Libano e Iraq: campionati sospesi per le proteste anti governative

La situazione in medio oriente diventa ogni giorno più instabile con le proteste popolari in Libano ed Iraq, oltre alle tensioni fra Iran e Stati Uniti. In questi paesi il calcio si è fermato da diversi mesi, mentre le Nazionali ed i Club che partecipano alle manifestazioni continentali, sono costretti a giocare in campo neutro. 

In Libano è stato riformato il governo dopo che nel dicembre del 2019 il premier Saad Hariri si è dimesso in seguito a forti  proteste popolari contro il carovita a la corruzione scoppiate in varie città del Paese a metà ottobre. Il nuovo governo vicino agli Hezbollah filo-iraniani è guidato da Hassan Diab, a cui spetta il compito di guidare il paese fuori da una delle crisi economiche peggiori da trent’anni a questa parte. Hassan Diab non gode del benestare della popolazione, per le sue politiche che in passato, quando era ministro dell’educazione, sono state accolte con molto sdegno, come quella di innalzare le tasse universitarie del 300%.

Da diversi mesi proseguono scontri fra la popolazione civile e le forze di polizia: nella notte fra il 18 ed il 19 gennaio l’episodio più critico, con il centro di Beirut in fiamme ed oltre 450 feriti, con la polizia che è stata costretta ad usare gas lacrimogeni e e cannoni ad acqua per sedare la rivolta.

La Premier League del Libano 2019/20 si è fermata lo scorso 6 ottobre  dopo solamente tre giornate a causa della situazione instabile e la scorsa settimana la Federazione ha annunciato l’annullamento della stagione 2019/20. I club libanesi sono impegnati anche nella AFC Cup del 2020, l’Al Ahed (club filo governativo vicino agli Hezbollah) e l’Al Ansar. Per entrambe le squadre a fine febbraio partirà la fase a gironi della manifestazione, ma sicuramente, l’Asian Football Confederation opterà per organizzare le partite casalinghe in campo neutro, molto probabilmente negli Emirati Arabi uniti, oppure in Qatar o Oman.

Lo scorso novembre il calcio libanese ha vissuto uno dei momenti più importanti della propria storia recente, con la vittoria dell’Al Ahed nella AFC Cup 2019 nella finale disputata in campo neutro in Malesia contro i nord coreani del April 25. L’Al Ahed, che nella stagione 2018/19 ha centrato uno storico triplete vincendo anche campionato e Coppa Nazionale, è stato il primo club proveniente dal Libano a trionfare nella manifestazione continentale.

La Nazionale del Libano, che nel gennaio del 2019 ha disputato la Coppa d’Asia, uscendo ai gironi, ora si ritrova a competere per le qualificazioni a Qatar 2022 (seconda fase), ritrovandosi al secondo posto nel girone H, con 8 punti in 5 partite, a pari merito con Corea del Nord e Corea del Sud, ed a una sola lunghezza dal Turkmenistan capolista. Tutto è possibile per la squadra allenata dal rumeno Liviu Ciobotariu, anche se i ‘Cedars’ non potranno contare sul fattore ambientale: le ultime due partite casalinghe contro le Due Coree sono state giocate a porte chiuse, e probabilmente, i prossimi impegni saranno spostati in campo neutro.

Quella del Libano non è stata l’unica lega Medio orientale ad essere stata interrotta per disordini interni: anche la Super League dell’Iraq è stata momentaneamente sospesa  dopo appena quattro giornate, a causa delle proteste popolari contro il governo che alla fine del mese di ottobre, hanno portato alla morte di ben 80 manifestanti. Il clima nel corso di questi mesi non si è placato ed anche in Iraq, così come in Libano, la situazione non sembra assolutamente di essere di facile ed immediata risoluzione, considerando ancora la residua presenza dell’Isis, e per essere stata teatro delle schermaglie fra Stati Uniti e Iran.

Il calcio iracheno nel 2019 ha vissuto solamente un istante di gioia: lo scorso 11 ottobre l’Iraq ha ospitato Hong Kong a Basra, nella partita per le qualificazioni a Qatar 2022. Un evento storico, marcato dalla vittoria dei padroni di casa, che vedeva la nazionale irachena tornare a giocare fra mura amiche una partita ufficiale dopo otto anni. Con il campionato fermo, la Nazionale per le rimanenti partite della seconda fase delle qualificazioni, dovrà necessariamente giocare in campo neutro.

I club iracheni, a differenza di quelli libanesi, disputano l’AFC Champions League, la massima competizione continentale in Asia. L’Al Zawraa è stato eliminato nel secondo turno preliminare dal Bunyadkor per 4-1 in un match singolo disputatosi in Uzbekistan, mentre nella fase a gironi hanno accesso i campioni nazionali dell’Al Shorta, i cui match casalinghi saranno riorganizzati in campo neutro.

L’ultima, critica situazione è quella che riguarda l’Iran, il cui campionato non ha subito variazioni nonostante l’escalation di tensioni con gli Stati Uniti, ma ad avere ripercussioni, sono i club iraniani in AFC Champions League. L’Asian Football Confederation ha proibito ai club iraniani che dovevano disputare le partite del secondo turno preliminare di giocare in casa, spostando i match di Esteghlal e Khodro FC in campo neutro, negli Emirati Arabi Uniti. Il provvedimento della AFC potrebbe essere esteso a tutti i club della Persian Gulf League sia per il successivi turno preliminare, che per la fase a gironi. I club interessati e la Federazione iraniana hanno espresso il loro disappunto e fra le opzioni contemplate vi è anche quella di rinunciare alla competizione per quest’anno.

L’unica nota lieta riguarda lo Yemen, paese travolto da una lunga e logorante guerra civile, dopo 5 anni ha visto ripartite il campionato calcistico di fronte a ben 30.000 spettatori.