Intervista a Carlo Rombolà (avv.): le connessioni di mercato fra Inter e Jiangsu Suning in rapporto al Fair Play Finanziario

Il mercato estivo è alle porte, e ci si aspetta grandi manovre sia dalle squadre targate Suning, Inter e Jiangsu, dato l’ingaggio come direttore sportivo di Walter Sabatini. Lo scorso anno si è discusso tanto sulla possibilità di far transitare i giocatori stranieri della compagine di Nanchino verso Milano (come è successo con Trent Sainsbury) e sulle possibili conseguenze in ambito di Fair Play Finanziario.

Per sciogliere alcuni dubbi Blog Calcio Cina intervista Carlo Rombolà, avvocato, autore del libro “Profili di diritto internazionale e dello Sport”. Carlo Rombolà è un avvocato del foro di Roma, che da diversi anni si occupa diritto sportivo, collabora con riviste giuridiche nazionali ed internazionali ed è autore di numerose pubblicazioni, digitali e cartacee.

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Qual è l’attuale situazione dell’Inter in ambito di FPF e quanto potrà investire sul mercato?

 Al momento di questa intervista, l’Internazionale di Milano non ha risolto del tutto le sue pendenze in tema di fair play finanziario, che, ricordo, è un complesso di regole introdotte dal Comitato Esecutivo della UEFA nel 2009, con l’obiettivo principale di promuovere fra i club una gestione più oculata delle proprie risorse finanziarie, in vista dell’ottenimento della parità di bilancio.
Nel 2015 la società nerazzurra ha firmato con l’UEFA il cosiddetto Settlement agreement, che le impone il raggiungimento della parità di bilancio entro..questo mese: giugno, 30 giugno, 2017.
L’obiettivo è alla portata, proprio perché la società ha lavorato bene sino ad oggi, rispettando (quasi) tutti gli obblighi imposti dalla massima confederazione calcistica continentale. Per fare un esempio, l’Inter, lo scorso giugno, ha raggiunto l’obiettivo di 30 milioni di passivo.
Adesso rimane un piccolo sforzo, che andrebbe a concretizzarsi con una cessione eccellente, o con l’arrivo di uno sponsor importante: obiettivi, entrambi, che sembrano molto vicini, almeno stando alle indiscrezioni giornalistiche degli ultimi giorni.
Quanto serve, in poche parole? Al momento ti rispondo una quarantina di milioni, parte dei quali sarebbero dovuti arrivare da vecchie operazioni di mercato, come quelle di Jovetic e soprattutto di Ranocchia, che, al contrario, tornerà al mittente poiché, essendo retrocesso l’Hull City, verrano meno gli obblighi di riscatto del club inglese nei confronti del difensore.

Il trasferimento di Trent Sainsbury lo scorso anno ha fatto molto discutere sulla stampa internazionale. Il calciatore era stato pagato dallo Jiangsu un milione e poi girato in prestito all’Inter dopo un anno, quindi cifre sulle quali la Uefa ha forse chiuso un occhio, ma se Suning prestasse Teixeira (50m) o Ramires (28m) all’Inter per aggirareil FPF, la Uefa potrebbe prendere provvedimenti?

Dunque, Trent Sainsbury è giocatore di valore, premiato come australiano dell’anno nel 2013. In quell’occasione l’Inter fece un buon affare, sia dal punto di vista economico che mediatico, perché si tratta dal primo australiano a vestire la maglia nerazzurra. La stampa discusse perché la cessione verso i nerazzurri dal club di appartenenza, il Jiansgu Suning, era stata per così dire “tattica”, dal momento che, così facendo, al club cinese si sarebbe liberata una casellina per l’ingaggio di un giocatore non cinese.
Per quanto concerne la questione dei prestiti, nello scenario da te descritto l’UEFA NON prenderà provvedimenti SE le operazioni di mercato fra Inter e Jiangsu avranno il cosiddetto “fair value”, ovverosia il giusto valore, stimato da un soggetto terzo – da nominare all’occorrenza – rispetto a UEFA e club.
Questo perché, alla lettera F del X Annex del Regolamento UEFA del Fair Play Finanziario vengono regolare le cosiddette operazioni fra “related parties”, ovverosia parti correlate, come in questo caso sarebbero quelle di Inter e Jiangsu, che hanno la stessa proprietà.
In parole povere, non esiste nessun divieto di principio ad operazioni fra club con la stessa proprietà, ma tali operazioni devono avere un valore equo.
Cosa succede se questo non accade? Come dicevo prima, viene nominato dall’UEFA un soggetto indipendente, che stimerà il reale valore dell’operazione. Dopodiché, sarà l’importo che scaturirà da quest’ultima valutazione ad essere sommato ai fini del calcolo del “Break-Even”, ovverosia quel pareggio di bilancio imposto dall’UEFA.
E concludo dicendo che la regola del “fair value” vale tanto per le operazioni di mercato quanto per gli sponsor, quindi secondo tale norma non saranno tollerate neanche sponsorizzazioni abnormi rispetto al giusto valore dell’operazione.

I due calciatori citati sono allo Jiangsu Suning da un anno e mezzo, ma se ad esempio lo Jiangsu quest’estate acquistasse (nome a caso) Fabregas per girarlo in prestito all’Inter per aggirare il FPF?

 Beh, in realtà il principio è lo stesso anche per i prestiti, bisogna fare riferimento al concetto di giusto valore, indispensabile per valutare le operazioni di trasferimenti internazionali di giocatori.
In questo caso la posizione dell’UEFA è un po’ più morbida, avendo soltanto “raccomandato” ai club di non eccedere con pratiche di questo genere. A ciò si aggiunga che le valutazioni dell’UEFA non sono automatiche, nel senso che la massima confederazione calcistica continentale non interviene per ogni singola operazione, che, per destare certe attenzioni, deve essere palesemente fuori parametro.
Quindi, al momento e in assenza di ulteriori prese di posizione da parte dell’UEFA, la strada dei prestiti potrebbe essere percorribile, ma la mia riflessione è più generale, nel senso che non conviene all’Inter in primis, dopo tutta la fatica fatta per conquistarsi la fiducia dell’UEFA in materia di pareggio di bilancio, imbarcarsi – come NON succederà – in operazioni che, pur potendosi considerare legali in punto di diritto, potrebbero ammantarsi di un velo per così dire di equivocità.

Mi sembra che la questione delle multiproprietà stia sfuggendo di mano alla Uefa, fra Famiglia Pozzo, Red Bull, Suning,City Football Group e Desports. Possibile che non vi sia una legge sul conflitto di interessi e per regolamentare il mercato fra squadre che rispondono allo stesso padrone? Inoltre, quale sarà la scelta della Uefa in relazione alla partecipazione di RB Lipsia e RB Salisburgo in Champions ?

Dunque, rispondo alla prima domanda dicendoti che la norma c’è, perché non è consentito a nessun operatore di mercato possedere il controllo di più di un club partecipante ai tornei dell’UEFA. Quindi, visto che si parlava della famiglia Pozzo, il problema non sussiste almeno fino a quando l’Udinese e il Watford non dovessero qualificarsi contemporaneamente per la Champions o l’Europa League.
Per quanto concerne il caso Lipsia e Salisburgo, entrambi sotto il marchio Red Bull, la questione è la seguente. In base alla regola che ho citato prima, nella prossima Champions League non ci sarebbe spazio per entrambe le squadre.
Tuttavia, la cosa cambia se si considera che la Red Bulls figura come proprietaria soltando dell’Lipsia, e non del Salisburgo, di cui è soltanto (si fa per dire) il main sponsor.
In base a ciò, l’UEFA potrebbe decidere di non impedire la partecipazione delle due squadre alla prossima Champions, posto che non bisogna dimenticare che, delle due, soltanto i tedeschi sono sicuri di arrivare ai gironi di settembre, perché gli austriaci hanno ancora i preliminari da giocare (e vincere, obiettivo mai raggiunto nella loro storia).
La questione, comunque, non è di poco conto, perché se il Salisburgo dovesse qualificarsi, sarebbe il Lipsia, in un’ipotetica scelta da parte dell’UEFA, ad avere la peggio, per la peggiore posizione in classifica ottenuta nella stagione appena conclusa.
Uno scenario di questo genere (Lipsia fuori dalla Champions a fine agosto per una questione regolamentare, interpretata, peraltro, in maniera per così dire estensiva) non ce lo vedo.
Detto questo, sono d’accordo con te sulla necessità di regolare in maniera più precisa questo tipo di casi.