Essere portieri in Cina: segreti e curiosità di un ruolo delicato e patriottico

Possono comprare ogni giocatore, a qualsiasi prezzo. Indipendentemente dal valore di mercato, i club cinesi hanno investito milioni e milioni di Renminbi per portare nella Chinese Super League nomi più o meno altisonanti. Da Carlitos Tevez a Graziano Pellé, da Gervinho a Lavezzi passando per Hulk e Oscar. Insomma, la Cina ha dimostrato di poter mettere le mani su qualunque atleta. A patto che non giochi però tra i pali.

Le regole della Chinese Football Association parlano chiarissimo: nel campionato cinese non c’è spazio per portieri stranieri. Questo particolare divieto vige dal 2001, quando la CFA decise di introdurre due comandamenti. Il limite di quattro stranieri in rosa, che al tempo, come oggi potevano essere solo tre in campo, e lo stop agli estremi difensori non cinesi.

Zeng Cheng, portiere del Guangzhou Evergrande e della nazionale

Due regole che servono da un lato ad accrescere lo spettacolo del campionato, ancora avaro di grandi campioni, dall’altro a potenziare uno dei ruoli più delicati al mondo, quello del portiere, che in Cina non è mai stato troppo affidabile. Le ultime esperienze della Nazionale, infatti, sono lì a dimostrarlo. Al Mondiale di Corea e Giappone del 2002 i Dragoni uscirono alla fase a gironi, con tre sconfitte, zero gol fatti e ben nove incassati. Insomma, la situazione tra i pali doveva necessariamente subire una svolta in vista del futuro.

TRA PROGRAMMAZIONE E PATRIOTTISMO

Ma siamo sicuri che il divieto di importare portieri stranieri derivi soltanto dall’intenzione di privilegiare i numeri uno autoctoni? Non proprio, visto che questa legge calcistica è strettamente influenzata anche dalla cultura cinese. Il ruolo dell’estremo difensore è unico e molto particolare. Egli rappresenta infatti l’ultimo baluardo frapposto tra il pallone scagliato da un avversario e la linea di porta. Un errore del portiere significa gol certo, e quindi punto alla squadra rivale. Il giocatore con i guanti è il massimo difensore di una squadra, che assume un significato ancora più elevato quando si parla di Nazionale. Nell’immaginario collettivo, il portiere ricopre i panni di colui che difende la Cina dagli “assalti stranieri”.

Krzysztof Kaminski, in Giappone possono giocare portieri stranieri

E allora, secondo tale lettura, sarebbe controproducente affidarsi a giocatori stranieri, in quando privi di quel patriottismo che contraddistinguerebbe gli atleti cinesi, sulla falsa riga di tutte le popolazioni asiatiche. La scelta di vietare portieri stranieri è però una peculiarità solo e soltanto cinese. In Giappone, ad esempio, non esistono restrizioni simili, anzi, ci sono diverse squadre che contano tra le propria fila estremi difensori polacchi, est-timoresi e sudcoreani. È il caso di Krzysztof Kaminski del Jubilo Iowata, Wellington Rocha del Gifu e Filip Wichman dell’YSCC Yokohama, club che militano rispettivamente in J1, J2 e J3 League. Ovvero prima, seconda e terza serie della Japan Professional Football League. Addirittura nella stagione corrente (2016/2017), cinque squadre su 18 della massima divisione hanno un portiere sudcoreano titolare. Numeri inammissibili per il calcio cinese.

I MIGLIORI PORTIERI CINESI

Yan Junling, il numero uno del Shanghai Sipg

E in Cina? Come detto, niente portieri stranieri. Tra i nomi da ricordare devono essere citati i tre Nazionali Zeng Cheng, del Guangzhou Evergrande, titolare negli schemi di Lippi, Wang Dalei dello Shandong Luneng e Yang Zhi del Beijing Guoan e vanta oltre 300 presenze con le Imperial Guards. Interessante anche Guan Zhen, attuale numero uno dello Shenzen, che la passata stagione allo Shijiazhuang Ever Bright era incaricato di battere i rigori. Il suo bottino personale? Due gol in 52 presenze complessive. Meno abile dei precedenti ma altrettanto rinomato è Gu Chao dello Jangsu Suning, poco affidabile tra i pali e qualitativamente carente con i piedi, è lui il responsabile della sconfitta della Cina contro la Siria. Chi può ambire nel breve periodo alla maglia da titolare in nazionale è Yan Junmin del Shanghai Sipg, il quale negli ultimi anni è migliorato esponenzialmente grazie alla guida tecnica dell’ex Tottenham Ian Walker, preparatore dei portieri delle Metal Eagles di Shanghai.

Giuliani Federico – Twitter: @Fede0fede