La forza della politica: alla Cina il nuovo Mondiale per Club nel 2021

Lo scorso 24 ottobre la Fifa, tramite comunicato ufficiale, ha assegnato l’edizione del nuovo Mondiale per Club a 24 squadre alla Cina a seguito della riunione del concilio che si è tenuta a Shanghai. 

Dunque la Cina, che negli anni scorsi aveva paventato l’intenzione di ospitare un’edizione della Coppa del Mondo per Nazionali entro il 2034, per il momento si aggiudica la prima edizione del nuovo Mondiale per Club nell’estate del 2021. Quello che balza subito all’occhio è che per un evento di tale importanza che raggrupperà le principali squadre da tutti i continenti, non vi è stato un normale processo di candidature come siamo abituati ad assistere per Olimpiadi o Coppa del Mondo, bensì il concilio della Fifa ha votato all’unanimità per assegnare la prima edizione alla Cina, segno di come il colosso asiatico abbia una influenza notevole nel massimo organismo calcistico presieduto da Gianni Infantino.

Gli sponsor cinesi

Dopo il Fifa Gate e il declino di Blatter, i principali sponsor della Fifa si sono ritirati a causa dello scandalo relativo alla corruzione, lasciando campo aperto alle aziende cinesi. Ad oggi sono quattro i main sponsor cinesi della Fifa: la Dalian Wanda (fino al 2030), conglomerato attivo in vari settori fra cui cinema e real estate, ex azionista di minoranza dell’Atletico Madrid; il produttore di elettrodomestici Hisense; il produttore di smartphone Vivo; ed infine il Mengniu Dairy, uno dei principali attori nella produzione di latte in Cina. A questi si aggiunge anche il distaccamento di auto elettriche di Alibaba, gruppo leader nell’e-commerce cinese, che funge da main sponsor dell’attuale Fifa Club’s World Cup a 7 squadre.

Dunque non è errato affermare che la Fifa, a seguito dello scandalo che ha portato alla fine di Blatter, respira ed agisce con i soldi delle aziende cinesi, accrescendo a dismisura il peso politico della Repubblica Popolare Cinese nelle decisioni della Fifa.

A rafforzare l’intesa vi è il controverso accordo che la Fifa, lo scorso aprile, a firmato con il vice ministro dello sport cinese Di Zhaocai. La partnership, siglata nientemeno che da Gianni Infantino prevede un supporto tecnico da parte della Fifa per lo sviluppo di giovani calciatori, tecnici, arbitri e manager.

China is playing against International Rules, but that’s ok for FIFA in the geopolitical game

Mai la Fifa prima d’ora aveva siglato accordi del genere, andando per giunta contro le proprie regole: Du Zhaocai, vice ministro dello sport, infatti era al tempo presidente della Chinese Football Association (CFA) Dunque la Fifa ha legittimato di fatto le interferenze governative negli affari della CFA, fattore che negli anni scorsi ha portato alle squalifiche internazionali di paesi come Indonesia e Pakistan.

Era chiaro che, per interessi economici il nuovo Mondiale per Club si sarebbe disputato in Asia, ma la Cina non appariva come la scelta più scontata. Infatti, seppur mai ufficialmente confermati, nel conglomerato che assieme alla Fifa ha creato la nuova competizione, gli attori principali sono la giapponese Soft Bank ed il fondo reale dell’Arabia Saudita.

Un successo annunciato

In attesa di scoprire quali città e stadi ospiteranno la manifestazione, vale la pena analizzare i numeri dei tour estivi dei club europei in Cina. Quest’anno nella Repubblica Popolare Cinese fra Nanchino e Shanghai si sono disputate partite dell’ICC e dell’Asian Premier League Tour.

Ai cinesi piace di più il calcio Europeo?

 

La manifestazione del campionato inglese (che annoverava il Manchester City) ha fatto registrare 40.000 spettatori nel l’Olimpico di Nanchino e il tutto esaurito all’Hongkou Stadium di Shanghai, impianto con una capienza da 33.000 posti.

Il derby d’Italia fra Juventus e Inter, disputatosi a Nanchino ha visto accorrere sugli spalti ben 48.000 tifosi, mentre a Shanghai vi è stato un altro sold out con il confronto fra Manchester United e Tottenham valido per l’ICC.

Da diversi anni le principali città cinesi ospitano le amichevoli estive dei club europei, con risultati molto positivi considerando che si tratta solamente di match di esibizione perlopiù fra riserve. Citando alcuni numeri delle passate stagioni, nel 2017 ad esempio allo Shanghai Stadium il match fra Arsenal e Bayern Monaco ha fatto registrare oltre 50.000 spettatori.

Considerando questi numeri e l’importanza dei club coinvolti, è facile immaginare che la manifestazione da un punto di vista commerciale sarà sicuramente un successo. Ma la vera sfida che aspetta la Cina è quella riguardante l’immagine che trasmetterà di se ad evento in corso.

La Cina infatti a causa delle proteste ad Hong Kong e la diatriba generata con l’NBA sta attraversando un momento di declino dal punto di vista del soft power. Lo sport e l’organizzazione di grandi eventi internazionali sono fondamentali per un’azione definita di ‘sport washing’, che la Russia ad esempio ha sfruttato molto bene durante i Mondiali in casa dello scorso anno, conferendo un immagine di se estremamente positiva per quelle persone accorse a Mosca e dintorni per assistere alle partite.

Le squadre partecipanti

Secondo quanto riportato da apnews, la UEFA ha accantonato la possibilità di qualificare le 8 squadre europee per meriti storici. Bensì si qualificheranno al nuovo Mondiale per Club le ultime 4 vincitrici di Europa League e Champions League. Dunque le squadre che hanno già staccato il pass sono Liverpool, Chelsea, Real Madrid ed Atletico Madrid.

Per quanto riguarda l’Asia, accederanno le vincitrici delle AFC champions League 2019 e 2020. Inoltre le sconfitte nelle due finali di affronteranno in un playoff per determinare la terza squadra asiatica. Dunque la finale di questa edizione della Champions League fra Urawa Red Diamonds (Giappone) ed Al Hilal (Arabia Saudita) assume ulteriore importanza.

Come paese ospitante, la Cina qualificherà una squadra, presumibilmente Guangzhou Evergrande o Shanghai Sipg, ma secondo quanto riportato da apnews dovrà presumibilmente vedersela con la candidata dell’Oceania in un turno preliminare.

Per quanto riguarda gli altri continenti, è prevista la partecipazione di 6 club dal Sud America, 3 dall’Africa e 3 dal Nord America.

Il rischio di questa competizione è però quello di vedere una replica dei quarti di finale di UEFA Champions League. Negli ultimi anni il gap fra club europei e di altri continenti è aumentato sensibilmente, mentre si è affievolita quello fra sudamericane ed asiatiche. Infatti nelle ultime tre edizioni, per ben due volte ad approdare in finale sono state squadre della AFC. Il Kashima Antlers nel 2016 e l’Al Ain nel 2018. L’ultimo successo di un club sudamericano risale al 2012 quando fu il Corinthians ad avere la meglio sul Chelsea.