L’Ultimo Uomo: il calcio cinese sta tornando alla normalità?

Lo scorso 18 ottobre si è aperto il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, che ha ulteriormente innalzato il già elevato status dell’attuale presidente Xi Jinping. Il suo pensiero è stato inserito all’interno della stessa costituzione, onore che prima era toccato solo a Mao Zedong e a Deng Xiaoping. Per capire meglio l’importanza di una scelta simile: Mao è stato colui che ha riunificato la Cina dopo oltre un secolo di conflitti ed è tutt’ora un simbolo onnipresente nella Cina moderna; Deng Xiaoping è stato invece il grande riformista che, grazie alle sue manovre economiche, ha portato la Cina ad uscire dalla povertà con una graduale apertura al capitalismo. La Cina che conosciamo oggi è figlia proprio delle riforme economiche volute da Deng Xiapoing.

Nel suo lunghissimo discorso di apertura, durato quasi tre ore e mezza, Xi Jinping ha parlato di una «nuova era» e dello sviluppo di un «grande, moderno, paese socialista». In un breve passaggio il presidente ha parlato anche di sport, ma non di calcio, il che potrebbe essere significativo.

L’intervento di Xi Jinping si è concentrato più che altro sulla crescita dell’industria sportiva attraverso le Olimpiadi Invernali e i grandi eventi internazionali, e la promozione della salute e della formazione dell’individuo. L’intenzione, nota, è quella di rendere la Cina una grande potenza sportiva entro il 2025, con il valore della sua industria sportiva che dovrà raggiungere il valore di 850 miliardi di dollari e contribuire al 3% del PIL dell’intero paese entro quella data.

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