Intervista esclusiva a Marcello Lippi: ‘La cena di gala a Roma con Xi mi ha convinto a continuare, il nuovo gruppo mi da buone sensazioni’

5 Serie A, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe Italiane, 3 Chinese Super League, 1 Chinese FA Cup, 1 Champions League, 1 Supercoppa Uefa, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Asian Champions League ed un Campionato Mondiale vinto nel 2006. Difficile avere la possibilità di fare 4 chiacchiere con un allenatore più vincente come Marcello Lippi, questa la nostra esclusiva intervista al Commissario Tecnico originario di Viareggio, che ci ha raccontato vari aspetti della sua seconda esperienza sulla panchina della Nazionale cinese.

Il Suo arrivo in Cina risale ormai al lontano 2012, al servizio del Guangzhou Evergrande, quali sono state le, maggiori, novità che ha riscontrato dal punto di vista dello sviluppo del movimento? A questo proposito, sono state determinanti le riforme imposte dalla Chinese Football Association?

Una delle mie più grandi vittorie è stata quella di aver fatto comprendere l’importanza, per una crescita importante e costante del movimento, del settore giovanile. Quando sono arrivato nel 2012 nessun Club di Prima Divisione aveva una squadra giovanile: anche le principali società di Chinese Super League avevano, esclusivamente, una seconda squadra composta da ragazzi di 27-28 anni. In due anni di Evergrande nessun calciatore della seconda squadra è riuscito ad esordire in prima divisione, non c’era nè qualità nè talento. Ho chiesto a “gran voce” squadre Under 23 composte da ragazzi di 18-19 anni, settore giovanili che partissero dai Giovanissimi (12/14 anni)… Una mia grandissima soddisfazione è stata quella dell’aver raggiunto questo risultato sia con squadre di Club (prima) che con la Nazionale (dopo).

A conclusione dell’ultima AFC Asian Cup (Coppa d’Asia), infatti, tutte le squadra di Chinese Super League hanno un settore giovanile che parte dall’Under 13, è stata una novità determinante per la crescita del movimento: non è un caso che attualmente, in Cina, ci siano 60-70 ragazzi dai 19 ai 20 anni di ottima prospettiva.

Rimanendo su questo tema, crede che i vari: Gao Zhunyi – difensore centrale, classe 1995 attualmente all’Evergrande- , Yao Junsheng – 23 anni, centrocampista offensivo in forza al Tianjin Tianhai- , Wei Shihao – astro nascente per eccellenza della Nazionale Cinese-, Yang Liyu – 22 anni ala destra “scoperta” e responsabilizzata da Fabio Cannavaro- possano far meglio della precedente generazione?

Ce lo auguriamo tutti. Ci sono diversi giovani di buonissimo livello e proverò a farli rendere al meglio già dalle prossime sfide – la Nazionale del Dragone scenderà in campo il 15  ottobre contro le Filippine- . Wei Shihao, ala classe 95′ dell’Evergrande, è ormai da 3 anni nell’orbita della Nazionale Maggiore: sono stato io a farlo esordire, quando ancora non aveva trovato una sua dimensione ne all’SIPG ne al Beijing Guoan. L’ho sempre convocato ed, attualmente, è un punto fisso sia della dell’Evergrande- allenato da Fabio Cannavaro- che della Nazionale. Yao Junsheng, stesso, è stato convocato ancora prima di diventare titolare con la sua squadra di Club, è stato un segnale che ho voluto mandare al campionato: i giovani per fare esperienza devono giocare.

Da un punto di vista puramente tecnico/tattico ha trovato Wu Lei cambiato dopo l’esperienza in Europa o meno?

Un’esperienza in Europa in un campionato di altissimo livello come quello della Liga spagnola non può non migliorare un calciatore. Wu Lei ha avuto un’evidente cresciuta soprattutto da un punto di vista mentale: maggiore consapevolezza nei propri mezzi, maggiore intraprendenza, un’intensità di gioco diversa rispetto ai compagni di Nazionale… Caratteristiche che possono essere acquisite ed assimilate solo con un’esperienza in campionati di primissimo livello.

Crede che la svolta a livello mentale, che chiedeva già qualche anno fa, fondamentale per il definitivo salto di qualità sia finalmente arrivata?

La “generazione precedente” – i vari: Zheng Zhi, Gao Lin, Feng Xiaoting- ha concluso il proprio percorso con l’ultima Coppa d’Asia, disputata secondo me onorevolmente vista l’eliminazione arrivata solo ai Quarti di Finale contro il ben più quotato Iran, riuscendo ad arrivare tra le prime 8 squadre Asiatiche con conseguenti vantaggi nei sorteggi delle future manifestazioni internazionali. È innegabile che ci sia stata una buona crescita e si siano viste cose discrete anche che da un punto di vista prettamente mentale, non ti nego, però che rimane comunque del rammarico per la brusca conclusione dell’avventura… Questa nuova squadra che stiamo costruendo, questi 30-35 giocatori con i quali stiamo lavorando mi da delle buone sensazioni: dobbiamo lavorare in una certa maniera, essere allineati all’intensità e la velocità di gioco del calcio internazionale. Devo dire che per ora, pur considerando la qualità dell’avversario, sono arrivate ottime risposte: se la squadra contro le Maldive non avesse impostato la partita in un certo modo non si sarebbe evidenziata in maniera così netta la disparità di valori.

Il motivo principale che l’ha spinta ad accettare nuovamente l’offerta per la guida della Nazionale Cinese, dopo l’addio immediatamente successivo alla AFC Asian Cup 2019?

La grande stima e passione, nei miei confronti, che ho percepito da tutto il popolo cinese che ha avuto il suo apice nella cena di Gala con Xi Jinping a Roma in occasione della visita del Presidente della Repubblica Popolare Cinese in Italia. Tutto ciò mi ha convinto ad accettare, ancora una volta, l’offerta per la guida della Nazionale.

Un’ultimissima battuta: se dopo la naturalizzazione di Elkeson, qualcos’altro “bolle in pentola”?

Elkeson non è l’unico calciatore arrivato in Cina, più, di qualche anno fa: bisogna aspettare che passino i 5 anni e poi vedremo se esiste questa possibilità. È una pratica che mettono in atto tutte le altre Nazioni non vedo perchè non possiamo farlo anche noi…