Palestina – Il Markaz Balata vince la West Bank Premier League. Una gioia per i campi profughi.

UN BREVISSIMO RESOCONTO DELLA STORIA DELLA REGIONE

La Palestina è quella porzione di mondo che si affaccia sul Mar Mediterraneo che contiene due stati che non si riconoscono tra loro, lo Stato d’Israele e lo Stato di Palestina. Israele nasce dopo la II Guerra Mondiale per volontà delle nazioni vincitrici come sorta di risarcimento per l’immane tragedia della shoah vissuta dal popolo ebraico. Una scelta che non sarà mai accettata del tutto dal mondo arabo e che porterà a guerre e conflitti mai completamente sopiti. Il piccolo vicino, lo stato palestinese, ha un riconoscimento limitato ed è quasi totalmente occupato dal vicino più potente. I territori che lo compongono sono la Striscia di Gaza e la Cisgiordania.

A Palestinian fishing boat sails near the Jabalia refugee camp in the northern Gaza Strip on February 10, 2020. (Photo by MOHAMMED ABED / AFP) (Photo by MOHAMMED ABED/AFP via Getty Images)

Nel 2012 grazie alla risoluzione 67/19 dell’Assemblea Permanente dell’ONU lo Stato di Palestina è diventato Stato non membro con status di osservatore permanente, come la Città del Vaticano. Le pressioni da parte di Israele per sopraffare lo scomodo vicino sono state continue. Ma quella del conflitto arabo-israeliano è una storia lunghissima dai contorni confusi e questo non è lo spazio per affrontarla. Quello che posso affermare è che difficilmente si riesce a parlare di coloro che ne sopportano e subiscono le conseguenze, i civili di ambo le parti.

IL PRESENTE

La politica decide sempre per tutti. A giugno il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la volontà del suo governo di annettere parti della West Bank oggi sotto il controllo dell’autorità palestinese.  Non è mancata la reazione di Mohammed Shtayeh, attuale presidente dell’Autorità nazionale palestinese che ha dichiarato: “Proclameremo lo Stato di Palestina. A quel punto il mondo dovrà decidere da che parte stare“. Una terra, due nazioni. Yasser Arafat, allora presidente dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e  Yitzhak Rabin, primo ministro israeliano, a questo pensavamo quando firmarono il trattato di pace ad Oslo nel settembre del 1993. Chissà se un giorno riusciremo ad arrivarci.

IL CALCIO IN PALESTINA

People flutter Palestinian flags outside the headquarters of Argentina’s Football Association (AFA) in Buenos Aires on November 13, 2019, during a protest demanding the cancellation of a FIFA friendly football match between Argentina and Uruguay planned to take place in Tel Aviv, Israel on November 18. (Photo by JUAN MABROMATA / AFP) (Photo by JUAN MABROMATA/AFP via Getty Images)

In questo clima tutt’altro che sereno nello Stato di Palestina si giocano due campionati. Il più importante e seguito è la West Bank Premier League, l’altro è la Gaza Strip Premier League. La suddivisione delle squadre in due tornei è dovuta all’estrema difficoltà negli spostamenti tra le due porzioni di territorio che compongo lo stato di Palestina. Un altro dei regali per la popolazione civile di questa assurda situazione politica. Il calcio palestinese ha una buona storia e fu importato nella regione dagli inglesi. Le prime squadre furono fondate nel 1930. Di queste si è persa ogni traccia dopo il 1947 e le poche sopravvissute si sono integrate con le nuove per comporre i tornei odierni.

Women football fans wave Palestinian flags as they attend the World Cup 2022 Asian qualifying match between Palestine and Saudi Arabia in the town of al-Ram in the Israeli occupied West Bank on October 15, 2019. – The game would mark a change in policy for Saudi Arabia, which has previously played matches against Palestine in third countries. Arab clubs and national teams have historically refused to play in the West Bank, where the Palestinian national team plays, as it required them to apply for Israeli entry permits. (Photo by HAZEM BADER / AFP) (Photo by HAZEM BADER/AFP via Getty Images)

LA WEST BANK PREMIER LEAGUE

La West League Bank si gioca ininterrottamente dal 2008 ed è diventata una lega professionale dalla stagione 2009/2010.  I club che la compongono sono 12 e sono i seguenti: Ahli Al-Khaleel (Hebron), Hilal Al-Quds (Gerusalemmen), Markaz Balata (Nablus), Markaz Tulkarm (Tulkarem), Shabab Al-Dhahiriya (Ad-Dhahiriya), Shabab Al-Khadr (Betlemme), Shabab Al Khalil (Hebron), Shabab Alsamu (Hebron), Shabab Dura (Hebron), Shabab Yatta (Hebron), Taraji Wadi Al-Nes (Betlemme), Thaqafi Tulkarm (Tulkarem).

Palestinian boys play football in Rafah camp in the southern Gaza Strip, on October 15, 2019. (Photo by SAID KHATIB / AFP) (Photo by SAID KHATIB/AFP via Getty Images)

Il campionato, che si gioca da settembre ad aprile, è stato tra i primi  a essere sospeso per l’esplosione della pandemia, quando mancavano appena 3 giornate alla fine. Infatti la Palestina è andata in isolamento per coronavirus molto presto, a febbraio. Solitamente la WBPL si gioca da settembre ad aprile e anche se alcune partite sono state giocate a marzo, il torneo è stato sospeso con tre turni ancora da giocare. Una volta che la situazione è tornata leggermente alla normalità o quantomeno a una sua parvenza le partite mancanti si sono disputate in tre soli stadi, con la FA palestinese che ha lavorato a stretto contatto con il ministero della sanità del governo per garantire la sicurezza dei campi, dei giocatori e dei funzionari.

A Palestinian medical worker checks the temperature of a member of the match-day staff football match behind closed doors between Shabab Rafah and Ettihad Khan Younis at the al-Dora stadium in Deir al-Balah in the central Gaza Strip on June 19, 2020, after the maches resumed following the easing of restrictions put in place to stop the spread of coronavirus. (Photo by MAHMUD HAMS / AFP) (Photo by MAHMUD HAMS/AFP via Getty Images)

LA VITTORIA DEL MARKAZ SHALAB BALATA

Il 13 giugno scorso il campionato si è concluso con la prima vittoria assoluta del Marzak Shabab Balata. La squadra ha una storia pazzesca. La sua sede ufficiale è il campo profughi di Balata vicino a Nablus, in Cisgiordania. Lì risiedono circa 30.000 persone in un’area di 0,25 kmq che vivono in condizioni di vita estreme. Nel 1954 alcuni di loro hanno capito di aver bisogno di un passatempo per non impazzire e così hanno unito le forze e hanno fondato la squadra che oggi è diventata campione del torneo nazionale del Nord. Una gioia immensa per tutti all’interno del campo profughi, per i dirigenti e per gli stessi giocatori molti dei quali sono nati e cresciuti proprio a Balata.

Il campo profughi di Balata dall’alto

Il presidente dell’AFC, Shaikh Salman bin Ibrahim Al Khalifa, si è congratulato con la squadra dicendo che: “Il risultato riflette gli sforzi del club, compresi la direzione, lo staff tecnico e i giocatori, per tutta la stagione, e riflette anche lo spirito e la dedizione necessari per vincere un titolo così importante. Il loro successo  è un’indicazione promettente per una competizione molto più ampia nei tornei palestinesi, che si rifletterà positivamente sul calcio palestinese in generale”, ha concluso Salman.

Shaikh Salman bin Ibrahim Al Khalifa (Photo by Matthias Hangst/Getty Images)

Il club ha anche altri motivi per festeggiare. Oltre ai risultati sul campi è partito un rinnovamento delle strutture – un progetto AFC avviato dallo stesso presidente Shaikh Salman dopo aver visitato il campo profughi – che sta per essere completato con l’aggiunta di nuovi campi da calcio a 5 per gli allenamenti della prima squadra e del settore giovanile.
II futuro è sempre difficile da decifrare per il popolo palestinese. Il calcio ha dato loro un raggio di sole. Speriamo che le nuvole che offuscano il futuro di questa nazione possano diradarsi il prima possibile.

TOPSHOT – Palestinian fishermen retrieve their fishing nets back from the Mediterranean sea water at sunset in Gaza City on December 23, 2019. (Photo by MOHAMMED ABED / AFP) (Photo by MOHAMMED ABED/AFP via Getty Images)