cresciuto ispirandosi alle giocate di Neymar ed Andres Iniesta si definisce, nonostante le esperienze in un calcio tattico come quello europeo, come un calciatori “libero dagli schemi e dalle imposizioni tattiche”, in grado di dare il meglio di se in campo aperto senza essere costretto ad eccessivi lavori di copertura. Il classico numero 7 in grado di far impazzire i difensori avversari, quanto compagni ed allenatore per essere troppo innamorato della giocata fine a se stessa e del pallone trai piedi.

La pandemia del Covid 19 non ha rallentato in nessuna maniera il suo ferreo programma d’allenamento per prepararsi all’impatto con l’Eredivise: “Ho fatto il possibile per gestire il mio fisico al meglio: sia da un punto di vista prettamente sportivo che mentale. Mi sento molto bene”. A preoccupare gli esperti, però, è la convivenza con il manager serbo Aleksandar Rankovic in grado, nel lontano 2007, di minacciare di morte arbitro ed avversari dopo la scelta del direttore di gara della sfida, il malcapitato Kevin Blom, di punire un suo intervento in area con un calcio di rigore. Riusciranno i due a limitarsi a vicenda e trovare un equilibrio per rendere al meglio, dentro e fuori dal campo?

Di certo Emilio è consono dell’importanza di questo step nella sua ancora giovane carriera, in grado di trasformarlo nella prossima “Next Big Thing” del calcio asiatico, come di farlo scomparire, attualmente in maniera totalmente imprevedibile, dai radar del calcio internazionale. “Farò il possibile per mostrare le mie qualità. Non posso fallire.” Le motivazioni ed il talento, al ragazzo che ha sulle spalle il futuro sportivo dell’isola di Formosa sembrano sicuramente non mancare. Il giovanissimo Will Donkin, attualmente in Norvegia allo Staebek, ed Emilio hanno tutte le carte in regola per continuare a stupire appassionati e tifosi.