Caos calendari in Asia – diramato il nuovo piano per la AFC Champions League

Nella giornata di ieri l’Asian Football Confederation (AFC) ha pubblicato il nuovo piano per le Coppe Internazionali che ripartiranno a settembre, ma questo andrà a causare non pochi grattacapi ai campionati orientali di Giappone, Cina e Corea.

L’AFC Champions League ripartirà nel mese di settembre e si disputerà completamente in campo neutro. A dare la notizia è l’AFC attraverso un comunicato ufficiale e la pubblicazione dei calendari. La West Zone scenderà in campo per la conclusione della fase a gironi il 14 settembre mentre l’East Zone lo farà il 16 ottobre.

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I gironi come comunicato dalla stessa AFC si disputeranno in campo neutro (ancora da decidere le sedi) e vedranno il completamento di tutte e 6 le giornate (fino ad ora si sono disputate parzialmente 2 giornate), mentre per quel che riguarda la fase ad eliminazione diretta, non si giocheranno più gare di andata e ritorno, bensì si è deciso di optare per una gara secca (anche questa fase in campo neutro). West ed East Zone, che seguiranno dei calendari non allineati, si incontreranno il 5 dicembre per la finalissima.

Questo tipo di calendario non dovrebbe rappresentare un problema per i campionati della West Zone: gli Emirati Arabi Uniti hanno già dichiarato il campionato annullato, mentre Qatar e Arabia Saudita concluderanno le stagioni 2019/20 fra agosto e settembre per poi gettarsi nella fase a gironi. A tal proposito non dovrebbe esserci nemmeno essere un problema per quel che concerne le stagioni 2020/21 dato che i campionati della Penisola Araba sono solitamente brevi: la lega qatariota prevede lo svolgersi di 22 giornate, mentre quella degli Emirati Arabi Uniti, 26.

Tutt’altra storia invece per quel che riguarda l’East Zone, dove in Corea, Giappone e Cina i campionati si devono concludere entro dicembre 2020.

Partiamo dalla Chinese Super League, che, come vi abbiamo riportato ieri, ha parzialmente ufficializzato il format della stagione 2020 che partirà il 25 luglio: 2 gironi da 8 squadre che si svolgeranno nelle città di Dalian e Suzhou in un ambiente senza pubblico ed estremamente controllato per evitare nuovi contagi. 14 giornate di campionato per la prima fase che si concluderà il 28 settembre.

Prima dell’inizio della fase a gironi della Champions League il 16 ottobre, vi sarà la prima pausa internazionale per quel che riguarda le qualificazioni alla Coppa del Mondo con le gare dell’8 e 13 ottobre. La fase a gironi della Champions e gli ottavi di finale terranno impegnati i club cinesi fino al 4 novembre, e a quel punto sarà il momento di imbarcarsi verso una nuova pausa internazionale con il disputarsi di altri due turni di qualificazione il 13 e 18 novembre.

Qual’ora i club cinesi, in uno scenario altamente probabile, dovessero raggiungere i quarti di finale della Champions League, dovranno tornare in campo il 25 novembre con la competizione che si chiuderà il 5 dicembre. Dunque, per i club cinesi, dalla fine della regular season il 28 settembre, fino al concludersi della Champions League, il 5 dicembre, fra la Coppa Internazionale e le Qualificazioni Mondiali non sembra esserci spazio per una seconda fase del campionato, se non appunto, nel mese di dicembre.

In Corea del Sud invece, dove il campionato è già cominciato, si arriverà al 4 di ottobre, prima della pausa internazionale, al 22° turno della K-League sui 27 previsti in totale. Ma come nel caso della Cina, anche qui si presenta il problema dei calendari, in quanto risulta molto difficile trovare lo spazio per la disputa della terza ed ultima fase della K-League dato che Ulsan Hyundai e Jeonbuk hanno le carte in regola per arrivare fino in fondo.

Grattacapi infiniti invece per il campionato giapponese: La J-League è ripartita lo scorso weekend e prevede il disputarsi di tutte e 34 le giornate fino al 19 dicembre: questo significa che, fatta eccezione per le pause per le Nazionali, la J-League prevede di giocare ogni tre giorni per sei mesi filati senza considerare le interruzioni riguardanti l’AFC Champions League.

Se Cina e Corea del Sud hanno riadattato le formule del loro campionato per poterlo finire tranquillamente nel 2020 (con l’ipotesi peggiore di concludere l’ultima fase dopo il 5 dicembre), il Giappone ha tirato dritto per la propria strada: 34 giornate di campionato, se il 75% di queste verranno regolarmente completate entro la fine dell’anno allora la J-League 2020 può dirsi validata. In questo caso non vi sono ragionamenti da fare: se i club della J-League parteciperanno alla Champions League non vi è modo di disputare 3/4 del campionato.

Vi sono due alternative, la prima, drastica, è i club giapponesi rinunciano a partecipare alla Champions League 2020, la seconda è che si adotti la formula coreana, ovvero il disputarsi del girone d’andata per poi dividere il campionato in 2, con la parte superiore che compete per titolo e piazzamenti in Champions, mentre la parte inferiore che lotta per… nulla, dato che le retrocessioni sono state bloccate quest’anno: in questo modo si avrebbe la riduzione del campionato da 34 a 26 giornate (prima della pausa Internazionale di ottobre la J-League raggiungerà il turno numero 20).