Parma Calcio: Jiang Lizhang non è più l’azionista di maggioranza

Come un fulmine a ciel sereno: la Desports di Jiang Lizhang, non è più azionista di maggioranza del Parma Calcio. Gli azionisti di Nuovo Inizio (coloro che hanno rilevato i ducali dopo il fallimento) hanno deciso di attivare la clausola per il riacquisto delle quote di maggioranza.

Marco Ferrari, presidente del Nuovo Inizio, ha spiegato così la scelta: “Abbiamo messo l’interesse del Parma Calcio davanti a tutto. Alla luce della situazione che si è creata, abbiamo ritenuto fosse nostro dovere ritornare azionisti di maggioranza. Oculatezza gestionale e disciplina finanziaria saranno alla base del nostro lavoro. Detto ciò sarà nostra priorità far crescere e valorizzare la società. L’obiettivo é e resta la salvezza sul campo”.

I problemi nella gestione economica 

Quando il Parma Calcio passò in mano al consorzio di Jiang Lizhang, si pensava ad un futuro stabile, con un immediato ritorno in Serie A (come è effettivamente stato), ma il presidente cinese, a parte la conferenza stampa di presentazione, non è mai stato veramente presente in città, quasi una figura estranea al club. La tensione ha raggiunto il suo apice nella scorsa sessione di mercato, che ha visto proprio dalla Cina arrivare Gervinho.

Fino alle ultime battute di mercato, il Parma Calcio era stato quasi immobile, con i soldi promessi da Jiang lizhang che non arrivavano per poter rafforzare la squadra neopromossa. Il mercato è stato dunque realizzato con i soldi anticipati dagli azionisti di Nuovo Inizio, i quali hanno deciso di riattivare la clausola di riacquisto del 30% delle quote del Parma dato che la Desports, a quanto pare, non è stata in grado di restituire i capitali ‘prestati’.

 “L’accordo sottoscritto da Nuovo Inizio con il precedente socio di maggioranza prevedeva l’autorizzazione a riacquistare il 30% del capitale sociale del Parma Calcio 1913 se si fossero realizzate determinate condizioni– spiega Malmesi, avvocato e Socio di Nuovo Inizio – “Nuovo Inizio é un azionista solido. Non abbiamo scadenze o pressioni a breve. La nostra volontà é quella di fare una scelta oculata che possa garantire continuità. Per questo ci prenderemo tutto il tempo necessario. La ricerca di un azionista di maggioranza nel lungo periodo rimane comunque prioritaria nella nostra agenda”.

Ulteriori smobilitazioni

Il 2018 è stato l’anno delle smobilitazioni degli investimenti cinsi nel calcio europeo: iniziata con le cessioni di Atletico Madrid, Northampton United, ed in tempi più recenti di Lorca FC e AC Milan (leggi qui), la scorsa settimana addirittura è finita in liquidazione MP & Silva (leggi qui), agenzia per la compravendita dei diritti TV che dal 2016 era a maggioranza cinese. Ora è il Parma Calcio a dimezzare le proprie quote cinesi (come è stato nei mesi scorsi per l’Aston Villa), e lo scenario che si sta prospettando, con le difficoltà che si presentano nel trasferire capitali dalla Cina, fa presagire una smobilitazione totale dell’investimento sui ducali.

Queste sono difficoltà comuni agli investitori cinesi nel calcio europeo, dato che, gli investimenti esteri nel settore sportivo, sono soggetti a rigidi controlli da parte delle autorità cinesi. La Desports di Jiang Lizhang è molto lontana dall’essere considerata in crisi: il giovane imprenditore cinese è anche proprietario del Granada in Spagna e del Chongqing Dangdai in Chinese Super League, oltre a possedere il 5% dei Minnesota Timberwolves in NBA. La Desports è inoltre anche proprietaria dei diritti TV in Cina di tutte le competizioni Uefa per tre stagioni, e per questo ha sborsato la bellezza di 400 milioni di dollari.

Dunque, alla luce di queste cifre, e del fatto che la Desports è una branca redditizia del colosso DDMC (attivo anche nel settore cinematografico e nel Real Estate), è evidente come per Jiang Lizhang e gli investitori cinesi in generale, sia un periodo alquanto controverso per investire nell’acquisizione di club, e questo, può portare ad una mancanza di fiducia e avere ripercussioni molti pesanti sull’investimento (come in questo caso) e sminuire la Cina in generale agli occhi dell’opinione pubblica.