In attesa del Newcastle United, il fondo saudita investe 500 milioni di dollari nell’Entertainment

Il mondo del calcio attende l’imminente ingresso dei capitali dell’Arabia Saudita nella Premier League, con l’acquisizione del Newcastle United, ma intanto, il fondo reale, investe 500 milioni di dollari nel settore dell’entertainment.

Sembra oramai essere imminente il grande ingresso dell’Arabia Saudita nel mondo del calcio: dopo alcuni investimenti che potremmo definire minori, come l’acquisizione dell’Almeria e dello Sheffield Wednesday, ad entrare in scena nella Premier League sarà direttamente il fondo reale della famiglia saudita (PIF) del principe ereditario Mohammed Bin Salman, che si appresta a rilevare il 90% del Newcastle United per una cifra che si aggira sulle 300 milioni di sterline.

Come abbiamo spiegato nell’articolo di settimana scorsa, l’investimento non è privo di polemiche, e dopo i primi comunicati di Amnesty International, ci si è messo di mezzo anche il Qatar, tramite l’emittente BeIn Sports, che ha chiesto alla Premier League di bloccare l’acquisizione, in quanto si accusa l’Arabia Saudita, di trasmettere illegalmente le competizioni sportive attraverso i propri broadcasters, sia nella penisola araba che in nord Africa, andando ad intercettare  proprio il segnale di BeIn Sports.

Intanto che l’acquisizione del Newcastle United è al vaglio delle autorità della Premier League, si iniziano a fare congetture sul futuro del club: PIF infatti ha assets pari a 320 miliardi di dollari ed i tifosi dei Toffies sperano che possano imitare il rapidissimo percorso di crescita del Manchester City, tanto che, fra i media inglesi iniziano già a circolare rumors di mercato, a partire dalla panchina, con l’ex Tottenham, Mauricio pochettino, che sarebbe il primo indiziato della nuova proprietà.

L’investimento nel settore dell’entertainment

Mentre si attende l’ok dalla Premier League per il completamento dell’operazione Newcastle United, PIF, il 27 aprile, ha investito 500 milioni di dollari, acquistando oltre 12 milioni di azioni, pari al 5.7%, di Live Nations, promotore di eventi dello spettacolo con sede a Beverly Hills. Inoltre PIF, in precedenza ha investito 775 milioni di dollari nella Carnival Cruise, una delle più grandi compagnie di crociere degli Stati Uniti.

Come avevamo già spiegato in precedenza, l’Arabia Saudita, grazie alla spinta riformista del principe Mohammed bin Salman, si vuole proiettare verso la Vision del 2030 e per questo necessita di investire sia nel turismo, che nel settore dell’entertainment, il quale può essere sport, oppure eventi musicali. Gli investimenti in Live Nations e nel brand di crociere Carnival Cruise, arrivano in un momento naturalmente critico per le due aziende, rimaste bloccate a causa dell’emergenza globale del covid-19.

L’Arabia Saudita ha dunque approfittato di momenti di debolezza, e crollo del prezzo delle azioni, per effettuare investimenti strategici in settori che potranno portare profitti, ma anche risultati da punto di vista del soft power. Il regno necessita infatti di ricostruire una propria reputazione, caduta a picco dopo l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, un avvenimento che ha portato il rifiuto di molte star hollywoodiane di collaborare alla promozione dei film in Arabia Saudita, oltre a bloccare l’investimento da 400 milioni di dollari nella talent company Endeavor, dato che il fondatore Ari Emanuel, si è rifiutato di trattare ulteriormente con PIF a seguito dell’omicidio del giornalista.