Le nuove regole della CFA, fra giocatori stranieri, impiego degli U23 e implementazione dei settori giovanili

Nel corso della settimana, i club professionistici e la Chinese Football Association (CFA) si sono riuniti nella città di Wuhan per discutere i nuovi regolamenti della stagione 2018 per quanto concerne l’utilizzo di giocatori stranieri, U23, e l’obbligo di implementazione dei settori giovanili.

Le decisioni scaturite sono in linea con quelle stabilite dalla Chinese Football Association nel 2017, ma sono ancora più restrittive per quanto riguarda gli stranieri dato che permane la tassa sugli acquisti superiori ai sei milioni di euro ed obbliga a schierare tanti U23 quanti sono gli stranieri in campo.  Provvedimenti che rischiano di uccidere l’appetibilità del prodotto Chinese Super League, ma prima di commentarli andiamoli a vedere uno ad uno

-Tesseramento degli stranieri: dalla stagione 2018 ogni anno potranno essere tesserati solo sei giocatori stranieri nel corso della stagione, quattro dei quali aggregati in prima squadra, il che significa che durante la sessione di riparazione del calciomercato (che avviene in estate), potranno essere sostituiti un massimo di due giocatori stranieri.
Rispetto alla stagione 2017, che permetteva ai club di aggregare fino a cinque stranieri in prima squadra, dal prossimo anno il numero calerà di uno (per molte compagini non cambierà nulla) e se ne potranno utilizzare comunque un massimo di tre ogni match, con il quarto che siederà in tribuna.
I club di China League One potranno sempre tesserare tre stranieri, ma ogni match ne potranno utilizzare al massimo due

-Giocatori U23: Rispetto allo scorso anno, dovranno essere schierati tanti U23 quanti sono gli stranieri in campo nel corso della partita. Nella stagione 2017 vi era l’obbligo di schierare uno giocatore U23 nello Starting XI, ma il provvedimento non si è rivelato essere dei migliori in quanto molti club lo sostituivano dopo appena un quarto d’ora.

-Tassa sugli acquisti: il provvedimento emanato dalla Chinese Football Association la scorsa estate permane; i trasferimenti di giocatori stranieri il cui cartellino è stato pagato oltre sei milioni di euro saranno tassati del 100% e i soldi devoluti ad un fondo per lo sviluppo del calcio giovanile gestito dalla Federazione. Per quanto riguarda invece i giocatori.

-Le Multiproprietà: Regola già vigente dall’estate 2017 relativa alle squadre europee e cinesi che condividono la stessa proprietà per quanto riguarda i trasferimenti in prestito di giocatori verso la Cina. Se l’Inter intende effettuare il prestito di un suo giocatore, ad esempio Eder, allo Jiangsu Suning, dovrà pagare al fondo per lo sviluppo del calcio giovanile (gestito dalla Federazione) una tassa equivalente a quanto è stato corrisposto alla Sampdoria due anni fa, ovvero circa dieci milioni di euro. Questo provvedimento riguarderà i due club di Suning, il Parma e il Granada nei confronti del Chongqing Lifan ed infine il Reading e il KSV Roeselare (seconda divisione belga) nei confronti del Beijing Renhe.

-Obbligo di sviluppo dei settori giovanili: A partire dalla stagione 2019, i club della Chinese Super League per potersi iscrivere al campionato dovranno aver sviluppato le seguenti categorie di squadre giovanili U19/17/15/14/13, stesso discorso per quanto riguarda i Club di League One, mentre per quelli di League Two sarà obbligatorio avere club giovanili dall’U13 all’U17.

Era chiaro che le sessioni di mercato del 2016 e di gennaio 2017 non erano affatto sostenibili e rischiavano di creare una bolla nel sistema calcistico cinese. Quest’anno il sistema Chinese Super League, complessivamente ha perso 4 miliardi di yuan, tre in meno rispetto alla passata stagione, ma in media ogni club ha fatto registrare un rosso in bilancio da 33 milioni di euro, a cui si deve aggiungere il bilancio dei trasferimenti.

Il calciomercato cinese ha raggiunto delle cifre esorbitanti, tanto che circa l’80-90% delle spese dei club è relativo agli ingaggi e stipendi di giocatori ed allenatori stranieri, ma al contempo erano approdati star internazionali quali Oscar, Lavezzi e Alex Teixeira, che hanno destato l’attenzione globale, tanto che nel 2017 il prodotto Chinese Super League era trasmesso dalle emittenti di 96 paesi diversi.

Il problema della Chinese Football Association è che vuole riformare il calcio a partire dalla punta della piramide, ovvero dal professionismo, quando in realtà si dovrebbe agire prettamente dal basso. E’ giusto porre un limite alle spese dei club, sia per quanto riguarda i cartellini che gli ingaggi, ma la decisione di ridurre il numero degli stranieri in campo passando dal sistema 4+1 all’utilizzo di tre giocatori ha decisamente provocato una drastica riduzione nella competitività e nell’organizzazione dei club.

Nella stagione 2016 infatti, con la regola del 4+1 e dunque l’utilizzo di cinque stranieri a partita (massimo quattro contemporaneamente in campo), il campionato è stato vinto dal Guangzhou Evergrande che ha subito solo 19 gol in 30 match, ma anche le inseguitrici si sono comportate molto bene con Jiangsu Suning, Shanghai Sipg e Shenhua che hanno subito 33, 32 e 31 reti, mentre i quinti classificati, il Beijing Guoan, solo 26.

Quest’anno invece con soli tre stranieri in campo abbiamo assistito a match molto divertenti, ma dal punto di vista tattico estremamente disorganizzati. Il campionato è stato vinto nuovamente dal Guangzhou Evergrande che è stata però la sesta miglior difesa con ben 42 gol subiti, mentre le migliori retroguardie sono state quelle di Tianjin Quanjian (terzo) e Shandong Luneng (sesto) con 33 reti subite. Nessuna squadra ha subito in media meno di un gola partita. Quasi tutti i club infatti hanno deciso di rinunciare a schierare uno straniero in difesa in favore di un centrocampista e due attaccanti.

Il prossimo anno la situazione potrebbe essere ancora più drastica con l’obbligo di far giocare tanti U23 in numero pari agli stranieri impiegati. Innanzitutto assisteremo a nuovi modi per aggirare la regola, con sostituzioni premature: ad esempio si partirà con 3 U23 e 2 stranieri e dopo appena 10 minuti si procederà a sostituire un U23 con il terzo straniero e magari il secondo U23 alla fine del primo tempo. Oppure si partirà con tre stranieri e un solo U23, con gli altri due che entreranno in campo gli ultimissimi minuti. A questo punto non era meglio porre l’obbligo che tutti i 90 minuti deve essere sempre presente un U23?

Quest’anno sono emersi alcuni ottimi giovani calciatori quali Yiming Liu del Tianjin Quanjian e Wei Shihao allo Shanghai Sipg per citarne alcuni, ma molte squadre come Tianjin Teda o Shanghai Shenhua hanno completamente ignorato la regola degli U23 sostituendoli dopo pochi minuti. La nuova regola molto importante prevede di sviluppare i settori giovanili dall’U13 all’U19, pena l’esclusione del campionato, perchè fino allo scorso anno molti club non li avevano: ad esempio Beijing Guoan e Chongqing Lifan avevano solamente delle rappresentative U17 e U19, per cui, come si può pretendere di lanciare gli U23 in campo allo sbaraglio?

Fra tutti i provvedimenti presi dalla Chinese Football Association, quello di sviluppare i settori giovanili è l’unico giusto al 100%, ma arriva comunque a due anni e mezzo di distanza dalla riforma governativa emanata a marzo 2015. Inoltre, l’attenzione viene posta ancora una volta nuovamente al professionismo, quando si dovrebbe puntare sulle scuole primarie e medie e l’organizzazione delle competizioni fra queste, dato che non vi è alcun modo uniformità fra le varie città e province, dunque vi sono zone nelle quali si disputano regolarmente campionati scolastici, mentre in altre solo tornei sporadici.

La Cina ha più volte dichiarato di voler diventare una superpotenza calcistica, ma con le riforme emanate in quest’ultimo anno, l’obiettivo sembra essere più lontano. Più che ristrutturare i campionati e le regole sugli stranieri la Cina avrebbe bisogno di una riforma totale della Chinese Football Association e delle istituzioni sportive.