Asian Cup 2019: guida al gruppo D

Il gruppo D della Asian Cup 2019 si pone come ricco d’insidie. L’Iran di Carlos Queiroz è sicuramente fra le squadre favorite alla vittoria finale del torneo, ma il percorso iniziale sarà tutt’altro che semplice: gli avversari saranno il Vietnam, squadra più giovane del torneo e neocampione della AFF Suzuki Cup, l’ostico Iraq che nell’ultima Asian Cup ha proprio eliminato l’Iran ai quarti di finale, ed infine lo Yemen, che per quanto possa sembrare squadra materasso, non la darà vinta a nessuno.

IRAN

Prima apparizione: 1968
Numero di apparizioni: 14
Miglior risultato: Campione (1968, 1972, 1976)

Il Team Melli si presenta all’Asian Cup da squadra numero uno nel ranking AFC, reduce da un mondiale più che soddisfacente, anche se terminato alla fase a gironi contro due colossi come Spagna e Portogallo. L’Iran di Carlos Queiroz ha tutte le carte in regola per laurearsi campione d’Asia ed è reduce da un post mondiale senza sconfitte, con 4 vittorie ed un pareggio, con 7 gol segnati e solo 3 subiti a testimoniare l’enorme compattezza dei persiani.

Il profilo più famoso, anche per aver parato il rigore a CR7 nel mondiale è quello del portiere Beiranvand, in forza al Persepolis, ha attratto gli interessi di diversi club europei. Sono molti i giocatori a militare in Europa: in attacco spicca il nome di Sardar Azmoun, punta in forza al Rubin Kazan, è il giocatore più prolifico della rosa di Queiroz con 24 reti in nazionale. Sugli esterni vi sono grandi aspettative per Alireza, capocannoniere con l’AZ in Eredivisie nella stagione 2017\18, ma che sta faticando a trovare spazio in Inghilterra con la maglia del Brighton. Come centrocampista offensivo e fulcro della manovra iraniana, Saman Ghoddos può rappresentare l’uomo chiave di questa nazionale, grazie anche all’esperienza accumulata in Francia con l’Amiens. La difesa è estremamente solida, con alcuni profili internazionali quali Milad Mohammadi (Akhmat Grozzny in Russia) e Morteza Pouraliganji (Kas Eupen in Belgio).

La squadra è sicuramente di spessore ed estremamente difficile da poter penetrare: sicuramente la forza difensiva dell’Iran èn un fattore molto più rilevante del suo impatto offensivo, ma sarà sufficiente a riportare a casa quel trofeo continentale che manca in patria oramai da ben 43 anni?

IRAQ

Prima apparizione: 1972
Apparizioni totali: 8
Miglior risultato: campione (2007)

La squadra allenata da Katanec (ex ct di Slovenia e UAE) ha tutte le carte in regola per stupire ed arrivare almeno ai quarti di finale. I Leoni delle Mesopotamia hanno vinto a sorpresa la manifestazione nel 2007 (battendo in finale l’Arabia Saudita) e nell’ultima Asian Cup sono giunti in semifinale (eliminando l’Iran ai rigori) per poi arrendersi solo alla Corea del Sud. Ad oggi l’Iraq rappresenta una potnza non trascurabile nel contesto asiatico, a cui manca ancora un piccolo salto di qualità per giungere nell’elite.

Anche l’Iraq può contare su diversi elementi pescati in giro per il mondo fra cui una conoscenza della Serie A, Ali Adnan, esterno di centrocampo di grande forza fisica e dalla corsa perdifiato in forza all’Atalanta. Altri nomi interessanti sono quelli di Tariq e Resan, calciatori offensivi, giocano nelle due principali formazioni iraniane (Esteghlal e Persepolis), diversi elementi inoltre giocano in Qatar Stars League, mentre Putros è la novità delle convocazioni di Katanec, pescato in Danimarca nell’Hobro.

L’Iraq è fra le squadre più giovani del torneo e solamente il portiere capitano Gassid è un over 30. Questo gruppo ha tutte le carte in regola per dare filo da torcere all’Iran e dare del filo da torcere a qualsiasi compagine nella manifestazione. I giovani Leoni sono pronti a ruggire.

VIETNAM

Prima apparizione: 1956 (come Vietnam del Sud)
Apparizioni totali: 3
Miglior Risultato: quarto posto (1956, 1960)

I Golden Dragons dell’allenatore coreano Park Hang Seo sono la squadra con l’età media più bassa del torneo e nessun elemento over 30, anche se dobbiamo sottolineare che tutti gli elementi in rosa militano nel campionato vietnamita. Il 2018 del Vietnam è stato assolutamente magico, con il secondo posto nella Asian Cup U23 e la vittoria nella AFF Suzuki Cup dello scorso dicembre in finale contro la sorprendente Malesia.

Il Vietnam si presenta così negli Emirati come la squadra più forte del sudest asiatico e non vuole deludere le aspettative: la stella che può emergere in questa manifestazione è sicuramente quella di Quang Nguyen Hai, esterno offensivo classe 1997 emerso durante la scorsa Asian Cup U23, dotato di mezzi tecnici e fisici fuori dal comune, è reduce dalla vittoria del campionato vietnamita con l’Hanoi, inoltre è stato anche eletto MVP della scorsa AFF Suzuki Cup. Se Quang Nguyen riuscirà a brillare anche in questa Asian Cup, per lui potrebbero aprirsi le porte dei principali club asiatici. Il Vietnam ha le carte in regola per disputare una buona manifestazione e passare quantomeno il turno come migliore terza

YEMEN

Prima apparizione

Per il debuttante Yemen sembrano non esserci speranze sulla carta per il passaggio del turno. Gli uomini dell’allenatore slovacco Jan Kocian sono reduci da tre sconfitte in altrettante amichevoli e l’ultima vittoria risale al marzo scorso contro il Nepal, nelle qualificazioni all’Asian Cup, un risultato storico che ha permesso allo Yemen di qualificarsi per la prima volta in assoluto.

Sono molti i giocatori yemeniti che militano all’estero, in particolar modo nella seconda  divisione qatariota, una minoranza invece fra Oman ed Iraq. Il giocatore di maggiore esperienza, con 87 presenze in nazionale (e 14 gol) è il centrocampista e capitano Ala Al Sasi, classe 1987, milita nell’Al Saliya nella massima divisione qatariota. Il principale problema dello Yemen è l’essenza di attaccanti di peso: in nazionale la punta più prolifica è il 20enne Ahmed Al Sarori (9 presenze e 3 gol) in forza all’Al Markhiya (Qatar). Per lo Yemen essere alla manifestazione è già di per se un grande successo, qualunque risultato positivo sarà qualcosa in più per una delle squadre meno quotate del torneo.