Non solo Newcastle: dall’Inghilterra all’India, il network di cinque club della Saudita United World

Il calcio sarà nuovamente stravolto ed ulteriormente deregolamentato con l’ingresso del fondo sovrano Saudita (PIF) a seguito dell’acquisto del Newcastle United? Questa è una domanda che in molti si stanno ponendo dopo che l’Arabia Saudita nelle vesti della stessa famiglia reale rappresentata dal principe ereditario Mohammed Bin Salman ha fatto il suo ingresso nei più alti livelli della sfera calcistica.

Ed i progetti non finiscono qui con lo stato arabo che vuole ampliare la propria egemonia: si parla anche dell’acquisizione dell’Inter, con il gruppo Suning che non aspetta altro che la giusta offerta per poter vendere, e di una maxi offerta per la Super Coppa Italiana da svolgersi in Arabia Saudita con la formula della Final Four già adottata dal campionato spagnolo.

Ma il Newcastle United non è l’unico club in mano a proprietari sauditi, e mentre si discute della replicazione di un modello franchigia simile a quello dei vicini emiri del City Football Group, noi di All Asian Football abbiamo scoperto che vi è già un network di cinque club che fanno cappo allo stesso proprietario saudita denominato United World. 

Il network dall’Inghilterra all’India della United World

Abdullah bin Musaid Al Saud , questo è il nome che fa capo ad una rete internazionale di cinque club che vanno dall’Inghilterra all’India. Fondatore della SPMC Group, la più grande azienda cartiera dell’area della penisola Araba, in passato è stato presidente dell’Al-Hilal, il club più titolato d’Asia e presidente del Youth Welfare.

La figura di Abdullah ha fatto molto discutere in Inghilterra a causa dell’acquisizione dello Sheffield United, che oggi milita in Championship. Nel 2013 ne diventa presidente dopo averne comprato il 50%. La metà della proprietà della squadra rimane in mano al precedente proprietario, il magnate Kevin McCabe.

La coabitazione va avanti tra alti e bassi per alcuni anni poi letteralmente esplode quando il socio inglese porta in tribunale il principe saudita. L’accusa è quella di aver ricevuto pressioni per ottenere uno sconto sull’acquisizione del restante 50% delle azioni.

L’Alta Corte di Sheffield ha dato ragione al principe saudite che così si è ritrovato unico proprietario della squadra biancorossa pagando la metà restante soltanto 6.000.000 di dollari, invece dei 75.000.000 di dollari richiesti da McCabe e dalla sua famiglia. Inoltre il tribunale ha negato la possibilità di appello. Una vittoria su tutta la linea per i sauditi.

Nel 2018 l’imprenditore saudita (tramite la holding company United World che si occupa di “management of sports organisations”) rileva il suo secondo club con il 50% delle quote del club belga Beerschot che in tempi recenti ha conquistato la promozione in massima divisione. Rimanendo sempre in Europa, ma spostandosi in Francia, Abdullah nel marzo di quest’anno è diventato il proprietario anche del club La Berrichonne de Châteauroux, che ora milita nella terza serie a seguito della retrocessione alla fine della stagione 2020-21.

Tramite la United World Abdullah lo scorso anno ha espanso il proprio network in Asia grazie all’acquisizione di un nuovo club indiano, il Kerala United (che partecipa nella piramide calcistica della I-League, non della Indian Super League) e la fondazione di un nuovo club facente parte della seconda divisione degli Emirati Arabi Uniti, denominato Al-Hilal United.

In futuro potrebbero aggiungersi ulteriori club al network della United World per ampliare il network del player trading, molto attivo nel triangolo europeo fra Inghilterra, Belgio e Francia, con il Beerschot che ha pescato dallo Sheffield United con prestiti di tre giocatori (Femi Seriki, Ismaila Coulibaly e George Broabdent) e a sua volta prestato giocatori in Francia (prince Ibara) ed Emirati Arabi Uniti (Felipe Micael). E’ solo questione di tempo prima che la struttura del player trading diventi più ampia e ricca.

L’Almeria del ministro Turki Al Sheikh

OIltre al fondo PIF e alla United World, il terzo attore, altrettanto importante e dal peso politico specifico è il ministro dell’entertainment saudita Turki Al Sheikh, che molti di voi si ricorderanno probabilmente per le foto a fianco di Putin e Infantino nella partita inaugurale di Russia 2018.

Turki Al Sheikh è la mente dietro la grande espansione degli eventi internazionali in Arabia Saudita e non ultimo, l’organizzazione nella pausa invernale di un match molto curioso, fra una selezione dei migliori giocatori del campionato saudita (che sarà allenata da Wenger) ed il Paris Saint Germain dei rivali politici del Qatar.

L’ascesa calcistica di Turki Al Sheikh non è stata però priva di controversie e prima di approdare in Spagna è stato protagonista in Egitto, prima come consigliere dell’Al-Ahly, per poi tradire il suo club e diventare proprietario del Pyramids FC, club rilocalizzato al Cairo con il quale ha cercato di scalare rapidamente le gerarchie del calcio africano infrangendo il record per l’acquisto più caro a livello continentale, quello del brasiliano Keno, giunto dal Palmeiras per ben 10 milioni di euro. A causa di un ambiente ostile però, con conflitti con la federazione egiziana e attriti con la sua ex tifoseria, quella dell’Al-Ahly, nel 2019 Turki Al Sheikh ha ceduto il Pyramids ad una cordata degli Emirati Arabi Uniti (clicca qui per approfondire).

Nel 2019 Turki Al Sheikh è diventato proprietario dell’Almeria, club che milita ancora nella seconda divisione spagnola nonostante i grandi investimenti (60 milioni di euro spesi in cartellini negli ultimi tre anni) non è ancora riuscito a conquistare la tanto agognata promozione. In un articolo del New York Times si riportano però le dichiarazioni del presidente della Liga Tebas, che sostiene che non verrà comunque permesso all’Almeria di acquistare una corsia preferenziale per il successo in quanto non si vuole avere in casa un club che monopolizzi il sistema come hanno fatto Manchester City e PSG.

L’Almeria è ovviamente anche un progetto politico e di sport washing, e dall’insediamento nel club, Turki Al Sheikh non ha mancato di circondarsi di figure di prestigio come propri ospiti, da Zidane in quanto il club ingaggiò suo figlio), alle star argentine Messi e Dybala, invitate nella villa del ministro saudita alla vigilia di un match di Liga2 contro l’Elche.

L’influenza saudita sul calcio europeo è già ben consolidata e l’ingresso del Fondo reale con l’acquisizione del Newcastle United è la miccia che può generare incredibili cambiamenti in un sistema che è stato completamente deregolamentato dalla stessa UEFA, incapace di porre dei limiti alle capacità di spesa dei club che non hanno fatto altro che indebitarsi negli ultimi anni. La capacità economica senza limiti dei sauditi gli permetterà di avere il pieno controllo sull’entertainment calcistico, è solo questione di tempo.