Stop allarmismi: l’economia sportiva cinese sta bene ed è in crescita

In quest’ultimo periodo si sono letti tantissimi articoli sull’industria sportiva della Cina, in particolar modo calcistica, i quali sostengono erroneamente che il dragone ha chiuso i rubinetti, ma si tratta di allarmismi finalizzati solo a creare scalpore, dato che, la situazione è ben diversa da come viene esposta

Il 19 gennaio su ‘Il fatto Quotidiano’ è stato pubblicato un articolo a firma di Lorenzo Vendemiale, dal titolo: “Pechino taglia il calcio: stop agli investimenti folli nel pallone. Inter e Milan (ma non solo) tremano” (leggi qui). 

“L’Oriente sembrava essere l’ultima frontiera del pallone. Ma poi il governo ci ha ripensato, o quantomeno si è preso una pausa di riflessione: troppe spese improduttive, che non giovano all’economia di Pechino.” oppure “la Cina si è stufata di investire sul calcio.”, ma la cavolata più macroscopica è stata sparata quando l’autore fa riferimento al salary cap sugli ingaggi dei giocatori, che non esiste. Il delirio continua quando si legge un’altra sentenza decisamente deleteria che denota una totale ignoranza del mercato cinese: “Semplicemente, in questo momento il pallone non è più considerato strategico per l’economia nazionale e i rubinetti si sono chiusi da un giorno all’altro.” Nelle ultime battute dell’articolo invece si da per scontato che la Dalian Wanda venderà Infront (grammaticalmente, per motivi di editing il concetto è un po confuso), ma in realtà il gruppo di Wang Jianlin sta pensando di quotare in borsa il proprio assett sportivo

Ora, vediamo di fare un po di chiarezza su quella che è la situazione attuale. E’ vero che sono state riscontrate delle difficoltà nell’acquisizione di club quest’anno, ne sa qualcosa la Lander Sports, che per acquistare il Southampton è dovuta ricorrere a capitali offshore. Quando lo scorso dicembre Chien Lee ha acquistato il Barnley, alcuni lettori mi hanno chiesto: “Ma non c’era un blocco?”. No. Il blocco c’è per gli investimenti all’estero in tecnologie militari o in pornografia, non nel settore sportivo che è soggetto a più controlli.

Come ho specificato in un’intervista rilasciata lo scorso weekend a Il Romanista (leggi qui)«La via razionale per sfuggire alle restrizioni è triplice. La prima consiste nell’acquistare un club che dispone di academy con cui attuare progetti di interscambio per lo sviluppo di calciatori cinesi. La seconda riguarda le iniziative della Nuova via della Seta per lo sviluppo infrastrutturale e della cooperazione internazionale. In questa direzione va citato lo Slavia Praga, snodo cruciale per l’ingresso in Europa. La terza opzione riguarda la messa a disposizione di capitali offshore, provenienti da paradisi fiscali, come nei casi di Milan e Southampton» 

Nel 2017, nonostante tutte le restrizioni, ben 7 club sono diventati di proprietà cinese in Europa: il KSV Roeselare in Belgio, il Parma Calcio e l’AC Milan in Italia e il Southampton, Northampton UTD, il Reading FC e il Barnley in Inghilterra. (leggi qui)

Inoltre, non dobbiamo dimenticare quello che è il mercato delle sponsorizzazioni che continua ad essere molto vivo in Cina in abito sportivo, basti pensare ai recenti brand cinesi che sono diventati partner della Fifa: il produttore di cellulari ‘Vivo’ e il Mengniu Group, produttore di latte dalla Mongolia Interna.

Il calcio è un settore assolutamente strategico per la Cina, ma vuole fare in modo che l’intero sistema diventi autosostenibile. E’ sempre vivo e di vitale importanza l’obiettivo di ospitare un’edizione della Coppa del Mondo di calcio entro il 2030 (o 2034) ed elevare l’indotto dell’industria sportiva a 750 miliardi di dollari entro il 2025. Secondo gli ultimi dati riportati da Yutang Sports inoltre il valore dell’industria sportiva cinese si attesta a 256 miliardi di dollari in questo momento, con una crescita dell’11% rispetto all’anno precedente (leggi qui).

Dal punto di vista prettamente calcistico si continua ad investire tantissimo sullo sviluppo interno: nel 2017 la Chinese Football Association ha aumentato il proprio budget per lo sviluppo delle attività di base ed infrastrutturali, inoltre sono stati approvati 96 progetti per costruire cittadelle dello Sport dalla General Sports Administration. Sono inoltre stati siglati molti accordi di intesa fra club europei e cinesi, come ad esempio quello riguardante Guangzhou R&F ed Ajax, oppure il Wolfsburg che svilupperà un’academy d’elite con la Beijing Sports University.

L’industria sportiva cinese è in costante crescita e il paese asiatico ospiterà nei prossimi anni eventi internazionali di rilevante importanza, come i mondiali di basket, le Olimpiadi Invernali e gli Asian Games. Il calcio, in questo processo, una volta che si sarà riformato e migliorato, sarà il traino dell’industria sportiva in Cina.