Gli interrogativi sul futuro del calcio ad Hong Kong

Con l’avvento della pandemia e l’interruzione del campionato, la Premier League di Hong Kong sta attraversando un momento critico nella sua storia, con alcuni club che hanno deciso di abbandonare la competizione.

La storia di Hong Kong da un anno a questa parte è stata davvero tragica, con l’inizio delle proteste anti-governative, seguite dallo scoppio della pandemia, e il non arrestarsi degli scontri con la polizia. La situazione si è ulteriormente aggravata lo scorso 28 maggio, quando il Governo di Pechino ha varato il disegno di Legge sulla Sicurezza Nazionale, che entrerà in vigore proprio domani. La nuova legge andrà ad intaccare l’autonomia di Hong Kong, in quanto il Comitato Permanente dell’Assemblea può approvare leggi bypassando il parlamento di Hong Kong.

Se Hong Kong a piccoli passi si sta lasciando alle spalle l’emergenza covid-19, con circa 60 casi riscontrati nel mese di giugno (ed un solo decesso), e la riapertura degli spazi pubblici quali Disneyland, d’altra parte gli scontri e le  continue proteste rendono l’ex colonia britannica un vero e proprio calderone, ed anche il calcio ne fa le spese.

La prima interruzione del campionato si è avuta in concomitanza del quarto turno dello scorso ottobre, quando un 14enne fu ferito da un colpo d’arma da fuoco sparato dalla polizia. L’episodio portò ad una escalation di proteste ed atti sovversivi, con danni alle stazioni di polizia e alle stazioni metropolitane. Le partite di quella settimana della Hong Kong Premier League furono inevitabilmente rinviate e proprio in quei giorni, data la situazione di forte tensione, all’ex colonia britannica fu persino revocata l’organizzazione del Gran Premio di Formula-E.

La situazione attuale

La Hong Kong Premier League ha visto disputarsi solamente 10 turni di campionato sui 18 totali prima che l’emergenza covid-19 interrompesse il campionato. Nel mese di marzo invece si sono disputati due match di recupero della terza giornata e le semifinali della FA Cup con R&F e Eastern che dovrebbero giocarsi l’atto conclusivo, inizialmente previsto per il 31 maggio, poi rinviato a data da destinarsi.

La Premier League di Hong Kong dovrebbe poter il 22 agosto, ma lo farà a ranghi ridotti, con ben 4 club sui 10 totali che hanno dichiarato l’intenzione di non continuare la stagione, fra cui Yuen Long, Rangers, Pegasus, e soprattutto i campioni in carica del Tai Po. Dunque il campionato, quando ricomincerà, lo farà solamente con 6 club, con la necessità di disputare solamente il girone di ritorno. La Federazione ha deciso che i match disputati contro le squadre che hanno abdicato devono essere considerati nulli e dunque sono stati revocati i punti conquistati.

Dei quattro club che hanno abbandonato la competizione, il Yuen Long ed il Tai Po hanno dichiarato che non prenderanno parte nemmeno alla Premier League 2020/21 e si teme che entrambi i club possano presto dichiarare il dissolvimento. Inoltre il Tai Po dovrebbe disputare la fase a gironi della AFC Cup (la seconda manifestazione continentale per club in Asia), ma a questo punto, se la competizione riprenderà, verrà rimpiazzato dal Kitchee.

I club contro la Federazione

A peggiorare la situazione è la frattura che si sta creando fra i club e la Federazione. Il 21 giugno il club cinese R&F (capolista della HKPL) ha mandato una lettera ai presidenti di tutti i club, invitandoli a dichiarare la stagione finita e ad organizzare un sistema di controllo sul campionato che sia indipendente da quello della Federazione Locale.

A scatenare la diatriba è la gestione delle finestre di mercato e l’utilizzo dei nuovi innesti: in un documento prodotto dalla FIFA lo scorso 11 giugno, si dichiara che la finestra estiva di mercato per la Premier League di Hong Kong in vista della stagione 2020/21 sarà aperta dal 4 agosto al 26 ottobre, dunque si sovrapporrà al termine della stagione 2019/20 dato che, come già scritto, la competizione riprenderà il 22 agosto.

Nonostante la registrazione dei nuovi calciatori possa essere effettuata solo al termine della stagione 19/20, la Federazione di Hong Kong (con l’autorizzazione della Fifa) permetterà invece ai club di utilizzare sin da subito i nuovi innesti, a patto che questi non giochino contro il loro ex club solo in finale della Coppa Nazionale. Un episodio definito imbarazzante, in quanto sono stati riscontrati molti errori nella traduzione del documento della FIFA dall’inglese al cinese.

Con l’addio di quasi la metà dei club ed una guerra aperta contro la Federazione, il futuro del calcio ad Hong Kong è sempre più in bilico