Il pagellone 2016 del calcio cinese

Si sta concludendo il 2016 e come da tradizione giornalistica non poteva che mancare il pagellone con protagonisti e delusione di quest’annata di calcio cinese che abbiamo vissuto insieme.

VOTO 1: GAO HONGBO E LA NAZIONALE

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Essere tifosi di una squadra di calcio piccola è una questione di cuore, esserlo della Cina è una vera impresa. Il 2016 della nazionale era cominciato benissimo sotto la nuova guida di Gao Hongbo, alla sua seconda esperienza in nazionale dopo l’esonero del francese Alain Perrin. Con le reti di Wu lei e Huang Bowen, la Cina era riuscita a battere il Qatar a Xi’an per qualificarsi in extremis alla terza fase per le qualificazioni valevoli per Russia 2018.
Mesi dopo la nazionale cinese è tornata nella Terra dell’esercito di terracotta per fronteggiare la Siria. Dopo due partite nel girone la Cina aveva collezionato un solo punto nel pareggio a reti bianche a Shenyang contro l’Iran, mentre alla prima uscita era stata sconfitta dalla Sud Corea per 3-2. In entrambe le occasioni gli uomini di Gao avevano giocato malissimo, senza alcuna idea offensiva. Contro la Siria c’era bisogno di una reazione e invece è giunta un’atroce sconfitta per 1-0, a cui è seguito il funerale a Tashkent in Uzbekistan. Gao Hongbo si è giustamente dimesso dopo il grandissimo disastro che ha orchestrato fra convocazioni improbabili e moduli assolutamente folli e rinunciatari.

VOTO 2: SINO EUROPE SPORTS E IL MILAN

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Due anni di trattative, da Mr. Bee a Yonghong Li, e ancora il Milan non si è sbarazzato di figure ingombranti come Berlusconi e Galliani, che non gli permetteranno mai di riemergere. Dopo il fallimento della trattativa con il broker sino thailandese, si è fatta avanti la cordata cinese guidata da Sal Galatioto e Ganjikoof, ma qualcosa nel mese di agosto è andato estremamente storto e Yonghong Li ha deciso di andare alla firma da solo, sbarazzandosi dei due advisor e della Gold Sand River di Wu, che doveva essere la società di riferimento del nuovo Milan.
Dopo l’arrivo dei primi 100 milioni di caparra nel mese di settembre, il closing è stato costantemente posticipato, si dice a causa delle mancate autorizzazioni da parte del governo cinese. Il passaggio di consegne doveva avvenire il 13 dicembre, invece è arrivata solo un’altra caparra da 100 milioni, con il closing che è stato ulteriormente spostato al 3 marzo, nell’anno del Gallo.
La questione più buffa riguarda l’identità degli investitori cinesi, si fanno nomi, congetture, ma ad oggi non è stata rilasciata alcuna ufficialità, dato che –opinione personale-, dopo la rottura della corata Galatioto, Yonghong li non ha ancora trovato le società e i capitali necessari per concludere l’operazione.
Perlomeno il Milan sul campo ha ritrovato il sorriso con la vittoria della Supercoppa italiana a Doha contro la Juventus e anche il cammino in campionato sta andando oltre ogni previsione.

VOTO 3: LO SHANDONG LUNENG DI PELLE’

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Immaginatevi una Fiorentina, un Inter, o una Lazio che concludono la stagione conquistando la salvezza all’ultima giornata con un solo punto di vantaggio. Lo Shandong Luneng, squadra nella quale in estate è approdato Graziano Pellè, è stata protagonista di una stagione disastrosa, prima con Mano Menezes e successivamente con il tedesco Felix Magath, conosciuto anche come l’ultimo dittatore d’Europa.
Una squadra con un potenziale enorme, in grado di competere per le prime posizioni (nel 2015 si è classificata terza) con alcuni giocatori nel giro della nazionale e stranieri di assoluto valore come i brasiliani Gil e Jucilei, ma soprattutto il fantasista argentino Montillo. Una società che vanta il miglior settore giovanile della Cina, con una sede addirittura in Brasile. Eppure gli Orange Fighters di Jinan sono andati incontro a una stagione disastrosa, molto vicini alla retrocessione, tanto che alla fine del girone d’andata erano ultimi. Un calo di rendimento che non è stato dettato dagli infortuni, bensì da evidenti cali di concentrazione, tipici anche della gestione Cuca nel 2015.
L’unica speranza per la squadra cinese è stata rappresentata dal buon cammino nella Champions League asiatica, che si è concluso ai quarti di finale contro i campioni coreani del Seoul FC.

VOTO 4: LA RETROCESSIONE DELL’HANGZHOU GREENTOWN

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Un vero peccato veder retrocedere in League One la squadra dello Zhejiang, la quale è stata l’unica a lanciare i giovani in campo senza paura, cercando di costruire un sistema sostenibile che è miseramente crollato con una retrocessione che nessuno si sarebbe aspettato a inizio stagione. L’Hangzhou aveva ingaggiato Tim Cahill e Gabionetta, ma nessuno dei due ha saputo incidere nei primi mesi, tanto che l’australiano a giugno, nonostante la devota ammirazione del pubblico (la squadra non è affatto presente nella cultura cittadina), è tornato in Australia a vestire la maglia del Melbourne City. Hanno deluso anche i giovani, incapaci di compiere il salto di qualità soprattutto il tanto atteso centrocampista Gang Feng.
Tutto sembrava vertere per il meglio quando alla 26ma giornata l’Hangzhou Greentown ha battuto per 3-0 in casa lo Jiangsu Suning, la salvezza sembrava a portata di mano, ma i risultati successivi si sono rivelati fatali.
Alla sua fondazione, avvenuta nel 1999, l’Hangzhou è salito fino alla Chinese Super League, dove ha militato per 10 anni a partire dal 2016, giungendo addirittura al quarto posto nella stagione 2010.

VOTO 5: I SUPER SPENDERS-SHANGHAI SIPG E HEBEI FORTUNE

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Spendere milioni su milioni non è sinonimo di vittoria come testimoniano i casi di Shanghai Sipg e Hebei Fortune.
Le Metal Eagles di Eriksson hanno recentemente ingaggiato Oscar per 70 milioni di euro, ma già la scorsa estate si erano aggiudicati le prestazioni di Hulk per 55 milioni. Lo Shanghai Sipg nel 2016 ha affrontato per la prima volta nella sua storia il doppio impegno campionato-Champions League, in malo modo, anche a causa degli innumerevoli infortuni che hanno decimato il reparto stranieri, a partire da Asamoah Gyan fino a Dariò Conca, con l’argentino che è stato il grande assente della stagione a causa degli innumerevoli problemi alla coscia. Emblematico il caso di Hulk, che deve lasciare il campo dopo un quarto d’ora dal suo esordio contro l’Henan Jianye.
Alla fine il Sipg ha concluso il proprio cammino in campionato al terzo posto, ben lontano dalle posizioni di vertice. In Champions è giunta una grande batosta (5-0) contro il Jeonbuk e nella FA Cup il cammino si è interrotto agli ottavi a causa del Guangzhou R&F.

I Blue Lions del Canton hanno demolito nei quarti di finale anche l’Hebei Fortune di Qinhuangdao. La squadra che ora è guidata da Pellegrini, ha iniziato la stagione con Li Tie, acquistando un reparto stranieri di tutto rispetto, con Lavezzi, Gervinho e Mbia a spiccare su tutti, e a spendere folli cifre per giocatori cinesi che non hanno reso, come Ding Haifeng e Ning Jiang (entrambi 7 milioni) e il giovane YangYang (per cui ne sono stati sborsati 10 di milioni). Dopo un girone d’andata da sogno è giunto il crollo nella seconda metà di campionato, addirittura con cinque sconfitte consecutive senza mai segnare. L’Hebei Fortune ha chiuso il suo primo campionato al settimo posto, ma ha gettato le basi per una squadra di cinesi giovane e dal grandissimo potenziale.

VOTO 6: IL PRIMO ANNO DI SUNING E DEL NUOVO IMPERO

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Da Nanchino al mondo intero. La Suning Commerce Group è una delle società più potenti di Cina, sotto il controllo di Zhang Jindong, 27mo uomo più ricco di Cina e con grandissimi piani di espansione. Il primo anno di Suning nel mondo del calcio si è sviluppato per vie parallele, con la squadra cinese e l’Inter.
Lo Jiangsu Suning con l’ingresso della nuova proprietà si è rafforzato notevolmente, con oltre 100 milioni di euro investiti nel calciomercato, con nomi come Teixeira, Ramires e il giovane talentuoso Roger Martinez che sono approdati in Chinese Super League. Per trovare la giusta dimensione c’è voluto tempo, e tre allenatori: Petrescu, il traghettatore Tang Jing e infine il coreano Choi Yong, che è riuscito a trovare la quadratura del cerchio e un secondo posto in campionato. Il prossima sarà un annata nella quale sarà d’obbligo un trofeo, a partire dalla Supercoppa contro il Guangzhou Evergrande.

Il Suning è arrivato anche in Italia e dopo molta confusione, dettata anche da quattro allenatori in nerazzurro nel giro di mezza stagione di Serie A, si sono delineati i piani della società cinese, intenzionata ad ampliare il proprio brand in Italia e in Europa. Basti vedere il lavoro al centro di allenamento delle Pinetina, tappezzato da bandiere con la scritta Suning. La domanda è la seguente: ‘Fra qualche anno assoceremo il simbolo dei nerazzurri prima al Suning e successivamente all’Inter?”

VOTO 7: CONTINUA LA DINASTIA DEL GUANGZHOU EVERGRANDE

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La squadra di Felipe Scolari ha vinto il suo sesto campionato consecutivo, dominando la Chinese Super League grazie al più forte gruppo di cinesi dove spiccano l’attaccante Gao Lin (re degli assist in campionato) e il miglior reparto difensivo con il gigante Feng Xiaoting e l’estremo difensore Cheng. A segnare valanghe di gol ci ha pensato il trio sudamericano, con Ricardo Goulart che ha vinto il titolo di capocannoniere con 19 reti siglate, seguito da Alan (14), al suo primo vero anno con la maglia delle Tigri del Canton, dato che la scorsa stagione l’ha trascorsa in infermeria, e il grande contributo dell’ex Tottenham Paulinho.
La stagione del Guangzhou è stata però contraddittoria e presenta tre macchie indelebili:
-L’eliminazione, da campioni in carica, dalla fase a gironi della AFC Champions League
-L’acquisto per 42 milioni di euro di Jackson Martinez dall’Atletico Madrid, rivelatosi un autentico flop
-Il trattamento riservato a Scolari. La dirigenza del Guangzhou aveva fatto sapere che Felipao per il 2017sarebbe stato rimpiazzato da Lippi, ma non appena questi ha annullato il contratto per firmare con la nazionale, la dirigenza del Canton è tornata sui suoi passi.

VOTO 8: GUIZHOU ZHICHENG, IL LEICESTER DI CINA

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L’impresa che non ti aspetti si concretizza in League One, con il Guizhou Zhicheng che compie un cammino inaspettato, conquistando la promozione assieme al Tianjin Quanjian di Fabio Cannavaro, a discapito del Qingdao Huanghai. Infatti tutte e tre le squadre hanno concluso il campionato a pari punti.
Il Guizhou ha conquistato 18 vittorie nelle trenta partite disputate, una in più rispetto alla somma delle ultime tre stagioni in League One. Un rendimento che è cambiato radicalmente anche grazie alla difesa, che è passata da essere la peggiore nel 2015 (55 gol subiti) alla seconda migliore nel 2016 (27 reti subite).
Dopo l’abbandono della città di Guyang da parte del Guizhou Renhe, che si è trasferito a Pechino, lo Zhicheng è diventato la prima squadra della città, conquistando il pubblico, tanto che l’affluenza media allo stadio è passata da 1500 persone nella scorsa stagione a 11.000.
Il Guizhou ha guadagnato la promozione senza particolari star straniere in rosa, con il brasiliano Mazola (ex Hangzhou Greentown) che ha trascinato i compagni con 11 reti, e lo spagnolo Iban Cuadrado, scuola Barcellona che si è caricato sulle spalle la difesa.
Riuscirà la nuova realtà di guizzo a salvarsi il prossimo anno in Chinese Super League?

VOTO 9: LA RINASCITA DELLO SHENHUA TARGATA MANZANO

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La rinascita dello Shanghai Shenhua passa per la nuova guida tecnica targata Gregorio Manzano. I Blue Devils venivano da stagioni assolutamente disastrose, lontane dai fasti dei primi anni ‘2000. L’allenatore spagnolo arrivava da due anni di Beijing Guoan, al quale aveva dato una struttura di gioco ben precisa, nella quale ogni singolo elemento diventa l’ingranaggio fondamentale di un meccanismo. Un gioco basato sulla collettività e non solo sulle individualità come ancora si vede a volte nel campionato cinese.
Il quarto posto dello Shanghai Shenhua è passato per la crescita di Obafemi Martins e Cao Yunding e per la presa di coscienza di essere una squadra vera, in grado di battere nel girone di ritorno il Guangzhou Evergrande e vincere i derby contro Jiangsu Suning e Shanghai Sipg.
Purtroppo, il bellissimo gioco orchestrato da Manzano è durato un solo anno, dato che lo spagnolo ha lasciato Shanghai per divergenze con la società.

VOTO 10: LE EROICHE IMPRESE ITALIANE IN LEAGUE ONE

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Rimonte che sembravano impossibili, ma alla fine sono giunte per mano degli italiani Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara, rispettivamente al tianjin Quanjian e al Wuhan Zall.
Fabio è subentrato a Vanderlai Luxemburgo alla 13ma giornata, ritrovandosi di fronte a uno spogliatoio che si portava dietro le scorie di una guerra culturale e che aveva completamente perso terreno dalla vetta. Tanti, tantissimi investimenti da parte della nuova proprietà, che ha speso ben 40 milioni di euro sul mercato, sembravano destinati ad andare in fumo.
Cannavaro alla sua seconda esperienza cinese dopo quella a Guangzhou ha saputo ricompattare il gruppo, conquistando 43 punti dei 52 disponibili, conquistando la promozione solo all’ultima giornata. Un percorso reso possibile da una vecchia conoscenza del calcio europeo, ovvero Luis Fabiano, che ha conquistato il titolo di capocannoniere della China League One.

Anche il Wuhan Zall è stato capace di una reazione davvero inaspettata. A fine agosto, dopo la sconfitta sul campo del Beijing Renhe, la squadra dell’Hubei era penultima in classifica in piena zona retrocessione. Salvarsi era davvero un’impresa ardua, ma gli uomini di Ferrara hanno reagito, conquistando cinque vittorie nelle ultime cinque partite, mietendo vittime illustri come Guizhou Zhicheng e Qingdao Huanghai, prendendosi così un sesto posto, che nemmeno nella più ottimistica delle ipotesi era auspicabile. Per il prossimo anno, l’obiettivo è quello di guadagnarsi la promozione.