Calcio e Olimpiadi: Chen Chengda racconta il boicottaggio dopo Helsinki 1952

Al termine della seconda guerra sino giapponese e la presa del potere da parte di Mao Zedong, la Cina doveva essere ricostruita, anche attraverso lo sport. Il Grande Balzo in Avanti e la rinascita del popolo cinese hanno avuto un epilogo drastico, che ha portato la nuova Repubblica a chiudersi gradualmente al mondo esterno, iniziando proprio dalle olimpiadi di Helsinki nel 1952.

Proprio la Finlandia è stata la prima nazione occidentale ad aprire una relazione diplomatica con la Cina comunista. I paesi scandinavi hanno riconosciuto la Repubblica Popolare cinese nell’ottobre del 1950. L’ambasciatore Valvanne firmò un accordo con il ministro degli esteri Zhou Enlai per l’apertura degli scambi commerciali bilaterali, inoltre sul suolo cinese si stabilì la prima ambasciata occidentale.

Zhou Enlai

Per celebrare l’unione, la Cina prese parte, per così dire, ai giochi olimpici finlandesi, ma il viaggio fu esclusivamente di rappresentanza come ha raccontato anni dopo Chen Chengda, membro della nazionale di calcio che non partecipò a quel torneo.

“Ero uno studente di architettura alla St Jhon’s University di Shanghai al tempo– racconta Chengda in un’intervista raccolta da Reuters –Nel dicembre del 1951 giocavo per l’East China, nel primo campionato nazionale. Un anno più tardi fui selezionato per rappresentare il mio paese ai giochi Olimpici. Solo all’ultimo il governo ha deciso di accettare l’invito dei finlandesi”. C’era infatti molta confusione su chi dovesse rappresentare la Cina, la Repubblica Popolare non era ancora stata riconosciuta dal blocco occidentale, ma per non creare ulteriori divergenze, il comitato olimpico invitò entrambe le Cine.

La delegazione era composta da sole due squadre, la nostra e quella di basket oltre al nuotatore Wu Chuanyu (morto due anni più tardi in un incidente aereo). Ci sono voluti tre giorni interi per arrivare a destinazione, abbiamo innalzato la bandiera della Repubblica Popolare nel villaggio olimpico. Era però toppo tardi per poter partecipare alla competizione calcistica, così giocammo solo un paio di amichevoli. Sapevamo che saremmo arrivati in ritardo, le intenzioni del governo erano quelle di sventolare la bandiera e partecipare alla cerimonia di chiusura. Questo per loro significava vincere, quei gesti valevano più di qualsiasi altra medaglia. Abbiamo perso l’amichevole contro la nazionale finlandese e pareggiato una seconda partita contro una rappresentativa locale.”

La delegazione cinese alla cerimonia d’apertura

Al mio ritorno in Cina volevo tornare all’università per completare gli studi, ma il governo me lo impedì, i loro piani prevedevano che io continuassi a giocare a calcio. Ero affranto da questa decisione, mi sarei dovuto laureare nel 1952”.

Nel 1953 la nazionale ungherese intraprese un tour in Cina, i funzionari del governo rimasero sorpresi dalla forza di Puskas e compagni. Quello stesso anno, una volta tornati in Europa, gli ungheresi vinsero il doppio confronto amichevole contro l’Inghilterra: 7-1 a Budapest e 6-3 a Wembley. Deng Xiaoping, già allora membro del partito comunista, decise di spedire alcune squadre giovanili ad allenarsi in Ungheria, nel progetto rientrava anche Chen Chengda.

La delegazione giovanile in Ungheria

“Siamo stati in Ungheria per due anni, siamo migliorati molto, sapevamo di poter fare bella figura alle olimpiadi di Melbourne del ’56, ma il comitato olimpico riconobbe nuovamente Taiwan. Il governo decise così di boicottare, ricordo che ci stavamo allenando in una struttura a Guangzhou quando ci diedero la brutta notizia”.

Due anni più tardi Chen Chengda divenne l’allenatore della nazionale.“La CFA decise per gli stessi motivi di lasciare la FIFA, non potevamo più giocare match internazionali, ma solo amichevoli contro quei paesi che appartenevano al blocco sovietico. Nel 1958 abbiamo pareggiato per 1-1 contro l’Unione Sovietica in una amichevole giocata a Guangzhou. Nel ’64 ho smesso di allenare, la situazione stava diventando insostenibile per i grandi problemi economici. Anche la nostra lega si fermò”.

Dopo la grande interruzione dettata dalla Seconda Guerra Mondiale, lo sport cinese dovette fare i conti con gli anni di buio della Rivoluzione Culturale. Il campionato calcistico del 1966 si interruppe e non fu mai concluso e si riprese a giocare solamente nel 1971, a seguito di una graduale riapertura al mondo esterno con la distensione dei rapporti fra Cina e America grazie alla famosa Diplomazia del Ping Pong.

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