Russia 2018, il Mondiale degli sponsor cinesi

Quello di Russia 2018 lo definiamo il Mondiale economico della Cina, in quanto le grandi aziende del colosso asiatico negli ultimi anni sono andate a monopolizzare la Fifa a suon di sponsorizzazioni, oltre ad associarsi alle principali nazionali e giocatori di vertice.

La fuga di sponsor dalla Fifa e l’arrivo di Wanda

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Nell’estate del 2015 il pirncipale organismo del calcio Mondiale è stato travolto dallo scandalo corruzione avviato dall’FBI, che ha portato alla fine dell’impero di Sett Blatter. L’episodio ha creato un terremoto all’interno della Fifa, non soltanto dal punto di vista d’immagine, ma anche commerciale, in quanto molti partner, nel giro di pochissime settimane, hanno annunciato la fine del rapporto di sponsorizzazione: Castrol, Sony, Emirates, Continental e Jhonson&Jhonson, tutte aziende leader nei loro settori, hanno deciso di abbandonare la Fifa lasciandola in precarie condizioni economiche.

La fuga degli sponsor dalla Fifa e l’elezione di Gianni Infantino, hanno lasciato la porta spalancata all’ingresso delle aziende cinesi, sospinte anche dalla volontà governativa di ospitare un Mondiale di Calcio entro il 2030. Il nuovo main sponsor della Fifa è la Dalian Wanda di Wang Jianlin, società che dal punto di vista calcistico abbiamo imparato a conoscere in quanto è azionista di maggioranza di Infront, oltre ad aver investito nel 20% delle quote dell’Atletico Madrid (vendute per porsi a capo del Dalian Yifang nella Super League Cinese).

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Così Wang Jianlin alla Harvard Business School: ‘Our dream is to improve China’s sports industry by adapting to the development of the mainland’s economy and society… If Chinese companies don’t go through the globalisation phase, it’s hard for us to make China powerful or realise the Chinese Dream’.

La Dalian Wanda ha firmato un contratto di sponsorizzazione fino al 2030, ma se fino a qualche mese fa la società di Wang Jianlin ci sembrava essere la principale alleata di Xi Jinping nella realizzazione del Sogno Calcistico Cinese, ora la situazione pare essersi capovolta. Come spiegato in questo articolo che abbiamo pubblicato su l’Ultimo Uomo (leggi qui), a causa dei debiti contratti, Wang Jianlin è stato costretto a vendere la maggior parte dei propri assett nel settore alberghiero e dei parchi tematici, oltre a smobilitare i propri investimenti in Spagna, sia dal punto di vista sportivo (Atletico Madrid) che nel Real Estate (Espana Building).

Hisense, Mengniu, Vivo

Hisense è il principale produttore di apparecchi elettronici per la casa (frigoriferi, lavatrici, televisori ecc..), con il suo quartier generale nella città costiera di Qingdao, è oramai da sue anni sponsor della Fifa. Come annunciato lo scorso 30 maggio, gli utenti cinesi avranno l’opportunità di guardare i Mondiali di Calcio nelle Smart TV targate Hisense, dato che l’azienda ha acquistato gli OTT broadcasting Rights della competizione.

In ambito calcistico, Hisense è anche partner tecnologico dell’Aston Villa (di proprietà cinese, della Recon Group di Tony Xia) e della Nazionale Statunitense. Non solo calcio, Hisense è anche sponsor dei Lion Rugby (Sudafrica) e del campionato nazionale cinese di Badminton.

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Nel dicembre 2017 è stata la volta di Mengniu Group, il secondo produttore di latte della nazione e della provincia della Mongolia Interna (il primo è Yili Group). Prima d’allora Mengniu aveva investito principalmente nell’NBA, ma è entrata nel mondo del calcio a gamba tesa, divenendo sponsor della Fifa e aggiudicandosi la figura di Lionel Messi come Global Brand Ambassador.

Messi, uomo immagine della Mengniu Group

Chi si approccia per la prima volta al calcio è anche il produttore di smatphone Vivo (proveniente dalla provincia meridionale del Guangdong), il quale in passato, come la Mengniu Group, aveva investito nell’NBA, oltre che nella Cricket Premier League Indiana.

Se Hisense e la Dalian Wanda sono già dei brand globali, il Mondiale rappresenta un’ottima vetrina per Mengniu e Vivo di andare ad aggiudicarsi fette di mercato ad occidente in modo da espandere il loro brand. Come abbiamo ripetuto più volte il calcio, per le aziende cinesi, è un mezzo attraverso il quale costruire la propria immagine sui mercati: non si tratta propriamente di sport, bensì di economia e soft power. Dopo Russia 2018 potremmo avere maggiore consapevolezza dei brand cinesi, e consumarli.