Verso il Derby di Milano: Lo stato della Serie A nel mercato cinese

Terzo e ultimo appuntamento di avvicinamento al Derby di Milano. Nelle due scorse puntate abbiamo analizzato quelle che sono le proprietà cinesi di Inter FC e AC Milan (leggi qui) e successivamente il brand delle due squadre in Cina (leggi qui). Oggi invece non ci focalizzeremo solo solo sulle due squadre prese in esame, ma indagheremo su quello che è lo stato del prodotto Serie A in Cina, il quale dista anni luce rispetto a quello delle altre leghe estere. Prenderemo in esame alcuni fattori molto importanti, quali diritti TV, social media e accordi federali.

Chi Guarda la Serie A? Il legittimo sfogo di De Laurentis

Negli scorsi giorni la Serie A ha ufficializzato di aver ceduto i diritti all’estero del campionato italiano alla società americana Img per 350 milioni di euro. All’apparenza questo appare essere un grande traguardo, dato che vi è stato un incremento che sfiora il 100% (precedentemente i diritti tv all’estero valevano 180 milioni di euro all’anno) e che ha permesso di superare Ligue 1 e momentaneamente la Bundesliga.

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Eppure, il presidente del Napoli De Laurentis vede tutto questo come una sconfitta, infatti i diritti Tv all’estero della Serie A si pongono a distanze siderali rispetto alla Liga spagnola, a quota 650 milioni e la Premier League, irraggiungibile a 1.3 miliardi di euro. “Abbiamo ottenuto offerte a dir poco mortificanti, per un grande errore fatto da Tavecchio, Nicoletti e Infront, che è al suo ultimo mandato ma ci crea dei danni. Lo sapevo che avremmo aperto delle buste che decretavano magari la soddisfazione e la fame di alcuni club di avere dei soldi, ma avrebbero impedito alle cinque più importanti di diventare competitive nei prossimi quattro anni. Di fronte a una Spagna che sta a 680 milioni per l’estero, la Premier o la Bundesliga, noi abbiamo bisogno di recuperare tanti anni di grandi errori, in cui il nostro prodotto all’estero non veniva visto.  Verifico una constatazione, da uno che vive di licenza di diritti perché è quello che faccio da 45 anni nel cinema. Conosco i player e i territori di tutto il mondo, so che bisognerebbe lavorare territorio per territorio, broadcaster per broadcaster”.

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Il palinesto di Suning PPTV: non c’è la Serie A

La grande differenza la fa il mercato asiatico, in particolar modo quello cinese, dal quale la Serie A riscuote solamente 10 milioni di euro all’anno, cifre ridicole se pensiamo che dalla prossima stagione la Premier League, grazie all’accordo raggiunto con la Suning PPTV guadagnerà oltre 600 milioni di euro a stagione, ovvero 60 volte quello che guadagna la nostra Serie A. Dal prossimo anno la Bundesliga ci supererà nuovamente, dato che dal mercato cinese guadagnerà ben 250 milioni di euro all’anno, sempre grazie a Suning PPTV. Sia Germania che Inghilterra infatti, gestiscono la vendita dei diritti Tv stato per stato, mentre l’Italia si è affidata ad un’agenzia accontentandosi di una cifra che oggettivamente non è assolutamente sufficiente alle ambizioni di rinascita.

Negli anni ’90 e a inizio anni ‘2000, la Serie A era certamente il campionato più celebre in Cina, ma l’ex campionato più bello del mondo non ha saputo assolutamente gestire l’espansione sui mercati globali e oggi, fra i principali quattro campionati europei, risulta essere nettamente il meno visto e meno trasmesso sulle emittenti cinesi come riportato dallo studio di Yutang Sports.

Fonte dati: Yutang Sports

La Serie A non è sui Social Media Cinesi

Nel report di ieri, vi abbiamo mostrato il fatto che i club italiani più blasonati (Inter, Milan e Juventus), godono di una popolarità molto poco rilevante sui social media cinesi rispetto alle big del calcio europeo. Ma il prodotto Serie A come si comporta su Sina Weibo, la principale piattaforma cinese? Secondo l’autorevole report della Mailman Group, la lega più popolare su Weibo è la Bundesliga, seguita da Premier League e Liga spagnola, mentre la Serie A non ha alcun profilo social media, indice di come il calcio italiano sui mercati globali è ancora all’età della pietra.

 

Non vi sono ancora accordi Federali

Infine, tutte le più importanti Federazioni d’Europa hanno firmato un accordo bilaterale con la Chinese Football Association, dalla Germania e l’Inghilterra fino a passare a Belgio e Repubblica Ceca, tutti quanti stanno operando e traendo profitti in Cina, tutti tranne l’Italia. Lo scorso novembre Tavecchio si è recato a Pechino per firmare un pre accordo con la Chinese Football Association, ma a quasi un anno di distanza non si è mai passati alla parte attuativa dato che i nostri dirigenti non trovano un buco di due giorni in agenda per rinegoziare i termini del contratto, tornare in Cina e firmare.

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La Federazione Francese ad esempio, nel marzo del 2016 aveva firmato un ore accordo e nel novembre dello stesso anno aveva già istituito un ufficio di rappresentanza a Pechino e iniziato a lavorare con la rappresentativa femminile professionistica e le scuole della capitale.

Il calcio dopotutto è lo specchio del paese, e nel caso dell’Italia le cose non possono che peggiorare, ci accontentiamo di mangiare i resti del banchetto e di coltivare il nostro orticello, senza mai constatare quelle che possono essere le opportunità che ci offrono gli altri mercati. De Laurentis ha perfettamente ragione, povera Italia.