AFC U23 (3rd Round): Straripante Corea del Sud, chirurgici Arabia Saudita e UAE, delusione nipponica.

Si è appena concluso il terzo ed ultimo turno della fase a gironi della Coppa d’Asia riservata alle selezioni under 23, finalmente si ha un verdetto chiaro di quelle che saranno le fasi finali del torneo. Non mancano, certamente, le sorprese: analizziamole insieme.

GIRONE A

Australia e Thailandia si aggiudicano l’ingresso ai Quarti di finale della competizione.

La selezione dell’esperto tecnico Graham Arnold (commissario tecnico, inoltre, della nazionale maggiore) si piazza in testa al girone, nonostante il pareggio per 1-1 contro il Bahrein, chiudi fila, dopo una prestazione non esaltante; vengono premiate le precedenti uscite contro Iraq (1-1) e la vittoria sulla Thailandia (2-1). Ancora protagonista nell’ultima gara, il gioiellino ex Renate, Reno Piscopo, autore dell’assist sul gol di Najjarine.

Pari anche per i padroni di casa della Thailandia contro l’Iraq, che dopo essere passati in vantaggio con rete di Wonggorn su calcio di rigore, si fanno recuperare nella ripresa da Mohammed Nassif. Destini paralleli quelli delle due giovani selezioni: ai padroni di casa è sufficiente il pari per continuare a sognare, mentre l’Iraq, molto sprecone e disattento, deve salutare la coppa in uno status molto particolare, ossia da imbattuto. C’erano molte aspettative positive sui giovani di Abdul Ghani Shahad, le quali non sono state rispettate ed ora al team ed i tifosi è rimasta soltanto una fortissima amarezza.

In ripresa invece, il Bahrein, ma le giornate a disposizione sono soltanto 3 e a parte un esordio disastroso, che ha visto i ragazzi di Chammam uscire sconfitti per 5-0 contro la Thailandia, il segnale è stato forte e sono arrivate due belle prestazioni contro Iraq ed Australia. Resta l’amaro in bocca per quel gol subito al 92esimo minuto di gioco contro l’Iraq che ha decretato il pareggio finale riguardo quella gara, segnando così anche il destino della nazionale, che il butterfly effect avrebbe certamente capovolto.

GIRONE B

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Accedono alla fase finale del turno Saudi Arabia e Syria piazzate relativamente prima e seconda. L’Arabia Saudita nei precedenti turni aveva sconfitto per 2-1 il Giappone e poi pareggiato 0-0 col Qatar; nell’ultimo turno dei gironi ha sconfitto per 1-0 la Syria, nella lotta per il vertice con rete del talento classe 2000 in forza all’Al-Nassr: Firas Al-Buraikan.

La Syria, che ha disputato una Coppa d’Asia fin qui sorprendente, dopo aver pareggiato all’esordio con il Qatar, è riuscita a vincere contro il Giappone per 2-1. Si è chiesto troppo nello scontro contro l’Arabia che rimane una della favorite per la vittoria finale. Nonostante ciò il cammino siriano continua e lo farà sotto la guida di un ottimo normalizzatore quale è Al Fakeer.

Il Giappone è sicuramente la rivelazione negativa del torneo, in quanto tutto il panorama mondiale era a conoscenza della lunga schiera di talenti di cui i nipponici sono in possesso; nessuna vittoria: un solo pareggio e due sconfitte per mandare a casa la selezione di Moriyasu, che difficilmente si presenterà ai giochi olimpici con questa rosa.

Per il Qatar, invece, discorso analogo che è stato fatto per l’Iraq, imbattuti in tutte le gare ma poco solidi in fase difensiva. Da rivedere, sicuramente,  la gestione delle gare. Il turno non è stato passato nonostante la presenza in rosa di giocatori del calibro di Tarek Salman e Abdullah Abdulsalam, i quali sono descritti come le next big things del panorama qatariota.

 

GIRONE C

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All’interno del gruppo piu intrigante della competizione, è dominio assoluto della Corea del Sud, che è e sarà l’unica nazionale a terminare questa fase a punteggio pieno. 3 vittorie su 3 per la rosa di Kim Hak-Beom. Quest’ultimo non ha sbagliato nulla riguardo la gestione dei giocatori e il loro schieramento all’interno del terreno di gioco.

I sudcoreani hanno vinto contro Cina (1-0), Iran (2-1) ed Uzbekistan (2-1). Trascinatore soprattutto nell’ultima gara è il talento dell’Ulsan Hyundai in prestito al team militare Sangju Sangmu: Oh Sehun, classe 1999 che raggiunge quota 3 reti nella competizione dopo la doppietta nell’ultima gara contro l’Uzbekistan. Il blocco Daegu si è rivelato micidiale in ogni reparto: Jeong Taewook in difesa, Kim Daewon a centrocampo e Jeong Seung-Won in attacco. A questi da sommare il fantasista del Friburgo, scuola Bayern Monaco, Jeong Woo-Yeong per completare una rosa con estrema qualità. Ad oggi sono loro ad essere i favoriti per la vittoria finale, ed i risultati ne sono la prova.

Per una sola reta segnata in più rispetto all’Iran, sono i campioni in carica dell‘Uzbekistan a passare il turno come secondi. I ragazzi dell’ex tecnico del Partizan, Drulovic, hanno uno stile di gioco molto simile alla nazionale maggiore, andando a sfruttare quelle che sono le palle sporche recuperate dal mediano di rottura Azizjon Ganiev (21) del Nasaf Qarshi, vera superstar del team, protagonista di un geniale assist proprio nell’ultima gara contro la capolista.

I giovani uzbeki hanno dimostrato di avere i 90 minuti sulle gambe, tanto da giocarsela fino all’ultimo contro la Corea del Sud, dopo aver seppellito la Cina 2-0 e pareggiato 1-1 con l’Iran. Questi ultimi capaci di replicare i risultati dei campioni in carica ma con il rammarico di aver segnato una sola rete ed oltretutto su calcio di rigore, all’87esimo minuto, contro la Cina. La selezione Estili ha dovuto fare i conti con una delle due uniche note positive della Cina: il portiere 21enne dello Shanghai SIPG, Chen Wei.

Altra nota positiva della Cina, in una AFC Cup U23 veramente deludente, con 0 reti segnate (complice l’infortunio di Zhang Yuning?) e 0 punti conseguiti, è il difensore dello Shenhua, Zhu Chenjie, l’unico assieme al portiere precedentemente citato, che in futuro potrebbe rappresentare qualcosa per la nazione. Delusione totale è stata per Yang Liyu del Guangzhou Evergrande, che dopo una stagione strabiliante, è tornato ad essere mediocre anche contro difese poco organizzate. Per il resto, i ragazzi di Hao Wei non hanno futuro e il settore giovanile cinese è, forse, il peggiore di tutto il Continente Asiatico.

GIRONE D

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Il gruppo finale della competizione comprende Giordania, Vietnam, Emirati Arabi Uniti e Corea del Nord.

Le 2 selezioni che si sono guadagnate l’accesso ai quarti di finale sono gli EAU e la Giordania, che si sono affrontate nell’ultimo turno pareggiando per 1-1. Entrambe hanno conseguito gli stessi (5) punti, ma il primato spetta agli emiratini per via dell’unica rete subita. Gli Eyal Zayed, grazie al duo firmato Al-Jazira, terminano il girone imbattuti e con la miglior difesa della competizione, condivisa con i cugini sauditi. Protagonisti sono, il numero 7 Al Ameri, 23enne punta centrale, vociferato ed acclamato come l’erede del suo connazionale e compagno di squadra Ali Mabkhout ed il centrale di difesa Khalifa Alhammadil, classe ‘98, rapido, dotato di buona tecnica, bravo di testa e con il vizio del gol; molto simile al cugino Abdulbassit Al-Hindi.

La Giordania, dopo aver vinto la gara d’esordio per 2-1 contro la Corea del Nord ha pareggiato le rimanenti gare, prima contro il Vietnam ed infine contro gli Emirati. Nonostante non siano venuti da parte loro risultati degni di nota, il tutto è paradossalmente sufficiente per proseguire nel torneo sotto la spinta di Omar Hani, esterno dell’APOEL Nicosia, vero punto di riferimento della Giordania.

Dopo due sconfitte e la qualificazione ormai irraggiungibile, matematicamente, arriva la prima ed unica vittoria della Corea del Nord, che condanna il Vietnam, al 90esimo, per via di un calcio di rigore.

Il Vietnam, che nella passata edizione era uscito sconfitto, solo in finale, si trova ora fuori dalla Coppa ed ultimo nel girone. I vietnamiti che fino ad oggi vantavano la miglior difesa con 0 reti subite dopo aver disputato due gare contro altrettante nazionali, sulla carta, maggiori, sono stati artefici del loro destino; bastava una sola vittoria per portare a casa il passaggio del turno, ma la scarsa capacità realizzativa, come si è visto in numerose altre casistiche, ha punito severamente.

È stata una fase a gironi emozionante, che ha illustrato, in maniera abbastanza completa, tutte le nazionali. Le restanti 8 squadre, saranno protagoniste per una corsa al titolo giovanile più prestigioso d’Asia, che si prospetta, metaforicamente  parlando, una lotta senza esclusione di colpi.