Rivaldo e Felipe Scolari al Bunyodkor – la squadra della figlia del dittatore uzbeko

I retroscena nella storia politica e gli intrighi dell’Uzbekistan, che portarono le leggende brasiliane Rivaldo e Felipe Scolari, a firmare per il Bunyodkor

Leggendo le pagine di Sovietistan: viaggio in Asia Centrale, le repubbliche ex Sovietiche di quelle terre lontane presentano tutti degli aspetti bizzarri per quel che riguarda i propri governatori o alcuni aspetti sociali. Lo stesso non lo si può dire per l’Uzbekistan, paese del quale in questo sito abbiamo sempre parlato dal punto di vista calcistico, dato che si tratta di una delle Nazioni Top in Asia, ma non abbiamo mai approfondito la società uzbeka, la quale è stata governata da una delle dittature maggiormente repressive e violente della storia recente.

Il regime sanguinario di Islom Karimov

Islom Karimov è stato presidente dall’Uzbekistan dal 1991, anno di indipendenza del paese, fino alla sua morte avvenuta nel settembre del 2016. Continue violazioni dei diritti umani, censura ferrea, mancanza di prospettive per il futuro e proventi del gas naturale e petrolio che arricchivano pochi: queste sono state le caratteristiche dell’Uzbekistan per 25 lunghi anni, nei quali Karimov ha utilizzato la scusa della lotta all’estremismo islamico al fine di aumentare il proprio controllo e repressione sulla popolazione.

Nel 2005 il governo uzbeko e Islom Karimov si resero colpevoli del massacro di Andijan, una regione povera ed arretrata dell’Uzbekistan, nella quale la popolazione, aveva organizzato una protesta in piazza per gridare il proprio disappunto contro la corruzione degli enti locali. Senza preavviso, le forze di sicurezza aprirono il fuoco sulla folla in maniera indiscriminata e uccisero centinaia di persone, tra cui donne e bambini. Dopo oltre 15 anni, è ancora sconosciuto il numero delle vittime, nonostante tutto Karimov, i giorni seguenti al massacro, dichiarò che erano stati uccisi solamente estremisti islamici e che non erano stati toccati civili. Peccato che la realtà sia stata ben diversa e che negli anni seguenti i promotori della protesta di Andijan ed i loro famigliari sono stati costantemente perseguitati e torturati.

Islom Karimov morì nel 2016 e al suo posto succedette Shavkat Mirziyoyev, il quale, a differenza del sanguinario dittatore, sta cercando di creare un nuovo Uzbekistan, con riforme economiche che possano favorire lo sviluppo, oltre a rafforzare i rapporti con gli stati esteri. Mirziyoyev ha migliorato i rapporti diplomatici con i vicini Tajikistan e Kirghizistan, ed inoltre ha assunto un atteggiamento di dialogo nei confronti dei gruppi talebani in Afghanistan, cercando di stabilizzare la situazione al confine.

La salita al potere di Shavkat Mirziyoyev è stata alquanto convulsa: nel 2016 infatti, oltre all’improvvisa morte di Islom Karimov, vi fu anche la fine dell’impero economico di sua figlia, Gulnara Karimova, uno dei personaggi più eccentrici della storia politica dell’Uzbekistan.

L’impero corrotto di Googoosha

Gulnara, la figlia del dittatore dell’Uzbekistan Karimov è stata una delle figure più controverse del paese: cantante pop, imprenditrice e proprietaria della squadra di cacio del Bunyodkor, poco prima della morte del padre era stata messa agli arresti domiciliari nella capitale, Taskhent.

Gulnara è stata ambasciatrice dell’Uzbekistan in Spagna e rappresentante presso l’ONU a Ginevra. Parallelamente alla sua carriera politica, Gulnara diede libero sfogo al suo ‘lato artistico’, con la pubblicazione nel 2006 del suo primo video musicale, Unutma meni (non dimenticarmi) lanciato con il nome d’arte di Googoosha. La figlia del dittatore iniziò ad essere un personaggio influente negli ambienti dello spettacolo e della moda e si esibì in duetti con Julio Iglesias (2008) e Gerard Depardieu (2012) durante le loro visite a Taskhent nella settimana della moda.

Proprio nel 2012 Googoosha lanciò il suo primo album, che non riuscì a sfondare nel mercato europeo e statunitense, ma in compenso le sue canzoni erano continuamente mandate in onda nelle radio uzbeke. Come se non bastasse, la figlia del dittatore produsse gioielli per l’azienda svizzera Chopard, lanciò sul mercato due profumi, ed inoltre, avrebbe dovuto presentare una collezione di vestiti alla Settimana della Moda di New York, evento che fu cancellato per via delle proteste di attivisti per i diritti umani.

Al di la delle sue infinite stravaganze  ed egocentrismo, nel suo periodo di massima gloria Gulnara Karimova possedeva quote in tutte le principale aziende uzbeke e le compagnie europee che volevano investire nel paese centro asiatico subivano enormi pressioni per sborsare mazzette alla figlia del dittatore. A tale scopo fu fondata in Svizzera la società Zeromax, con la quale raccogliere questi fondi illeciti. La sola Zeromax aveva accumulato così tanti capitali che acquistò persino la società di calcio del Bunyodkor, la quale ingaggiò due stelle brasiliane: in panchina Felipe Scolari ed in campo Rivaldo.

Rivaldo in Uzbekistan

Prima di Rivaldo, nell’estate del 2008 il Bunyodkor (che allora portava il nome di Kuruvchi) sul proprio sito annunciò nientemeno che l’ingaggio di Samuel Eto’o, ai tempi al Barcellona, con la formula di un prestito di sei mesi. la questione di calciomercato divenne abbastanza intricata, tanto che sembrava vicina a compiersi. Quell’estate  Samuel Eto’o, Puyol, Andres Iniesta ed altri dirigenti del Barcellona, viaggiarono alla volta di Taskhent, ma non per questioni relative a trasferimenti, bensì per siglare un programma di cooperazione per lo sviluppo giovanile del calcio uzbeko. Sfumato Eto’o, il quale non sappiamo quanto veramente sia andato vicino al passaggio al Bunyodkor, il club virò su un ex Barcellona, ovvero Rivaldo.

La carriera di Rivaldo è cambiata radicalmente alla soglia dei trent’anni: ai tempi del Barcellona parlavamo di un giocatore incontenibile, capace di vincere La Liga per tre anni consecutivi, guidare il Brasile alla conquista della quinta Coppa del Mondo nel 2002, ed essere incoronato Pallone d’Oro nel 1999. Con il passaggio al Milan proprio dopo il Mondiale di Giappone e Corea, iniziò il suo lento declino: il picco era stato raggiunto e non rimaneva altro che una lenta discesa nel calcio di periferia. Dopo la triste parentesi in rossonero, Rivaldo si trasferì in Grecia, prima all’Olympiakos e successivamente, a causa di dispute con la dirigenza, ai rivali dell’AEK Atene.

Nel 2008 per Rivaldo giunse l’offerta irrinunciabile, quella del Bunyodkor di Gulnara Karimova, che offrì al calciatore un contratto da 8 milioni di euro per due anni. “E’ stata una decisione molto difficile per me, ma quella era un’offerta molto importante per la mia carriera. – dichiarò allora Rivaldo che lasciò in fretta e furia Atene negli ultimi giorni di calciomercato – Le cose accadono così rapidamente, dovevo andare. Chiunque altro nella mia posizione avrebbe accettato.”

Non solo Rivaldo, il Bunyadkor era intenzionato ad assumere anche un allenatore con un grande nome e la scelta ricadde inizialmente su Zico che firmò un contratto di un anno.

Il 2008 fu un anno di grande anno per il Bunyodkor che vinse il suo secondo campionato nella storia con Rivaldo che segnò 7 gol in 12 presenze nella seconda parte di stagione. Importantissimo quell’anno fu anche il cammino continentale del club uzbeko, che raggiunse le semifinali della AFC Champions League per poi essere eliminato dagli australiani dell’Adelaide United. Nonostante tutto, Rivaldo non prese parte alla manifestazione continentale, in quanto si trasferì in Uzbekistan troppo tardi per essere inserito nella lista Champions.

Al termine della stagione 2008, Zico si trasferì al CSKA Mosca e nell’estate successiva, dopo la breve parentesi di Irgashev, il Bunyodkor affidò la panchina ad un altro nome di grande spessore: Felipe Scolari era stato appena esonerato dalla guida del Chelsea e il club uzbeko, nel giugno del 2009, ne fece il tecnico più pagato al mondo con un contratto da 13 milioni di euro a stagione.

Nel 2009 il Bunyodkor dominò letteralmente  il campionato, vincendo con 18 punti di vantaggio sui rivali del Pakhtakor e Rivaldo divenne il capocannoniere con 20 gol segnati. Il calciatore brasiliano decise di estendere il proprio contratto con il club uzbeko e dichiarò: “Voglio contribuire allo sviluppo del calcio in Uzbekistan, sono soddisfatto delle condizioni ed ho deciso di rimanere in questo magnifico paese per molti anni”. Rivaldo altri non faceva che legittimare il regime di Karimov e le stravaganze della figlia, mentre il resto del paese arrancava.

Le cose precipitarono l’anno successivo: il Bunyodkor fu eliminato agli ottavi di finale della AFC Champions League perdendo per 3-0 contro i sauditi dell’Al-Hilal, un risultato che costò l’esonero di Felipe Scolari. Non solo, il club decise anche di rescindere il contratto di Rivaldo a stagione in corso e mettendo dunque fine ai pagamenti del calciatore brasiliano. L’ex di Milan e Barcellona assieme ai propri avvocati, fece causa al Bunyodkor e si appellò direttamente a Gulnara Karimova per risolvere la questione, ma la figlia del dittatore, proprio nel 2010, si vide chiudere la Zeromax, la società che controllava il club, in quanto il proprio impero costruito sulla corruzione e le tangenti, iniziava a scricchiolare.

La fine dei Karimov

La figura di Gulnara era diventata troppo ingombrante, tanto che stava interferendo nella compravendita di oro e metano, per questo, il padre Karimov, decise nel 2010 di chiudere la Zeromax. Le cose però precipitarono nel 2013, quando Gulnara perse l’immunità diplomatica di cui godeva e di conseguenza le autorità svizzere, olandesi e americane, avviarono indagini sul riciclo di ingenti fondi. La situazione per la figlia del dittatore si fece improvvisamente tesa, anche a causa di giochi di potere per l’eredità alla guida del paese uzbeko una volta che Karimov sarebbe deceduto. Nel febbraio del 2016 l’account twitter di Gulnara fu bloccato e le radio uzbeke smisero di mandare in onda le sue canzoni.

Che fine ha fatto Gulanara Karimova? Nel 2016 fu messa agli arresti domiciliari a Taskhent. Fra le teorie più drastiche vi è quella del media russo RIA Novosti, che dichiara che la figlia del dittatore sia stata uccisa per avvelenamento nel novembre del 2016, ed il suo corpo seppellito in un piccolo cimitero di Taskhent. Il velo di mistero si è levato negli ultimi anni, e nel marzo 2019 Gulnara Karimova è stata spostata in carcere per aver violato i termini degli arresti domiciliari. Un anno dopo, la corte suprema dell’Uzbekistan ha condannato Gulnara Karimova a 13 anni e 4 mesi di carcere, nel mentre che vanno avanti le trattative fra le autorità svizzere e quelle uzbeke, sulle centinaia e milioni di euro bloccati sui conti svizzeri.

Unutma meni cantava Gulnara Karimova nella sua mediocre carriera come artista pop, ‘non dimenticarmi’. Di certo il popolo uzbeko non dimenticherà l’egocentrismo e la dilagante corruzione messa in piedi dalla figlia di Islom Karimov, e non dimenticherà mai il periodo di forte repressione che questi ha esercitato per oltre 25 anni, fra massacri, censure e continue violazioni dei più elementari diritti umani. Un periodo che, Rivaldo, Scolari, Zico, ricoperti d’oro e ci piace pensare, inconsapevoli di quella che era la realtà del paese, non hanno fatto altro che legittimare.