Asian Cup, ottavi di finale: Giappone, Australia e EAU tra le top 8!

La seconda giornata degli ottavi di finale di Asian Cup vede avanzare ai quarti di finali tutte le nazionali favorite. Giappone, Australia ed Emirati Arabi Uniti vincono, infatti, i rispettivi match, ma tutte con molta fatica. La partita più bella della giornata è stata sicuramente quella che ha visto opporsi agli emiratini, una delle sorprese di questa edizione, la nazionale del Kirghizistan.

Il Giappone la spunta dopo una brutta partita

Vi erano grandi aspettative alla vigilia di Giappone ed Arabia Saudita, due delle principali forze calcistiche, che hanno partecipato all’ultimo Mondiale e che si sono affrontate per ben due volte in finale di Asian Cup (1992 e 2000), entrambe vinte dai Blue Samurai per 1-0. Anche questa volta il risultato non è cambiato, con la squadra di Moriyasu che avanza ai quarti di finale, ma il confronto è stato di una bruttezza rara ed ha regalato pochissime emozioni.

Che dire di questa partita? Solamente che al 20′ sul corner battuto da Haraguchi, il difensore ventenne Tomiyasu (gioca in Belgio al Sint Truidense VV) svetta più in alto di tutti e insacca il pallone con un colpo di testa. E’ l’unico episodio degno di nota in una partita che ha visto l’Arabia Saudita far girare quasi a vuoto il pallone (70% di possesso) costringendo Gonda ad una sola parata in novanta minuti. L’assenza di una punta nella squadra di Pizzi, come era stato evidenziato a inizio competizione, è stata fatale, il falso nueve Fahad Al Muwallad è stato completamente annullato, mentre la stella di Salem Al Dawsari non ha brillato.

Il Giappone si è cinto nella propria metà campo, con una grande prestazione dei centrali Tomiyasu e Yoshida abilissimi ad eludere qualsiasi tipo di pericolo. La nota negativa per i Blue Samurai riguarda la fase di contropiede: l’Arabia Saudita ha lasciato ampi spazi per le ripartenze, ma i nipponici, con grande superficialità, non sono andati minimamente vicini a concretizzare una singola azione.

L’Arabia Saudita esce anche questa volta anzitempo dalla competizione, il Giappone d’altro canto gioca la prima partita solida in fase difensiva, ma per quanto riguarda l’altra fase lo spettacolo è stato impietoso con i vari Minamino, Doan e Yoshinori Muto assolutamente insufficienti. I Blue Samurai ai quarti di finale affronteranno il Vietnam, in uno scontro che, almeno sulla carta, li vede come i favoriti assoluti.

Il rigore di Mathew Leckie porta l’Australia ai quarti di finale

Partita piuttosto brutta, in cui ha la meglio la squadra che ha creato e ci ha creduto (forse) maggiormente. Come nella precedente partita, anche il confronto fra i campioni in carica e la compagine di Hector Cuper ha ben poco da raccontare, con ben poche emozioni in campo nei 120′ minuti di gioco che si chiudono a reti bianche.

Giocano meglio i Socceroos, che tentano di chiudere gli avversari nella propria metà campo grazie alla maggior qualità del proprio palleggio, senza però creare troppi pericoli. La principale occasione australiana è quella del 76′, dove, a seguito di una serie di passaggi, il talento di origine greca Ikonomidis (un gol e tre assist in questa competizione) si presenta a tu per tu col portiere avversario, il quale sventa il pericolo con un grande riflesso. Nell’Australia delude ancora l’attaccante Maclaren (sostituito al 75′ per Giannou) e il funambolico Awer Mabil, apparso spento dopo un’ottima fase a gironi. Non brilla nell’Uzbekistan la giovane stella di Shumurodov (quattro gol per lui nei gironi), mentre è essenziale l’apporto del centrocampista dello Shanghai Sipg, Odil Akhmedov, per tappare i buchi e ostruire la manovra degli australiani, ancora molto lenta e macchinosa.

Ai supplementari è quasi monologo dei Socceroos, che provano con Ikonomidis e Leckie ad impensierire Nesterov, ma le loro conclusioni sono piuttosto prevedibili. Gli Uzbeki, invece, non riescono a concludere mai in porta. Si passa dunque ai calci di rigore, dove l’errore di Ikomjon Alibaev e la successiva realizzazione dell’attaccante dell’Herta Berlino Mathew Leckie porta i gold al successo.

Dopo il quarto posto di Qatar 2011 e i quarti di finale di Australia 2015, gli uzbeki quest’anno lasciano la competizione solo agli ottavi di finale. Dall’altra parte gli australiani, invece, si confermano tra le top 8 del continente come sempre accaduto dal 2007 (anno della prima partecipazione all’Asian Cup) a oggi.

EAU al turno successivo, ma quanti rimorsi per i kirghisi

I kirghisi si sono confermati come uno degli avversari più ostili dell’intera competizione, e sono riusciti a mettere parecchio in difficoltà il team guidato da Zaccheroni, che ha avuto comunque il merito di creare e finalizzare di più. Con qualche imprecisione in meno, la squadra allenata dal russo Krestinin avrebbe forse potuto regalarsi ancora altre soddisfazioni.

Da vincitori del proprio girone gli emiratini impattano subito bene con la partita, ed al 13’ è già 1-0. Il gol nasce da un calcio d’angolo di Ismaeil Matar, il cui cross pesca Ghanim che di testa esegue l’assist per il meglio piazzato Esmaeel, che ancora di testa insacca in rete. I kirghisi reagiscono, e poco prima della mezzora arriva il pareggio con Mirlan Murzaev. L’attaccante viene ben servito in area dal laterale destro Israilov, e trovatosi davanti a Khalid Eisa, riesce a superarlo con un cambio di direzione sulla destra, e segnare così il gol del pareggio. Da questo momento i falchi bianchi concedono poco o nulla agli avversari, e l’ultima emozione del primo tempo ce l’ha regala Matar, con un tiro da circa 30 metri che sorvola di poco la traversa.

Nella ripresa le due squadre non si risparmiano colpi, e dopo il gol clamorosamente mancato di testa da Mabkhout, al 53’ dall’altra parte del campo arriva la traversa con il numero 2 Kichin. I kirghisi prendono coraggio, costruiscono azioni da golo e impensieriscono gli emiratini, ma nel loro miglior momento arriva la doccia fredda. Amer Abdulrahman mette davanti al portiere Mabkhout, che questa volta non sbaglia. 2-1. Ma gli avversari ci credono ancora, non cedono, e dopo essere andati ad un passo dal pareggio con il centrale difensivo Kozubaev, al 91’ riagguantano il risultato con il colpo di testa vincente di Tursunali Rustamov su calcio d’angolo di Zemlianukhin.

Gli EAU reggono meglio la partita e iniziano i tempi supplementari subito alla ricerca del gol. È sempre Mabkhout il più pericoloso, e dopo essersi divorato due occasioni, procura il rigore decisivo. Dagli undici metri batte Ahmed Khalil, e non sbaglia. 3-2, ma le emozioni non sono finite. Al 106’ un colpo di testa di Duyshobekov colpisce il palo, e a 17 secondi dal termine una conclusione di potenza di Rustamov dal limite dell’area piccola prende la traversa. Finisce 3-2.

Grande prova per il Kirghizistan, che esce dalla competizione a testa alta, toccando il punto più alto nella storia della propria nazionale. Vittoria non poco sofferta per gli Whites, che ora affronteranno l’Australia, in programma venerdì 25 gennaio, ore 17 italiane.

Tabellini e highlights

GIAPPONE-ARABIA SAUDITA 1-0 (20′ Tomiyasu)

AUSTRALIA-UZBEKISTAN 1-0 (dcr)

EMIRATI ARABI UNITI-KIRGHIZISTAN 3-2 (14′ Esmaeel, 64′ Mabkhout, 103′ Khalil (r)\ 26′ Murzaev, 91′ Rustamov)